Politica | Intervista

"Quando la gente ha paura vota a destra"

Le elezioni provinciali a Bolzano viste da uno storico. Franco Cardini sull'Arciduca Ferdinando, Arno Kompatscher e la Lega.
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Foto: cgn.it
Franco Cardini, medievista ma anche grande studioso delle Crociate e dell’universo islamico a confronto con il (cosiddetto) Occidente, docente universitario in atenei italiani, francesi e statunitensi, ama e conosce la terra sudtirolese. Vi torna spesso, come nei giorni passati, ospite di Unitn e anche per una lectio a Bolzano su Gandhi e Martin Luther King. 
 
Salto.bz: Professor Cardini, le elezioni in Alto Adige\ Suedtirol si possono già storicizzare?
 
Franco Cardini: Presto per dirlo e soprattutto per applicarvisi, naturalmente. Però al Landeshauptmann vorrei richiamare un momento storico importante. 
 
Quale?
 
Quello legato alle istanze portate avanti dall’Arciduca Ferdinando (ultimi decenni del 1800 e fino all’attentato di Sarajevo del 1914) e anche se lui all’imperatore simpatico non era affatto. Istanze che sarebbero state sviluppate anche al di là della dialettica germano-ungaro-slava. Le aperture verso più etnie da parte di Ferdinando portarono come si sa a corto circuiti e a fatti di sangue. Ma la lezione della inter-etnicità valse nel grande impero austro-ungarico e ora deve valere sempre di più in Alto Adige Sudtirolo. Arno può farcela: dipende anche ovviamente dagli alleati che saprà (dovrà?) scegliere. Con l’augurio di una sorte opposta a quella dell’arciduca, ovviamente….
 
Cardini, approfondiamo ancora la sua analisi su Ferdinando e su Kompatscher.
 
Volentieri. Voglio dire che in questo piccolo orizzonte un po’ neo-asburgico (non nel senso delle nostalgie ma della composizione etnica anche se da voi manca l’elemento slavo) il trend da perseguire da parte della Svp sarebbe quello di accentuare la propria posizione. Quella di un partito dell’etnia austro-tedesca ma anche proporsi come una forza dinamica e sempre più aperta anche agli italiani. Guardi che conosco non pochi italiani che anche a Trento, se fosse stato possibile, avrebbero votato Svp….
La lezione della inter-etnicità valse nel grande impero austro-ungarico e ora deve valere sempre di più in Alto Adige Sudtirolo. 
I quindici seggi della Stella alpina sono una buona base di partenza per il prossimo governo provinciale in Alto Adige\ Suedtirol? 
 
Sì. Però…Koellensperger rappresenta una forza che è ancora presto leggere in modo adeguato. La Lega è in crescita, i 5 Stelle sono l’anello debole. La Svp dovrebbe lavorare in modo da proporsi veramente come una grande forza di massa per tutto il mondo sudtirolese. E anche il successo della Lega è, per il momento, un dato statico. Per averne un dato dinamico, si dovrà infatti attendere almeno un altro riscontro in una prossima consultazione elettorale.
 
E poi?
 
Si vedrà, aspettiamo. Una massima del “divo” Giulio Andreotti suona così: quando la gente spera vota a sinistra, quando ha paura vota a destra. Indipendentemente, aggiungo, dalla condizione sociale.
 
Si imporranno i sovranisti anche qui, dopo i numerosi sussulti in Italia?
 
Ma l’Italia non più è da tempo un Paese sovrano. Come quasi nessun Paese al mondo, eccezion fatta per gli Usa, la Russia e la Cina. Ormai tutto si tiene. Le scelte italiane sono ormai, comunque, molto condizionate. E dalla moneta unica, della uscita dalla quale tanto si parla, sapiamo bene che è tecnicamente pressochè impossibile.
 
Conclusioni, per ora?
 
L’avversario politico della Svp è distribuito su due fronti. Da una parte il germanofono sudtirolese e dall’altra Koellensperger. La maggioranza con lui e Svp sarebbe ampia. Pensiamoci…Salvo una intesa con la Lega oppure con i Verdi.