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Tommaso Colesanti

Un nuovo progetto su Artstore: “Fragili Barriere” dell’artista e soffiatore Tommaso Colesanti. Contattaci per acquistare l'opera!
Fragili Barriere, Tommaso Colesanti
Foto: Tommaso Colesanti

insalata-mista studio in conversazione con l'artista e soffiatore Tommaso Colesanti

Artstore: Raccontaci del momento in cui è nata quest’opera.

Tommaso Colesanti: L’idea nasce nel 2016, quando Donald Trump, durante la sua campagna per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, annuncia la sua volontà di fortificare e ampliare il muro al confine con il Messico. L’immagine dell’opera si schiarisce poi nella mia mente quando si inizia a costruire la recinzione anti immigranti tra la Grecia e la Turchia.
Il progetto rimane chiuso in un cassetto fino al 2020. Un anno particolare, un anno in cui lockdown e limitazioni alla libertà di movimento, mi hanno spinto sempre di più ad interrogarmi sul significato di libertà. E’ arrivato il momento in cui ho sentito il bisogno di esprimere la mia riflessione su questa tematica, realizzando “Fragili Barriere”

 

La tua passione per il vetro ti ha portato da Roma fino Bolzano. Cosa ti lega a questo materiale e come descriveresti il tuo processo creativo?

Mi sono innamorato sin da subito della lavorazione del vetro soffiato. Una tecnica che prevede l'utilizzo di tutti e quatto gli elementi naturali per lavorarlo. 
Il fuoco serve per fondere il vetro e renderlo plasmabile, l'aria attraverso il soffio ne definisce le forme, l'acqua viene utilizzata per le lavorazioni a freddo e il vetro stesso, composto in maggior parte da silicio (sabbia) è l'elemento terra.
Mi piace poi pensare che il soffiatore di vetro è il quinto elemento che con la sua creatività e abilità riesce ad unire terra, aria, acqua e fuoco per dare forma a qualcosa di nuovo. 
Con questa idea il mio processo creativo si sviluppa e trova ispirazione dalla natura e dal vetro stesso. Le qualità del vetro, quali la trasparenza, la fragilità, la durezza, ma anche i significati attribuiti al vetro, come il senso di protezione, di conservazione, di custodia del tempo sono fonte di nuove idee per i miei lavori. 
Inoltre dopo il mio trasferimento in Alto Adige, la natura del posto con le sue maestose montagne, è diventata una parte importantissima della mia ricerca professionale ed emotiva. 

 

Nelle tue opere lavori spesso tra opposti ed equilibri, concetto che già il materiale in sé mostra: durezza e fragilità. Cosa significano per te?

Tutto esiste perché esiste un opposto. Possiamo percepire la tristezza perché conosciamo la felicità, la vita senza la morte perderebbe di significato. 
Il vetro racchiude in sé questo principio di opposti: è un solido ma è anche un liquido, è fragile ma è anche duro, è plastico ma elastico. Questa sua dualità intrinseca è stata la scintilla che ha fatto nascere l'amore in me per questo materiale. Ma a volte è un rapporto di amore e odio, è un materiale difficile da lavorare e bisogna imparare a conoscerlo bene per capire tutte le dinamiche da rispettare quando lo si vuole plasmare. 

 

Con Fragili Barriere ti sei interrogato sul significato di libertà, e durante l’ultimo anno tutti noi abbiamo riflettuto molto su questo concetto. L’opera mostra fragilità e durezza; siamo forti, siamo delicati, è reale o è immaginario? 

Con Fragili Barriere voglio unire entrambi i significati. Nell'opera, il filo spinato di vetro stesso rappresenta le barriere fisiche, reali e tangibili che l'essere umano può costruire. 
Mentre la proiezione dell'ombra del filo spinato di vetro, una realtà immaginaria frutto della nostra percezione della realtà, rappresenta invece le barriere culturali che l'uomo erige nella sua mente, un mero elaborato delle sue paure e delle sue debolezze. 

 

Tommaso Colesanti

Fragili Barriere (2020) 
vetro borosilicato lavorato alla fiamma, 
ferro saldato ad elettrodo ed ossidato 
230 x 200 cm 

Prezzo: 5400 euro

(escluse tasse e costi di spedizione)

 

Tommaso Colesanti nasce a Roma nel Marzo del 1984 da padre svizzero e madre rumena. Il primo incontro con il vetro avviene nel 2005 nella soffieria scientifica Marbaglass a Roma, dove impara la tecnica della soffiatura a lume del vetro borosilicato specializzandosi nella produzione di alambicchi scientifici.
Nel 2011 si trasferisce a Bolzano per frequentare il corso biennale offerto dalla Cooperativa Vetroricerca Glas&modern sulle diverse tecniche di lavorazione del vetro: dalla soffiatura da fornace alla lavorazione a freddo, dalla pasta di vetro (paté de verre) alla pittura, dal glass fusing alla rilegatura a piombo.
Finito il biennio di studi inizia a lavorare per la stesa Cooperativa come assistente alla docenza, dove incontra grandi maestri artigiani come Massimo Lunardon, Lucio Bubacco, Caterina Zucchi, Silvia Levenson, Miriam di Fiore, Alberto Gambale e molti altri.
Nel 2020, innamorato delle montagne dell’Alto Adige, decide di aprire il suo atelier “The Fifth Element” a Bolzano, con la prospettiva di trasfersi prima o poi sempre più vicino ai suoi amati paesaggi montani. Ispirandosi alla bellezza della natura e alla complessità dell’uomo, si pone dei punti interrogativi sul concetto degli opposti e dei paradossi, trovando nel vetro, materiale dalla dualità intrinseca, solido ma liquido, elastico ma plastico, trasparente ma anche opaco, il mezzo con il quale esprimere le sue emozioni.