Cultura | Diario di viaggio

Tailandia

verso il paradiso
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Durante il mio lungo viaggio in Asia ho avuto la fortuna di andare anche in Tailandia.

Per l’esattezza ci sono stata per ben due mesi, prima un mese e poi “due Paesi più tardi” ci sono tornata per altri 30 giorni.

 

La prima volta che ho messo piede in territorio tailandese durante quella lunga esperienza di vita è stato dopo il Myanmar. Per arrivarci ho dovuto intraprendere un viaggio particolarmente movimentato, lunghissimo e “caldissimo”, si perché nonostante l'altissima temperatura esterna e nonostante l’esistenza del sistema dell’aria condizionata all'interno del mezzo di trasporto, l'autista aveva deciso di tenerla spenta probabilmente per risparmiare sulla benzina a costo della nostra salute. Forse anche per questo motivo un povero bambino che voleva a tutti i costi dormire anche se a vederlo non sembrava sentirsi troppo bene probabilmente per via del mal d’auto, ha iniziato a rimettere (e ha continuato a farlo per gran parte del tragitto) all’interno di un sacchetto di plastica. Avrei voluto dire a lui o a sua mamma che forse era il caso di stare dritto e guardare avanti ma non ci sono riuscita per due motivi, il primo perché mi trovavo due file dietro di loro e il secondo perché avrei rischiato di vomitare anche anche io. A parte questi dettagli alquanto poco piacevoli, per quanto riguarda il viaggio in sé verso il confine tailandese sono arrivata in dogana senza particolari problemi. Una volta entrata nell’ufficio delle guardie di confine ho dovuto pagare una multa di ben 15 dollari per essere rimasta tre giorni in più del consentito in territorio birmano. Dopo il timbro sul passaporto accompagnato dalla ricevuta della multa pagata ho potuto continuare il mio viaggio verso Mae Sot, la prima città in della Tailandia nella quale mi sono fermata.

Ma torniamo a ciò che volevo raccontarvi, ovvero di un'isola idilliaca dove sarei rimasta per mesi. Dopo circa dieci giorni che mi trovavo in Tailandia, un pò provata dal caldo e dalla stanchezza degli spostamenti da un posto all'altro, ho deciso di andare “al mare”, peccato che in quel momento mi trovassi esattamente nella direzione opposto al mare: io ero a nord e l'isola che avevo deciso di visitare si trovava al sud. Ma niente paura, ho cercato di reperire quante più informazioni possibili e mi sono recata nella stazione degli autobus di Chiang Mai, dove mi trovavo: un viaggio in autobus di 10 ore, un’altro subito dopo di 11, un tuc tuc fino al porto e un “traghetto”, eccomi arrivata nella bellissima Koh Phayam di cui vi parlerò nel prossimo articolo”