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“Il nostro rock 2.0 oltre la distanza”

Gli Indigo Devils, gruppo rock’n’roll trentino, si sono reinventati per far entrare la musica nelle case dei fan durante la quarantena. E ora aspettano di tornare live.
Indigo Devils
Foto: Indigo Devils

La musica dal vivo sta attraversando un momento molto delicato: le restrizioni legate alla crisi sanitaria rischiano di cambiare completamente l’esperienza dei concerti a cui siamo abituati e di rendere incerto il futuro per molte band. Le sfide in questo periodo sono state tante, ma c’è chi è riuscito a mantenere comunque vivo il rapporto con il pubblico: è il caso degli Indigo Devils, che durante la quarantena si sono inventati qualsiasi espediente pur di portare la musica vicino alle persone nonostante la distanza e le difficoltà. 

La band, composta da Edwin Degasperi, Riccardo Tosin, Andrea Arighi, Luca Boninsegna e Simone Rigon si è affermata negli anni come una delle più scatenate del panorma trentino e non solo. Dopo aver vinto Sanremo Rock nel 2017 si sono dedicati alla composizione, scrivendo brani inediti in italiano. La loro musica fonde la positività e l’energia del rockabilly anni ‘50 con sonorità più moderne creando quello che viene definito da loro un “rock and roll 2.0”, che conquista e fa ballare qualsiasi tipo di ascoltatore. Questo 25 aprile hanno anche festeggiato i sette anni dal primo concerto e lo hanno fatto lanciando una sfida ai fan: creare assieme il videoclip di una loro canzone “The girl of the next door” per dimostrare che la musica può superare qualsiasi barriera. 

Abbiamo chiesto a Riccardo Tosin, detto String, chitarrista degli Indigo Devils, di raccontarci come hanno passato questo periodo lontano dai palchi. 

salto.bz: Quali erano i vostri progetti e le vostre prospettive prima della quarantena?

Riccardo: Avevamo tante cose in programma prima della quarantena. Stavamo finendo di registrare i provini, le demo, per la produzione di quello che doveva essere un nuovo album. Inoltre stavamo per partire con il nostro giro di concerti, con la nuova stagione. Siamo riusciti a farne solamente uno, gli altri abbiamo dovuto ovviamente annullarli come ci siamo dovuti fermare nella pre registrazione dei nuovi brani. Sostanzialmente c’era in programma l’uscita di un possibile disco, singoli e videoclip e tutti i nostri concerti che sono la colonna portante della famiglia Indigo. 

Come avete vissuto lo stop? 

I primi tempi di quarantena sono stati molto duri e destabilizzanti come penso un po’ per tutti, perché non si aveva idea di quanto sarebbe durata, né di quanto fosse grave l’entità di questa pandemia. Proseguire con le registrazioni del disco autonomamente era difficile, se non impossibile, anche perché molte delle nostre strumentazioni erano rimaste in sala prove. Ci siamo visti cancellare tutti i nostri concerti, i nostri programmi e quindi ci siamo lasciati un po' prendere dallo sconforto. Questa situazione ci ha preso alla sprovvista, inizialmente abbiamo mollato la presa sul progetto in attesa di ripartire. 

Cosa vi ha spinto a rimettervi in gioco nonostante le difficoltà materiali e non di questo periodo?

Quando abbiamo capito che non saremmo ripartiti in tempi brevi ci siamo detti: o facciamo qualcosa o smettiamo di fare per sempre. Allora in un modo o nell’altro siamo riusciti a recuperare degli strumenti per registrare, nonostante molti, tra cui la mia chitarra preferita, siano rimasti in sala prove. Abbiamo iniziato a registrare a distanza una cover di Elvis che è una canzone d’amore: “I’ve Got a Thing About You” con l’idea di fare questo regalo ai fan, di portare un po’ di rock and roll nelle loro case, nelle loro quarantene. Una canzone d’amore che è una dedica ai nostri fan, anche se più che fan ci piace chiamarli i nostri amici o sostenitori, e un messaggio per dire: ragazzi non ci possiamo più vedere ai concerti, ma rimanete nei vostri cuori e vi vogliamo bene. Il video ha riscosso un grande successo specialmente tra le persone che ci seguono da sempre, ma anche tra chi ci segue da più di recente, questo ci ha fatto molto piacere. 

Come è nata l’idea per il nuovo video di “The girl of the next door” che avete creato coinvolgendo i vostri sostenitori?

Nelle reazioni alla cover di Elvis abbiamo notato una gran voglia da parte delle persone di essere partecipi nella nostra vita musicale e  quindi abbiamo pensato di creare assieme a loro un videoclip di una canzone che era già uscita a giugno in un nostro Ep intitolato “2.0”, una canzone già fruibile e acquistabile: “The girl of the next door”. Quello che abbiamo fatto è stato aprire un form di google dove le persone potevano scaricare gratuitamente la canzone e in cui dovevano poi caricare un video in cui reagiva al brano: chi ha ballato, chi si muoveva a tempo, chi faceva le faccende di casa, chi si è travestito. Siamo rimasti molto sorpresi nel vedere quanta risposta ha avuto il nostro appello. Ho montato io il video, e devo dire che ho fatto molta fatica a gestire tutte le persone, ci dispiaceva lasciarne fuori però erano tantissime: ogni volta che finivo di montare il video arrivavano altre decine di clip e dovevo riprendere in mano il lavoro e cominciare tutto da capo. Ci ha dato un'enorme soddisfazione sentirci così vicini al nostro pubblico e speriamo di averli rallegrati e fatti sentire parte della nostra famiglia Indigo. 

​​Indigo Devils: il videoclip di “The girl of the next doori”. Alla band trentina così come a tutte gli altri gruppi della regione e agli artisti dello spettacolo va il grande in bocca al lupo da parte di salto.bz, per una rapida ripresa di tutte le attività dal vivo.

Sapete qualcosa su quando sarà possibile ricominciare a suonare dal vivo?

Ci sono notizie molto diverse in rete, spesso discordanti, su quando si potrà effettivamente ripartire con i concerti. Magari con il decreto si potrà partire già a giugno, ma molti eventi non si faranno comunque: la mancata possibilità di avere grande affluenza porterà probabilmente a una perdita degli introiti, quindi non saranno sostenibili finanziariamente molte iniziative, sia festival che serate nei locali e anche altri eventi. Noi incrociamo le dita e speriamo che quando sarà possibile ci sia qualcuno che abbia voglia di finanziare e di rischiare proponendo musica dal vivo. E soprattutto speriamo di riuscire a farne parte, perché le realtà musicali in Italia sono tantissime, quindi diminuendo le possibilità di fare concerti sarà difficile poter suonare dal vivo. Comunque noi ci stiamo organizzando per poter portare il nostro rock and roll nuovamente sui palchi o comunque nelle orecchie e nei cuori della gente.  

Sperando la situazioni migliori, cosa ci possiamo aspettare dagli Indigo Devils prossimamente?

In questo periodo abbiamo continuato a lavorare alle canzoni e ne stiamo scrivendo di nuove, ognuno di noi ha smussato qualche dettaglio delle vecchie. Poi ci sono altre proposte che bollono in pentola: stiamo preparando dei nuovi video di cui non posso ancora anticipare niente, posso solo dire che non ci limiteremo a suonare, ma faremo anche altre cose.

Questo periodo ha cambiato qualcosa nel vostro rapporto con la musica?

Abbiamo avuto un momento di incertezza sul futuro del progetto Indigo Devils, ma mai sulla nostra passione per la musica e il rock and roll, questo va oltre al poter effettivamente suonare su un palco. La musica è il nostro ossigeno e parlo a nome di tutti noi cinque, prova ne è che non potendo continuare a fare rock and roll nel modo tradizionale ci siamo inventati qualsiasi cosa pur di continuare a farlo. Lo facciamo in nome degli Indigo Devils che per me sono come una famiglia, ma lo facciamo anche in nome della musica.