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Cosa c’è da sapere sul vaccino anticovid

35 domande e altrettante risposte dell’Aifa sullo Pfizer per chiarirsi i dubbi a pochi giorni dall’inizio della campagna vaccinale anche in Alto Adige.
Vaccino anticovid
Foto: upi

L’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), dopo il via libera all'immissione in commercio del vaccino anti-Covid delle aziende Pfizer-BionTech, ha pubblicato sul proprio sito 35 domande più frequenti con annesse risposte riguardo il COVID-19 mRNA BNT162b2, il Comirnaty, che inibisce Sars-Cov-2. Un vademecum sul vaccino che spiega in dettaglio quello che c’è da sapere, dall’efficacia e sicurezza della vaccinazione alle procedure.
Domenica 27 dicembre intanto, in Alto Adige, si parte con le prime 145 vaccinazioni a medici, infermieri e personale sanitario del San Maurizio di Bolzano. Lunedì sono attese le altre 5.850 dosi destinate al personale di tutti gli ospedali della provincia, il resto arriverà a inizio gennaio. In tutto la prima fornitura per l’Alto Adige conta 27.521 dosi.

Ma cos’è e a cosa serve il vaccino? È questo uno dei quesiti a cui risponde l’Aifa: Comirnaty è un vaccino “destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Comirnaty non contiene il virus e non può provocare la malattia”.

Come viene somministrato il vaccino? Attraverso un ciclo di due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. Come agisce il vaccino? Il virus SARS-CoV-2 penetra all’interno delle cellule umane servendosi di una proteina di superficie, chiamata Spike. “Una volta iniettato il vaccino, le cellule dell’organismo umano leggeranno le istruzioni dell’mRNA e produrranno temporaneamente la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo le proprie difese naturali, ossia gli anticorpi e le cellule T (globuli bianchi). Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV- 2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo. L’mRNA del vaccino non rimane nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione”.
Stando agli studi condotti fino a questo momento l’iniezione di due dosi protegge con un’efficacia del 95% dalla malattia Covid-19, “essere vaccinati non conferisce un ‘certificato di libertà’ ma occorre continuare ad adottare comportamenti corretti e misure di contenimento del rischio di infezione”, sottolinea l’Aifa.

 

In quanto alla durata della protezione, il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi ma “le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi”. Mentre appare “improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione” dovuto alla nuova variante inglese del virus.

E ancora: le persone che hanno fatto la vaccinazione anti influenzale da poco tempo possono vaccinarsi contro il Covid? “Non vi sono ancora dati sull’interferenza tra vaccinazione anti COVID-19 e altre vaccinazioni, tuttavia la natura del vaccinoCOVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) suggerisce che sia improbabile che interferisca con altri vaccini. Comunque il distanziamento di un paio di settimane può essere una misura precauzionale”. Chi invece ha già avuto una diagnosi di positività al coronavirus, nella prima fase della campagna vaccinale non necessita di una vaccinazione, ma potrà sottoporvisi in seguito, perché il vaccino “potenzia la sua memoria immunitaria”.

Capitolo reazioni avverse: quelle osservate più frequentemente (più di 1 persona su 10) sono state brevi e di entità lieve, come stanchezza e mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre.
Tra le Faq dell’Agenzia anche una che riguarda le controindicazioni legate a condizioni di salute: alle persone con malattie croniche, diabete, tumori, malattie cardiovascolari, si darà priorità nell’invito alla vaccinazione, mentre per la vaccinazione ai bambini sotto i 16 anni si attende l’esito di ulteriori studi in corso e perciò non è al momento raccomandata.
I dati sull’uso del vaccino durante la gravidanza sono tuttora molto limitati, tuttavia studi di laboratorio su modelli animali non hanno mostrato effetti dannosi in gravidanza.

Le persone con sistema immunitario indebolito potrebbero non rispondere altrettanto bene al vaccino ma “non vi sono particolari problemi di sicurezza”. Mentre chi ha una “storia di grave allergia” dovrà “consultarsi col proprio medico prima di sottoporsi alla vaccinazione”; fra i soggetti a cui è stato somministrato il vaccino “si sono verificati pochissimi casi di anafilassi (grave reazione allergica)”.

Fra le domande da segnalare c’è poi quella relativa alla possibilità di vaccinarsi privatamente a pagamento. La risposta è un inequivocabile “no”, “i vaccini disponibili attualmente saranno utilizzati soltanto nei presidi definiti dal Piano vaccini e non saranno disponibili nelle farmacie o nel mercato privato. È altamente sconsigliato cercare di procurarsi il vaccino per vie alternative o su internet. Questi canali non danno nessuna garanzia sulla qualità del prodotto, che potrebbe essere, oltre che inefficace, pericoloso per la salute”.