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Lo stato di salute di internet

Com'è la salute di internet? Un report della fondazione Mozilla prova a fare il check up alla rete, mettendone in mostra gli snodi cruciali per il futuro.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Mozilla

di Flavio Pintarelli

Qual è lo stato di salute di internet? È per rispondere a questa la domanda che la community di Mozilla ha rilasciato, a gennaio, la versione 0.1 della sua nuova iniziativa open source: l’Internet Health Report.

Si tratta di un documento che si pone come scopo quello di fare un check up della rete internet per verificarne lo stato di salute attraverso l’analisi di cinque indicatori: open innovation, inclusione digitale, decentralizzazione, privacy e sicurezza, competenza web. Mozilla, come si legge nella pagina di presentazione del progetto, ha intenzione di aggiornare il documento almeno una volta all’anno e la versione 1.0 dell’Internet Health Report è prevista per gli ultimi mesi del 2017.

Ogni sezione è organizzata in una premessa, che fotografa la situazione attuale nel singolo ambito. Seguono gli elenchi dei fattori salutari e di quelli insalubri e, infine, il documento termina con una progonsi dove vengono indicate le azioni necessarie per evitare disfunzioni e degenerazioni. Per ogni argomento vengono poi presentati una serie di dati esemplificativi e indicate alcune case histories di particolare interesse.

Dunque, come sta la nostra amata rete internet?

Addentrandosi nel documento emerge una situazione piuttosto variegata. In molti degli aspetti chiavi per la salute della rete, oggi agiscono forze che spingono verso cambiamenti giudicati poco salubri rispetto ai parametri di apertura, libero accesso e alfabetizzazione digitale. È curioso notare come, ad esempio, al nazionalismo risorgente di molti gruppi e partiti populisti, a cui assistiamo in tutto il mondo, corrisponda una spinta sempre più forte verso la centralizzazione delle infrastrutture di rete.

Corporation e stati nazionali cercano sempre più spesso di creare infrastrutture centralizzate, e dunque più facilmente controllabili per poter esercitare con maggior facilità il proprio potere al livello in cui si crea e si distribuisce informazione, operazione cruciale per la formazione dell’opinione pubblica.

The decentralized Web is thriving by some measures, but we are heading towards a future of vertically integrated silos controlled by a few large players. For a healthier Internet, we need to find ways to reinforce decentralization.

Ciononostante si tratta di un processo ben lontano dall’essere ancora compiuto. Al momento internet rimane ancora la più grande infrastruttura di comunicazione decentralizzata che l’umanità abbia mai visto. Prenderci cura di questo aspetto è fondamentale per far si che internet rimanga quello straordinario veicolo di cambiamento e comprensione reciproca che abbiamo imparato a conoscere.

Per farlo con sempre maggiore efficacia c’è però bisogno di molto lavoro. L’accesso a Internet, fa notare ancora il report nella sezione dedicata all’inclusione digitale, è ancora troppo sbilanciato tra chi abita nei paesi ricchi e chi no. Inoltre, ovunque nel mondo, per le donne è più lento e difficile acquisire competenze digitali.

There are now more Internet users in emerging economies than in developed economies, which is a big step towards increasing the diversity of voices online. That’s worth celebrating. Mobile phones have put the Internet within reach of more young people, women and rural areas than ever before.

Nonostante l’accesso a internet configuri nuove barriere di genere e di classe si stanno facendo grandi passi in avanti in questo senso. Per la prima volta, nelle economie emergenti ci sono più nuovi utenti della rete all’anno rispetto alle economie sviluppate. Un passo avanti significativo che trarrà grandi benefici da un’auspicata e maggiore varietà linguistica. Oggi infatti la lingua dominante della rete è l’inglese e molte lingue, anche molto diffuse nel mondo, sono sottorappresentate.

Per centrare questo obiettivo sarà fondamentale anche lavorare sull’alfabetizzazione digitale degli utenti della rete. Oggi una parte significativa dell’esperienza che facciamo in rete si svolge all’interno di siti e servizi che presuppongono la passività dei propri utenti/clienti. Un problema che si pone in particolare per tutti quegli utenti provenienti dal sud del mondo, dove la navigazione avviene soprattutto tramite dispositivi mobili e quindi attraverso applicazioni "chiuse".

L’importanza dei formati aperti, per diffondere le competenze digitali, è enorme. Garantendo, com’è stato fino a ora, a chiunque la possibilità di studiare, modificare e distribuire codice si contribuisce a mantenere la rete viva e dinamica, oltre a garantire una pluralità di visioni salutare per garantire la complessità della rete e non farne, al contrario, il veicolo di un conformismo dei punti di vista e del pensiero che informa i servizi che utilizziamo ogni giorno.

Dalla lettura del documento, emerge chiaramente che garantire accesso, alfabetizzazione e sicurezza agli utenti della rete significa mantenerne vivo a lungo il suo carattere innovativo e la sua natura di forte e imprescindibile strumento per il cambiamento dell’umanità.