Politica | Memoria divisa

Italiani brava gente

Secondo CasaPound della Spezia, i soldati sudtirolesi della Wehrmacht furono gli unici "italiani" responsabili dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, in Toscana, nel 1944
sant'anna di stazzema
Foto: web

C'erano anche italiani tra i carnefici dell'eccidio nazifascista di Sant'Anna di Stazzema del 12 agosto 1944? "No, solo altoatesini di lingua tedesca arruolati nella Wehrmacht": è questa la tesi sostenuta dal già candidato sindaco di CasaPound della Spezia Cesare Bruzzi Alieti. L'antefatto: dopo le elezioni comunali dello scorso giugno La Spezia, capoluogo di provincia della Liguria governato per decenni dal centrosinistra, è stata conquistata da una coalizione di centrodestra. Lo scorso 12 agosto il gonfalone del Comune di Spezia è assente dalle celebrazioni della strage di Stazzema, in Versilia, che vide l'uccisione di 560 persone tra donne, anziani e 130 bambini. Scoppiano le polemiche, con lo scambio di accuse tra le opposizioni e la nuova maggioranza. "Solo un disguido organizzativo a causa del periodo estivo" si difende il neosindaco della città portuale Pierluigi Peracchini, dicendosi dispiaciuto per l'accaduto: "La giunta condivide i valori della Resistenza, dell'antifascismo e dell'antinazismo e ripugna ogni forma di violenza e razzismo appartenente a qualsivoglia colore politico". Ma CasaPound non ci sta: i fascisti non c'erano. Scrive Bruzzi Alieti:

 

Ho letto le polemiche sulla mancata presenza del labaro (il gonfalone, ndr) del Comune della Spezia alla cerimonia per le vittime della strage di Sant'Anna di Stazzema. Quale parente di militari della RSI, debbo precisare che nessun soldato italiano ha partecipato all'uccisione dei civili. Tutte le inchieste del dopoguerra non hanno trovato un solo responsabile. Tra i tedeschi vi erano altoatesini che si, erano presenti in Garfagnana, ma erano soldati della Germania, e parlavano in italiano con gli abitanti di Sant'Anna. Invito il sindaco Peracchini a non parlare di strage fascista perchè in quella tragica occasione non ve ne era nemmeno uno. Sulle responsabilità dei partigiani comunisti nella tremenda strage, invito tutti a leggere il libro di Giorgio Pisanò, con testimonianze dirette dei pochi sopravvisuti. Capisco che la storia non piaccia a tutti ma va studiata per non cadere in errori.

Erano presenti cittadini dell'Alto Adige di lingua tedesca, che ora come allora odiavano l'Italia,  tanto che al giorno d'oggi sono alleati con la sinistra

Da qui prende il via un curioso scambio epistolare sulla responsabilità degli italiani a Sant'Anna tra CasaPound e Andrea Buondonno della lista civica di sinistra "Spezia Bene Comune", che ribatte: "Insieme alle SS c’erano, eccome, anche gli italiani. O meglio, i vostri politicamente predecessori, i fascisti". L'esponente spezzino di CasaPound gli risponde in una seconda lettera, nella quale sostiene che:

 

Nessun reparto della R.S.I partecipo' alla terribile strage di Sant 'Anna, mi dica Buondonno i nomi di un battaglione o di un singolo soldato della Repubblica Sociale Italiana! Erano presenti cittadini dell'Alto Adige di lingua tedesca, che ora come allora odiavano l'Italia, tanto che al giorno d'oggi sono alleati con la sinistra e osteggiati prima dal MSI, poi da An ora da Casapound, movimenti che difendono l'italianità della regione e l'integrità nazionale.

Pur essendo probabile la presenza di soldati sudtirolesi arruolati nella 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer che compì l'eccidio, storicamente provata è però la partecipazione alle stragi di fascisti collaborazionisti - probabilmente delle Brigate Nere e della Decima Mas, in abiti civili e volto coperto, nonché di volontari italiani con divisa tedesca - che accompagnarono le SS a Sant'Anna e fecero loro da guide. Nel corso della lunga battaglia giudiziaria - proprio il tribunale militare della Spezia è stata la sede del processo a carico dei responsabili delle stragi naziste - nessuno dei fascisti fu mai condannato, per insufficienza di prove.

Una ferita ancora aperta

Quello di Sant'Anna di Stazzema fu tra i più efferati crimini perpetrati dai nazifascisti ai danni della popolazione civile sulla Linea Gotica, il fronte che si estendeva dalla provincia di Massa e Carrara (allora "Apuania"), nel nord della Toscana al confine con la Liguria, a quella di Pesaro-Urbino, nelle Marche più prossime alla Romagna. Una linea di combattimento tra il Nord Italia (ovvero la Repubblica Sociale Italiana di Salò, de facto in mano alla Germania di Hitler) e l'avanzata alleata lungo la Penisola. Sulle Alpi Apuane, le aspre montagne del marmo di Carrara, la Resistenza partigiana contro l'occupazione nazista fu una lotta sanguinosa: gli abitanti dei paesi e e delle città limitrofe furono ridotti alla fame, in alcuni casi evacuati, e subirono numerose perdite umane, tra fucilazioni e rappresaglie. Una ferita che ha segnato profondamente la memoria collettiva di quei luoghi, tanto che le annuali celebrazioni in ricordo della Liberazione sono una ricorrenza ancora molto sentita dalla popolazione locale. A Fosdinovo, al confine tra Liguria e Toscana, vi è un Museo Audiovisivo sulla Resistenza patrocinato dalle Province della Spezia e Massa-Carrara, entrambe "medaglia d'oro al valor militare".