Cultura | Salto Afternoon

La Siria sotto la lente

Nei giorni scorsi il giornalista di origine tunisina di RaiNews24 Salah Methnani è stato ospite a Bolzano di BZ1999, Fondazione Langer e della rivista Fillide.
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Foto: Giovanni Accardo

Methnani, per anni inviato del servizio pubblico radiotelevisivo nelle zone di guerra, ha raccontato la guerra in Siria attraverso la sua testimonianza diretta essendosi recato a più riprese nel paese mediorientale martoriato per realizzare servizi giornalistici. 
Il giornalista di RaiNews24 ha avuto occasione di incontrare alcune classi di studenti del liceo Pascoli di Bolzano a cui ha raccontato il percorso che ha portato la Siria dalle primavere arabe del 2011 alla terribile situazione degli ultimi tre anni con l’avvento dell’Isis e l’esodo in massa dei profughi
Methnani ha invitato gli studenti a sviluppare senso critico leggendo ed informandosi. Invitandoli ad imparare le lingue e a non limitarsi alla superficie delle cose, suggerendo loro di sforzarsi di comprendere la realtà al di là delle ‘rappresentazioni schematiche’ che spesso vengono fornite, non senza secondi fini. 

Con lo scrittore ed insegnante Giovanni Accardo che lo accompagnava, Methnani è stato quindi protagonista di un incontro pubblico svoltosi presso la Sala di Rappresentanza del Comune di Bolzano, dove il giornalista ha cercato di fare un quadro il più possibile esaustivo dell’attuale situazione in Siria, ripercorrendo le varie tappe del conflitto. Methnani si è detto convinto dell’approssimarsi ormai della ‘vittoria’ nella guerra da parte del regime di Bashar al-Assad. E ricordando che nella guerra in Siria esiste una complessa molteplicità di attori, tutti in un modo responsabili del dramma umanitario e dei crimini contro l’umanità commessi nel paese mediorientale. 
Il dibattito che ha fatto seguito al racconto di Methnani è stato quindi piuttosto vivace. Confermando come la lettura della complessa vicenda siriana sia sempre più difficile, anche a causa della difficoltà con cui le informazioni ‘neutre’, sempre più rare, giungono dal teatro di guerra. 

Tra gli interventi - oltre ad alcuni cittadini siriani residenti in Alto Adige che hanno ringraziato per l’attenzione per una volta rivolta a cercare di capire cosa è davvero avvenuto nel loro paese - particolarmente veementi si sono alzate alcune voci partigiane. Di altoatesini che hanno compiuto sì lo sforzo di capire, ma che hanno frequentemente letto gli eventi e l’evoluzione del conflitto mettendosi ad esempio dalla parte del regime e indicando negli Stati Uniti il des ex machina della situazione, oppure per i Curdi indicati come unica speranza nell’ipotesi di una futura Siria democratica. 
Methnani ha risposto alle critiche continuando a narrare fatti da lui vissuti in prima persona, ad esempio nei campi profughi nel nord della Siria dove ha avuto occasione in intrufolarsi quando questo era ancora possibile. Oppure più recentemente quando ha voluto seguire le tappe dell’esodo di una famiglia siriana dal suo paese fino alla città di Stoccarda, in Germania. 

Salah Methnani sarà protagonista domenica 30 gennaio del prossimo Salto Gespräch, in cui avrà occasione di raccontare come il giornalismo di guerra, fino a qualche anno fa ancora possibile, sia stato oggi praticamente annientato prima dalla terribile propaganda dell’Isis e quindi anche dai vecchi e nuovi regimi che hanno posto fine alla cosiddetta Primavera araba mutilando i canali d'informazione, anche sui social