Politica | Rosatellum bis

“Basta con l’ipocrisia dei 5 stelle”

Legge elettorale, il senatore Svp Zeller contro il M5s: “Vogliono penalizzare le minoranze linguistiche con sistema di scorporo”. Bagarre a Palazzo Madama sulla fiducia
Karl Zeller
Foto: Gruppo Autonomie

Il Rosatellum bis, acrobazia raffazzonata di questo scampolo di legislatura, approda nella giornata di ieri (24 ottobre) in aula al Senato. Ed è subito scontro aperto. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, annuncia che il governo ha posto cinque questioni di fiducia su cinque dei sei articoli della legge elettorale. Il segretario del Pd Matteo Renzi dal treno dem con cui sta girando l'Italia per la campagna elettorale afferma: “Mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo e questa legge elettorale permetterà ai cittadini di scegliere i parlamentari. Il resto è discussione autoreferenziale e lontana dai problemi delle persone. Siamo lontani centinaia di chilometri dal chiacchiericcio della politica romana. Mi sto occupando di cose concrete”.

L'aver posto la questione di fiducia scatena invece l’ira degli esponenti del Movimento 5 stelle che per protesta si mettono delle bende bianche sugli occhi. Per dimostrare la sua contrarietà la capogruppo di Sinistra italiana, Loredana De Petris, al termine della seduta a Palazzo Madama, occupa la sedia del presidente del Senato Pietro Grasso, mentre otto senatori del M5s si siedono ai banchi del governo. Respinte per alzata di mano, dopo che il presidente Grasso aveva bocciato una richiesta di voto segreto, le questioni pregiudiziali presentate da M5s e Sinistra Italiana contro il Rosatellum.

Il segnale politico più rilevante arriva da Articolo 1- Movimento democratico e progressista: “Noi votiamo contro questa fiducia che è un atto gravissimo da parte del governo e quindi come Mdp usciamo anche formalmente da questa maggioranza”, afferma la presidente di Articolo 1-Mdp al Senato Cecilia Guerra lasciando la conferenza dei capigruppo convocata per mettere a punto il calendario dei lavori sulla legge elettorale. Entro le 12 di domani è atteso il voto finale sul provvedimento.

 

Nel frattempo monta la protesta anche da parte della Svp, indirizzata in questo caso ai 5 stelle “Come è noto la legge elettorale in discussione al Senato, così come approvata dalla Camera, non prevede lo scorporo e i voti per i candidati nei collegi uninominali vengono conteggiati anche per l’assegnazione dei seggi nel proporzionale. Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, con emendamenti a prima firma dei senatori Crimi, Morra e Endrizzi, propone ora che per le sole minoranze linguistiche si dovrebbe applicare un sistema di scorporo”, riferisce il senatore della Volkspartei Karl Zeller, presidente del Gruppo per le Autonomie-Psi-Maie.

 "L’art.6 della Costituzione impone la tutela delle minoranze mentre il Movimento 5 Stelle vuole fare esattamente il contrario"

La scintilla sarebbe scattata per questo motivo: secondo il Movimento 5 Stelle i voti dati alle liste espressione delle minoranze linguistiche dovrebbero contare solo una volta mentre per tutti le altre liste varrebbero due volte, sia per i seggi uninominali che per quelli proporzionali. “Ciò sarebbe estremamente penalizzante e discriminatorio e quindi palesemente incostituzionale. L’art.6 della Costituzione impone la tutela delle minoranze mentre il Movimento 5 Stelle vuole fare esattamente il contrario”, tuona Zeller invitando il M5s a spiegare ai cittadini “perché crede che un voto dato a un partito espressione delle minoranze linguistiche dovrebbe valere solo la metà di un voto dato a un partito nazionale. Perché - chiede ancora - il Movimento crede che i partiti espressione delle minoranze linguistiche non debbano poter concorrere per l’assegnazione dei 5 seggi assegnati nel sistema proporzionale nella Regione Trentino-Alto Adige? È ora di porre fine all’ipocrisia e alle mistificazioni del Movimento Cinque Stelle che si spaccia come filo-autonomista e attento alle minoranze linguistiche, mentre nei fatti agisce in direzione opposta”.