Ambiente | Trasporto pubblico

Altri 10+2 bus H2 a costi stratosferici!

In corso la gara per ben una dozzina di mezzi a idrogeno, ma i costi sono spaventosi. Nessuno lo sapeva? A rimetterci di nuovo il resto della flotta di Sasa?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Pixabay-Sasa-Provincia BZ

Nel silenzio assoluto è stata pubblicata la gara per 10 (12 metri) + 2 bus (12 o 18 metri come opzione) a idrogeno del progetto UE Jive, pubblicata il 19 settembre, chiusura il 25 ottobre. C’è da strabuzzare gli occhi per le cifre in ballo come riassunto nella stima dei costi che rivela un paio di particolari interessanti:

Si sapeva che i bus sarebbero costati 650mila Euro (al lordo di un contributo UE di circa 200mila Euro) ma… i 200mila Euro per l’allestimento (!), curiosamente la stessa cifra del contributo UE. E’ una cifra che nell’altra gara per i bus ibridi-puzzolio non compariva quindi si può ritenere che fosse compresa. Cosa significa ciò? Che forse in realtà la produzione dei bus H2 non costa 650mila ma 850mila Euro? E che quindi per 650mila ti offrono... lo chassis e la cella di combustibile e null'altro, neanche volante e sedili?

Altra curiosità: termine di consegna entro 600 giorni (!) dalla firma del contratto. Quindi questi bus, ben che vada, potrebbero arrivare a fine 2020 o ad inizio 2021, a conferma di quanto già si sapeva. E adesso si capisce la dichiarazione del fulgido presidente di Sasa quando ha parlato (in consiglio comunale a Merano) dell’installazione di una stazione di rifornimento H2 nel deposito Sasa. Poi sulla gara... ma meglio che mi astenga su ulteriori considerazioni viste certe suscettibilità.

Costi di manutenzione elevatissimi

E poi il costo di manutenzione è… stratosferico! 0,90 €/km sono un “botto” per bus che devono percorrere 60.000 km/anno. Alla faccia che i bus elettrici, come lo sono i bus H2, sarebbero più convenienti di quelli convenzionali. Perché poi bisogna pure aggiungere i costi del carburante che, attualmente, ammontano a circa 0,94 €/km. Totale: ben 1,84 €/km.

A titolo di confronto: i dati 2017, per i bus convenzionali, parlano di 0,58 €/km per i bus diesel e di 0,63 €/km per i (vetusti) bus a metano. Attenzione: costi che comprendono sia carburante che manutenzione.

Costi dei bus a idrogeno, ma qualcuno se ne rende conto o no?

  • Idrogeno: 10 bus x 60.000 km x 12 anni x 1,84 €/km = 13.248.000 €
  • Metano: 10 bus x 60.000 km x 12 anni x 0,63 €/km = 4.536.000 € (*)
  • Diesel: 10 x 60.000 x 12 anni x 0,58 €/km = 4.176.000 € (**)

(*) con flotta vetusta
(**) con flotta parzialmente vetusta

I numeri parlano da soli. Ne avevo scritto giusto qualche giorno fa e i dubbi sono stati drammaticamente confermati.

Costo di acquisto e le valide alternative, lo sanno i proprietari di Sasa?

Il costo dei 10 bus è di complessivi 8,5 milioni di Euro a cui vanno dedotti circa 2 milioni di Euro di contributi UE per un esborso netto di 6,5 milioni.

Cosa si potrebbe comprare in alternativa con la cifra netta? Semplice, circa 28 (!) bus a metano o ben 32 bus a gasolio (mica ibridi…), questi ultimi però il Piano Clima non li vorrebbe (e chissenefrega, li stanno comprando lo stesso...). Ho volutamente omesso i bus elettrici in quanto nel bando vi è indicato che i bus H2 debbono percorrere 350 km al giorno, autonomia che gli attuali e-bus se la sognano.

Emissioni zero? Certo, ma non deve essere una scusante

Certo, qualcuno affermerà che i bus sono pur sempre ad emissioni zero, ma bisogna capire che oggi Sasa ha (dovrebbe avere) un’unica priorità: procedere velocissimamente al rinnovo della flotta aumentando il numero di bus a disposizione (oggi 160 circa) visto che il “Programma NO2 2018-2023” prevede l’aumento delle corse sulle linee 3 e 5 a Bolzano, delle linee suburbane 110 e 111, e della linea 6 a Merano.

La cosa davvero ridicola è che, come ha dichiarato la coriacea d.g. di Sasa, l’obiettivo è quello di avere il “10% di bus ad emissioni zero”. Il resto? A gasolio, anche se ibridi! Visto che il metano/biometano fa schifo… a chi lo dobbiamo ancora capire, ma i "sospettati" sono ben identificabili. Ce ne saranno di addetti ai lavori ed esperti di tpl che scuoteranno la testa non solo in Italia.

La priorità era ed è il rinnovo della flotta, non le patacche “green” con farcitura di bus a gasolio!

Quali sono i piani per il rinnovo della flotta? NON sono stati finora dichiarati. Temo che siamo di nuovo davanti ad un déjà-vu come avvenuto di recente per i bus a gasolio-ibridi (la ripetizione di quello che avvenne nel 2012) e cioè che questo mega investimento H2, sempre e solo voluto dalla Provincia che tiene il cappio al collo Sasa dipendendo al 100% dai finanziamenti provinciali (come sempre è stato, beninteso), sia l’ennesimo pataccone “green” per dimostrare “urbi et orbi” quanto siamo bravi ad andare avanti ad emissioni zero con la magnificenza della energia elettrica prodotta con le acque glaciali con cui viene prodotto l’idrogeno (carissimo). Il tutto, pare di capire, per la vanagloria di qualche solito noto che appare aver intortato per bene non pochi politici locali e che di certo mi ha dipinto come un eretico.

Abbiamo già visto cosa hanno causato i nove milioni destinati ai cinque bus H2 del progetto Chic, ossia mezzi sottratti al rinnovo della flotta convenzionale (almeno 35 bus non comprati…) e con cui si è toppato il rinnovo della flotta declamato nel “Piano NO2 2011-2015”.

Se ne parlerà? Ne dubito fortemente, troppa immagine “green” in ballo

Appunto, la politica calerà nuovamente le braghe e se ne starà zitta? Perché, come ho già scritto, c’è il concreto rischio che prima o poi si debba agire per aumentare il biglietto urbano. Con i costi sopra descritti è solo questione di tempo perché, con i tempi di magra dei bilanci pubblici, non potrà che avvenire così. E continueremo ad avere un grosso problema di rinnovo della flotta, fatto salvo che finalmente non ci venga spiegato il fantasmagorico piano da 100 milioni di Euro per Sasa, che nel frattempo è già sceso a 62 milioni.