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Non basta dire immigrato

L'integrazione dei nuovi immigrati passa per il loro auto-aiuto.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Migranti
Foto: theweek.co.uk

Ha ragione Mario Draghi a ricordarci il contributo dato dalle lavoratrici e dai lavoratori immigrati per la ripresa economica europea in corso. Del resto lo vediamo coi nostri occhi tutti i giorni anche nella nostra Provincia, quanto essi siano indispensabili nelle nostre aziende, nelle nostre case. Lavoratori e lavoratrici stranieri nelle fabbriche, nei cantieri, nella logistica, in agricoltursa, nelle case private, nei ristoranri; in Alto Adige sono oltre 25.000 distribuiti in tutti i comuni e…quasi non ce ne accorgiamo. Ne tanto meno si manifestano particolari forme di rifiuto o di razzismo nei loro confronti da parte della popolazione locale. Molti di loro sono entrati in Italia inizialmente come “clandestini” ed hanno potuto regolarizzare successivamente la loro situazione. Nessuno più penserebbe di rinunciare alla loro collaborazione. Sono venuti dal Pakistan, dalla Cina, dal Magreb, dal Sudamerica, dall’Ucraina, dalla Moldavia….,non vengono generalmente considerati un elemento critico della nostra società. Anzi, vengono accolti con soddisfazione quando incominciano il loro lavoro di raccolta della frutta, negli alberghi, nelle famiglie con persone non autosufficienti. C’è da chiedersi, di contro, come mai ci siano invece tanti problemi con la più recente ondata di immigrazione. In fondo si tratta per la provincia di Bolzano di 1700 persone, una piccole quota in rapporto agli stranieri già presenti ed attivi in provincia. Perchè sono percepiti dalla popolazione locale come un problema cosí significativo? Forse perchè in grande maggioranza non lavorano e non studiano? Forse perchè sono assistiti dall’Ente Pubblico a differenza di tanti altri stranieri e straniere che in poco tempo si sono resi economicamente autonomi? Forse perchè sono prevalentemente giovani maschi inattivi? Rispondere a queste domande, vorrebbe dire anche trovare una soluzione positiva ad una situazione che, lasciata a se stessa, può deteriorarsi a danno dei migranti e della convivenza nella comunità locale.
(www.albertostenico.it)