Società | Merano

Mensa Caritas, c’è l’accordo

Dei 18 dipendenti alcuni verranno assorbiti dall’azienda subentrante altri licenziati. L’assessore Frötscher: “Soluzione accettabile”. I sindacati: “Amaro in bocca”.
Anziani
Foto: upi

Alla fine si è arrivati al compromesso. In seguito all’annuncio degli esuberi emersi nella procedura di cambio appalto - dal prossimo 1° agosto infatti la ditta Arma Cirfood subentrerà alla Caritas nella gestione, per conto del Comune di Merano, dei servizi “Mensa per anziani” e “Pasti a domicilio” - degli attuali diciotto dipendenti della Caritas otto verranno rilevati da Arma, tre potranno continuare a lavorare, part-time, presso la Caritas stessa, uno è andato in pensione e sei verranno licenziati. Questi ultimi sei hanno raggiunto un accordo con il loro attuale datore di lavoro in merito al trattamento di fine rapporto. Tale l’esito delle trattative fra il direttore di Arma Antonio Riccardi e il direttore della Caritas Franz Kripp.

“Dopo che la Caritas ci ha comunicato di non essere più interessata a erogare i servizi in questione - ha spiegato l’assessore agli affari sociali Stefan Frötscher - abbiamo provveduto a bandire una nuova gara. Il testo del bando prevedeva esplicitamente, per il vincitore, l’obbligo di garantire un'occupazione ai lavoratori e delle lavoratrici alle dipendenze della Caritas. Presso la mensa di via Verdi vengono tuttavia offerti anche altri servizi, come ad esempio la refezione scolastica. L'obbligo si riferiva quindi solo a quella parte dei dipendenti che sono impegnati presso la mensa per anziani e nella consegna dei pasti a domicilio”. Frötscher ha specificato che il Comune di Merano ha fin dall’inizio “compiuto il proprio dovere e, nel suo ruolo di intermediario e nel limite della proprie possibilità, si è prodigato per sostenere le istanze dei dipendenti. La situazione, ovviamente, non è semplice. Quella raggiunta rappresenta pur sempre una soluzione accettabile, considerato che è stato raggiunto un accordo con tutti i lavoratori coinvolti”.

Per i sindacati di categoria Filcams/Cgil-Agb, Uiltucs/Uil-Sgk e Fisascat/SgbCisl si tratta di un risultato che, sebbene sullo sfondo di una vicenda che lascia l’amaro in bocca e non ancora conclusa, è importante: “Non è competenza sindacale entrare nel merito della strategia gestionale di Caritas ma quello che è noto è che negli anni Caritas ha gestito e dismesso numerosi servizi che facevano capo al centro di cottura della mensa di via Verdi, senza preoccuparsi o tenere in opportuna considerazione il futuro occupazionale dei suoi dipendenti. Un’ottica non certo confacente allo spirito e alla mission di una fondazione diocesana”. I sindacalisti, pur apprezzando lo sforzo economico che Caritas ha messo in campo per i dipendenti rimasti senza lavoro, ricorda che “gli incentivi sono rivolti a coloro che sono rimasti senza alcuna possibilità di occupazione: ma la situazione non è rosea nemmeno per coloro hanno accettato le proposte di lavoro avanzate dalla società subentrante e da Caritas, quest’ultima interessata per la prosecuzione del servizio mensa per studenti sino alla scadenza naturale del contratto, prevista per il 31 agosto 2018, si tratta di collocazioni che vedono una notevole riduzione dell’impiego lavorativo, difficilmente accettabili da chi ha carichi familiari”.