Politica | Le nuove misure

“Caos Alto Adige, un continuo zig-zag”

Pioggia di critiche - anche dall’Svp - per la chiusura di bar e ristoranti decisa da Kompatscher. “Troppo aperturisti, ora si paga”. “Aiuti o le imprese falliscono”.
Bozen Phase 2
Foto: Othmar Seehauser

Non si può procedere a fisarmonica” dice il Pd che punta il dito contro “le chiusure a singhiozzo” a cui sono costretti (di nuovo) ristoratori e baristi, ora rimasti con “le scorte da buttare via”. È il minimo, perché l’Hgv lancia l’allarme sulla tenuta delle aziende della gastronomia (“Senza aiuti i fallimenti sono inevitabili”) chiuse da domenica 31 gennaio per la nuova ordinanza provinciale. Aziende che sono diventate “pedine della caotica politica sul coronavirus”, denuncia la Süd-Tiroler Freiheit. C’è anche il Team K a lamentare “l’ennesimo dietrofront della giunta”. “Non riusciamo più a sostenere una via altoatesina fatta di un continuo zig zag” evidenziano Paul Köllensperger e colleghi. Non bastasse, le bordate arrivano anche dall’interno dell’Svp. “La decisione di chiudere bar e ristoranti è sbagliata, ricevo ogni minuto messaggi da ristoratori arrabbiati e delusi”, sbotta Helmut Tauber, consigliere provinciale nonché albergatore e membro del direttivo Hgv.

 

Nuova ordinanza, tutti scontenti

 

Da fronti e collocazioni politiche diverse giunge un messaggio univoco alla giunta provinciale, che martedì ha annunciato la nuova stretta anti-coronavirus in Alto Adige. Da domenica bar e ristoranti saranno di nuovo chiusi tutto il giorno, restano aperti i negozi e i servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti). Questa la decisione di Arno Kompatscher e del suo esecutivo, che però ha scontentato tutti.

Tra fughe in avanti sulle riaperture e tempestivi dietrofront causati dalle classificazioni nazionali e ora anche comunitarie (la zona rosso scuro), la politica altoatesina è andata in testacoda. Prima infatti l’esecutivo ha difeso le prerogative dell’autonomia per mantenere la provincia in zona gialla, poi ha fatto retromarcia adducendo il rischio dell’impugnazione e quello della perdita dei ristori per le imprese.

 

Team K: ora dimissioni

 

Gioco facile per le opposizioni ricordare il messaggio all’insegna del “tutto ok” lanciato due settimane fa. “Ci chiediamo che cosa è cambiato rispetto alla conferenza stampa del 12 gennaio, in cui si è detto che tutto è sotto controllo”, rimarca Köllensperger. “Quanto detto è stato nuovamente smentito. È poco serio quando si annuncia l’intera chiusura di un intero settore incolpevole, senza peraltro comunicare dati certi. Tantissime aziende sono condannate a morte. Come si può mettere in croce un intero settore - si chiedono i consiglieri provinciali Team K - senza una provata evidenza di diffusione del contagio? Le decisioni sono basate su dati solidi? O i numeri sono sbagliati? In entrambi i casi, continua il gruppo, si tratta di uno scandalo: “In una terra normale si sarebbero tratte già da tempo conseguenze di natura personale (c’è quindi la richiesta di dimissioni, ndr), sia all’interno della giunta provinciale che dell’Azienda sanitaria: il fatto che questo non accada mai è la vera via altoatesina”.

È poco serio quando si annuncia l’intera chiusura di un intero settore incolpevole, senza peraltro comunicare dati certi (Paul Köllensperger)

 

 

Il Team K non crede alle motivazioni addotte, impugnazione e ristori. “Perdiamo i ristori? Ma quanti, per chi e per quanti euro? Sull’impugnazione invece - continua Köllensperger -, siamo in uno scenario in cui Roma ha tutt’altri problemi che guardare cosa facciamo noi e i tre senatori Svp hanno un peso come non mai difendere decisioni altoatesine”. Infine, si fa riferimento al braccio di ferro interno alla giunta e alla Volkspartei, dietro ai continui stop&go: “ll conto per la guerra tutta interna al partito di raccolta - Kompatscher contro Widmann, ala economica contro Arbeitnehmer - lo paga tutta la provincia, in questo caso la ristorazione”. 

 

Tauber e Hgv

 

Tanti esponenti della politica danno voce allo sconcerto degli imprenditori e lavoratori della gastronomia, che ormai da mesi non sanno più se devono chiudere o aprire. Tauber è sia albergatore che consigliere provinciale: “Solo la chiusura degli esercizi di ristorazione non porterà nulla, non farà abbassare l’infezione. E con queste decisioni bar e ristoranti sono certamente spinte al limite della loro esistenza, con tutte le conseguenze per i proprietari e i dipendenti. Meglio avere coraggio e proporre un blocco generale, dove tutte le attività non essenziali sono vietate e non solo quelle della ristorazione”.

 

 

Analoga la posizione di Manfreg Pinzger, presidente Hgv. “I contagi hanno luogo altrove - afferma -. Da un punto di vista epidemiologico, questa decisione non fa nulla e assomiglia a una politica della foglia di fico. Piuttosto, però, le imprese di gastronomia sono decisamente spinte al limite della loro esistenza”. L’associazione di categoria si aspetta aiuti concreti e tempestivi: “La decisione è urgente perché molte imprese dovranno servire i prestiti rinviati l’anno scorso tra poche settimane. Se non si fa nulla per allora, i fallimenti sono inevitabili”, conclude Pinzger.

Tanti bar e ristoranti hanno bisogno di un sostegno entro poche settimane, altrimenti falliscono (Manfred Pinzger)

 

Pd e STF

 

Tornando alla politica, il Partito democratico tramite il consigliere Sandro Repetto biasima la scarsa trasparenza sulla situazione reale del contagio. “Ora siamo ad un ritorno di fatto alla zona rossa. Oltre alla confusione che si viene creando tra i cittadini e ai danni economici che si provocano ad esercenti e commercianti, infatti emerge come i dati segnalati dal governo Italiano prima e dall’Europa poi ci abbiamo costretto a chiudere laddove forse non sarebbe mai stato il caso di aprire. Le chiusure a singhiozzo sono deleterie, come Pd abbiamo più volto messo in guardia da comportamenti troppo ‘aperturisti’ di cui ora si pagano le conseguenze”.

Le chiusure a singhiozzo sono deleterie. I comportamenti troppo ‘aperturisti’ poi si pagano (Sandro Repetto)

Sempre dall’opposizione, Myriam Atz Tammerle e Sven Knoll (STF) reagiscono “con rabbia e incomprensione alla nuova chiusura dell’industria dell’ospitalità”: “Ancora una volta diventa chiaro che Kompatscher&Co. non hanno una presa sulla gestione della crisi da coronavirus. Con le loro scorciatoie a zig zag stanno causando un danno enorme che minaccia l’esistenza delle aziende, che invece devono essere compensate finanziariamente per le loro perdite”.