Società | PROVINCIA DI BOLZANO

Assegno di cura, +500% in 10 anni

La Relazione sociale 2017: spesa di 474,3 milioni, 20 in più del 2016. Meno richiesta per il reddito minimo. Stocker: "Potenziata l'accoglienza dei richiedenti asilo".
Stocker
Foto: Foto USP/FG

Sale l’impegno per il welfare in Alto Adige e di conseguenza la spesa collegata. Secondo la Relazione sociale presentata dalla Provincia il budget del settore politiche sociali è aumentato, nel 2017, di 20 milioni rispetto all’anno precedente, attestandosi a quota 474,3 milioni di euro. Per il solo assegno di cura si è passati dai 38 milioni e 488.045 euro del 2008 ai 213 e 547.769 del 2017 (quasi sei volte tanto, +455%). E buona notizia, grazie alla ripresa economica cala la richiesta del reddito minimo, da 10 a 8 milioni.

La relazione sociale

Il dato emerge bilancio illustrato dall’assessora provinciale Martha Stocker, dal direttore di Ripartizione Luca Critelli e dal direttore dell’Asse, Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico, Eugenio Bizzotto. “Il settore sociale – ha detto Stocker – è una delle voci più significative dell’intero bilancio provinciale, ed è caratterizzato da molteplici settori di intervento ed attività. Nel 2017 abbiamo varato la nuova legge sulle persone con disabilità che pone particolare attenzione all’inserimento lavorativo ed all’autonomia, e abbiamo creato lo sportello unico per l’assistenza e la cura che offre una significativa semplificazione degli iter burocratici. Con il progressivo invecchiamento della popolazione vi sarà sempre più bisogno di questa offerta e il trend risulta particolarmente evidente sull’assegno di cura che attualmente assorbe circa 213,5 milioni di euro”.

Il settore sociale è una delle voci più significative dell’intero bilancio provinciale. Con il progressivo invecchiamento della popolazione vi sarà sempre più bisogno di questa offerta e lo si vede dal trend dell'assegno di cura (Martha Stocker)

Assegno di cura in crescita

Dal 2008 hanno diritto all’assegno di cura provinciale tutti i residenti in Alto Adige con un fabbisogno mensile di cura e assistenza almeno pari a 60 ore. La spesa in quell’anno era pari a 38.488 milioni e 45.000 euro. In dieci anni la spesa è aumentata di quasi sei volte. Nel 2017 la misura è stato erogata, per almeno una mensilità, a quasi 19.000 persone non autosufficienti, pari a circa il 3% della popolazione residente: i due terzi erano donne, poco più della metà degli assistiti era inquadrata nel livello assistenziale più basso (primo livello) e l’età media complessiva era attorno ai 73 anni. Rispetto al 2016 crescono sia il numero dei beneficiari, sia la spesa complessiva, che fa registrare un +6%. Oltre ai 119 milioni liquidati alle persone che vivono presso il proprio domicilio, infatti, vanno aggiunti i quasi 94 milioni versati direttamente alle case di cura e ai centri per lungodegenti (4.300 beneficiari).

Prestazioni assistenziali e previdenza

Bizzotto ha fatto un resoconto dell'attività dell’Agenzia, che ha erogato nel 2017 prestazioni assistenziali e previdenziali a quasi 30mila beneficiari, con una spesa totale di quasi 278 milioni di euro, 11 milioni in più (pari al 4,4%) rispetto all’anno precedente. “A questi interventi – ha spiegato – si aggiungono gli assegni al nucleo familiare, l’assegno di cura, che copre il 77% della spesa assistenziale e previdenziale, le prestazioni ad invalidi civili, ciechi civili e sordi (15% per quasi 42 milioni) e gli interventi previdenziali (8% pari a oltre 22 milioni)”. Le prestazioni economiche a favore di invalidi civili, ciechi civili e sordi (7.579 beneficiari) sono risultate sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, mentre per quanto riguarda le prestazioni previdenziali spicca la pensione alle casalinghe, al cui fondo, ormai chiuso, hanno aderito oltre 2.800 persone, 2.302 delle quali hanno beneficiato nel 2017 di un assegno mensile (+1,5% di beneficiari, spesa di 14 milioni) compreso fra un minimo di 479,13 ed un massimo di 574,96 euro in base al numero di anni contributivi versati.

L'Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico ha erogato nel 2017 prestazioni per 30.000 beneficiari, per una spesa di 278 milioni di euro, 11 in più del 2016. E a queste si aggiungono gli assegni per il nucleo familiare, l'assegno di cura, il 77% della spesa assistenziale, i servizi per invalidi e previdenza (Eugenio Bizzotto).

Nell'assistenza a domicilio 4.000 lavoratori

Il direttore di Ripartizione Luca Critelli ha sottolineato che le persone assistite dal servizio socio-pedagogico, nel 2017, sono state 9.855, quasi equamente suddivise tra donne (50,16%) e uomini ( 49,84%). Nel campo dell’assistenza domiciliare sono state erogate quasi 305mila ore di assistenza a favore di 5.475 persone, il 46,25% anziani ed il 25,97% malati cronici, i posti letto nelle residenze per anziani sono passate da 4.247 a 4.356 confermando il trend di crescita di circa 110 posti letto all’anno. “Nel settore – ha spiegato Critelli – attualmente operano circa 4mila lavoratori. E nel medio e lungo periodo sono previsti ulteriori investimenti”.  Per quanto riguarda la capacità ricettiva dell’area disabilità, il servizio viene offerto da 867 operatori a 1467 persone (1.040 in strutture semiresidenziali e 427 in strutture residenziali), mentre l’area del disagio psichico offre assistenza a 322 persone. Particolarmente interessanti i dati relativi all’assistenza economica sociale (reddito minimo): grazie alla ripresa economica, si assiste ad un calo delle erogazioni da oltre 10 a poco più di 8 milioni di euro.

Nel settore dei servizi a domicilio operano 4.000 lavoratori. E nel medio e lungo periodo sono previsti ulteriori investimenti (Luca Critelli).

Beneficiari, solo il 10% è extra Ue

Per quanto riguarda, infine, i beneficiari delle prestazioni sociali suddivisi per nazionalità, si quale si evince che circa il 90% delle somme erogate è appannaggio dei cittadini italiani o comunitari, che rappresentano il 94% della popolazione, mentre circa il 10% va a cittadini extra-comunitari. “Durante l'anno scorso – ha concluso Stocker – è stata anche potenziata la capacità di accoglienza per le persone richiedenti asilo e senza fissa dimora, e sono state varate misure per promuovere la loro integrazione per quanto riguarda sia il lavoro, che l’abitazione”.