Politica | L'intervista

Cosa terrorizza i tedeschi

Il senatore Francesco Palermo sulle elezioni in Germania, il rassicurante pragmatismo di Merkel, l'influenza dell'estrema destra e l'evergreen del „Keine Experimente“.
Palermo, Francesco
Foto: Udu Trento

salto.bz: Senatore Palermo, domani (24 settembre) la Germania andrà alle urne. I sondaggi danno per vincente la CDU/CSU di Angela Merkel, dopo che l’“effetto Schulz”, candidato della SPD, si è di fatto sgonfiato. Non ci saranno sorprese, dunque?
Francesco Palermo: Non c’è dubbio su quale sarà il futuro partito di maggioranza ma la questione è come vincerà la CDU/CSU e quali saranno i risultati delle altre forze politiche in corsa, e di conseguenza quale coalizione si formerà. Da questo dipenderà anche la politica tedesca nei confronti dell’Europa. Le diverse opzioni sul tavolo sono essenzialmente due, una è un’alleanza con i liberali e un’altra la Große Koalition con i socialisti. 

Scarta quindi la cosiddetta ipotesi “Jamaica”, ovvero una coalizione a tre tra CDU, i liberali della FDP e i Verdi?
Una possibilità molto improbabile perché i Verdi, nonostante il successo raccolto in passato, sembrano spariti dalla scena, non sono in effetti riusciti a posizionarsi in campagna elettorale pur potendo puntare su molti temi a loro cari, come l’ambiente e l’integrazione, ad esempio. Non si prevede quindi un risultato tale da porli come dei probabili partner di governo. A livello federale, poi, la CSU è piuttosto incompatibile con i Verdi che a loro volta non vanno d’accordo con i liberali. 

La Große Koalition sarebbe auspicabile anche per l’Italia dal punto di vista delle relazioni con la Germania?
Assolutamente sì, la prosecuzione della Grande coalizione sarebbe l’ipotesi migliore per l’Italia dal momento che la politica sarebbe sicuramente quella di minore rigore economico nei confronti del nostro paese. Questa compagine di governo, che ha di fatto sempre amministrato bene, significherebbe in generale avere una politica più aperta verso la stessa UE. C’è tuttavia da sottolineare il fatto che una coalizione di questo genere penalizzi molto la SPD, che pagherebbe un tributo pesante in termini di consenso, molte voci interne al partito si chiedono infatti “perché dobbiamo portare il nostro expertise, la nostra capacità di governo, perché poi ne approfitti Angela Merkel?”. Il tema dei partner delle coalizioni, in ogni caso, va anche al di là della Germania, lo vediamo anche in Austria, in Italia, nello stesso Alto Adige: ritrovarsi in raggruppamenti di questo genere è deleterio, si viene di fatto schiacciati politicamente e si perde molto consenso. 

"La Germania è un gigante spaventato e Merkel incarna una figura di garanzia, tant’è che la sua campagna elettorale non è tanto basata sui temi ma su di lei, sulla sua persona che manifesta affidabilità e continuità"

C’è anche da dire che la socialdemocrazia è in crisi un po’ ovunque in Europa.
E questo è un fatto, per quel che riguarda la crisi della socialdemocrazia in Germania si pone un problema di appeal con i temi classici della socialdemocrazia. Quello della giustizia sociale, per esempio, è l’unico tema che la SPD ha portato avanti, anche perché Merkel si è accaparrata tutti gli altri, dall’integrazione e l’immigrazione, fino alla questione del matrimonio omosessuale. Quello della giustizia sociale, comunque, è un miraggio, la forbice si sta allargando in tutto il mondo, e sembra quasi che ci sia una maggiore accettazione del fatto che la diversità sociale cresca invece che ridursi. 

A proposito di appeal, sembra che anche la democrazia ne stia progressivamente perdendo.
La percezione è che la democrazia stia perdendo appeal in generale con l’affermazione dei populismi, che possono anche manifestarsi attraverso delle forme democratiche, non solo quindi tramite un disprezzo della democrazia, ma anche attraverso una sua cattiva interpretazione, per esempio tutta questa equivalenza che viene fatta spesso fra democrazia e referendum è pericolosissima, la questione catalana, per dire, sta ora ritornando prepotentemente in cima alle agende. L’idea di una democrazia non costituzionale ma che diventa plebiscitaria è ovunque un grande fenomeno della nostra epoca ed è un’idea che sta divenendo molto popolare anche attraverso diversi leader politici in Europa e negli Stati Uniti. 

Quali sono i motivi per cui Merkel con ogni probabilità vincerà? I tedeschi del resto sembrano soddisfatti della situazione attuale del paese e molti considerano l’approccio della Cancelliera alla politica un “pragmatismo salutare”, è d’accordo?
Questo è senz’altro vero, la Germania è tendenzialmente un paese conservatore e ha il terrore di mettere in discussione la sua stabilità, di perdere il suo benessere, di fare esperimenti, „Keine Experimente“ era infatti lo slogan di Adenauer negli anni ’50. La Germania è un gigante spaventato e Merkel incarna una figura di garanzia, tant’è che la sua campagna elettorale non è tanto basata sui temi ma su di lei, sulla sua persona che manifesta affidabilità e continuità. Una politica, la sua, che oggettivamente ha dato buoni risultati. 

Anche l’immigrazione è stata ben gestita, a differenza di altri paesi europei?
La struttura organizzativa tedesca data da tanti anni di buon governo ha creato una capacità di accoglienza maggiore e un mercato del lavoro in grado di assorbire i migranti. C’è, in Germania, una percentuale molto superiore di profughi rispetto all’Italia, ma girando per le nostre città e vedendo molte persone per le strade apparentemente sfaccendate si ha una percezione di insicurezza, in Germania questo non si vede, perché la possibilità di lavorare c'è, e intendiamoci, l’integrazione passa solo attraverso il lavoro.

"La AfD entrerà in Parlamento ma sarà isolata dal contesto, farà le sue battaglie di principio ma non avrà seguito"

Per la prima volta la AfD partito di estrema destra, entrerà nel parlamento federale, c’è in questo una responsabilità da parte di Merkel? L’aver sottovalutato il fenomeno o avergli lasciato troppo spazio a destra?
Non credo. L’abilità politica di Merkel è proprio quella di riuscire a “cannibalizzare” il dibattito, si è sostanzialmente mangiata la SPD e in buona parte si mangia anche la sua destra, il punto è che si sta parlando di fenomeni complessivi, globali, sicuramente europei, e penso che a un certo punto la Cancelliera abbia consapevolmente lasciato perdere e messo in conto il fatto che esiste una fetta di “irrecuperabili” piuttosto che starli ad inseguire tanto su certe posizioni per cercare di tenerli sotto controllo, come fa Kurz in Austria, cosa che mi spaventa estremamente di più. Merkel ha preso atto che esiste una parte della popolazione, intorno al 10%, che si ritrova in quelle posizioni. Forse conviene avere questo atteggiamento perché in fondo la AfD entrerà in Parlamento ma sarà isolata dal contesto, farà le sue battaglie di principio ma non avrà seguito. 

C’è un altro dato però da considerare, ovvero che stando al voto “simbolico” degli under 18 la AfD è seconda in Sassonia, Land dove peraltro ha incassato largo consenso il militante degli anti islamisti di Pegida, Jens Maier. Cosa accade se anche i più giovani vengono irretiti dagli ultrà del populismo più bieco?
I giovani tendono ad avvicinarsi a posizioni estreme, di contestazione, ma con il tempo si imborghesiscono molto. Un altro argomento preoccupante è il dominio dei social media e della comunicazione via internet da parte di queste forze politiche, è drammatica l’incapacità dei partiti tradizionali, e questo, io ritengo, vale anche per la Germania, di contrastare questo fenomeno sul web che è la principale fonte di quelli che monopolizzano il dibattito e questo ha una ricaduta sull’attitudine politica dei giovani, specie in Germania. Ecco, una cosa che i grossi partiti dovrebbero fare dappertutto, Italia compresa, è scovare dei giovani troll da piazzare sui social. 

 "I motivi per cui i nostri partiti si sono sgretolati sono noti, tutte le peggiori prassi sono state messe in campo e anche questo, inevitabilmente, si paga"

Esistono, con le dovute cautele del caso, alcune similarità fra Alternative für Deutschland e Movimento 5 stelle? La matrice populista, l’euro-scetticismo, la fedeltà alla dottrina anti-sistema?
Su alcuni punti ci sono delle visioni comuni, ma dentro il M5s c’è dentro un po’ di tutto, va dalla sinistra alla destra, seppure molti degli esponenti del movimento di Beppe Grillo hanno posizioni simili alla AfD sull’immigrazione, ma non si tratta di una loro linea politica, l’AfD al contrario ha un’agenda molto chiara in questo senso, è l’estremizzazione del pensiero liberale. C’è un contesto diverso nei due paesi, quello dei 5 stelle nasce come movimento di protesta, protesta che in Italia è più facile raccogliere visto che ci sono delle difficoltà oggettive come la mancanza di lavoro, in Germania non c’è disoccupazione, contro cosa si protesta? Piuttosto si ha paura di questioni più astratte, come per esempio di perdere l’identità occidentale. 

L’impressione, in generale, è che dall’Italia si guardi a queste elezioni tedesche come a qualcosa di estraneo, alieno, non trova?
Dal punto di vista strettamente politico c’è un’enorme differenza fra i nostri paesi, in Germania c’è una partitocrazia nel senso positivo del termine, esiste una legge sui partiti molto seria, non è che chiunque possa improvvisarsi politico o possa creare un partito, insomma. Tutto questo dà una maggiore serietà a tutto il sistema, i motivi per cui i nostri partiti si sono sgretolati sono noti, tutte le peggiori prassi sono state messe in campo e anche questo, inevitabilmente, si paga. Vorrei aggiungere che la funzionalità del governo tedesco e la sua composizione dipenderà molto anche dal Bundesrat, dato che quest’organo approva tutte le leggi più significative è chiaro che il sistema obbliga alla consociazione e a stringere alleanze altrimenti quelle leggi non passano. I governi dei Länder devono essere coinvolti, e quanto più larga è una coalizione tanto più è facile governare e non avere problemi di opposizione al Bundesrat, il cui ruolo non va sottovalutato, non solo quindi le elezioni federali ma anche le singole regionali hanno un peso enorme. Se si forma una maggioranza al Bundestag ma al Bundesrat non si riesce a far passare i provvedimenti allora il governo è zoppo. C’è una dimensione costituzionale che spinge alla stabilità, e questo è un elemento fondamentale, e intanto in Italia si fanno discussioni infinite intorno alla legge elettorale, quello che conta in Germania è governare non contro gli altri ma con il consenso degli altri e questo crea anche una solida base sociale.