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Il FAI che unisce

Si sono concluse domenica le Giornate FAI di Primavera 2017, un fine settimana dedicato all'arte alla natura e al paesaggio.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Edoardo Giuriato

Si sono concluse domenica le Giornate FAI di Primavera 2017, un fine settimana dedicato all'arte alla natura e al paesaggio. In molti conoscono queste giornate perché aprono beni culturali normalmente chiusi al pubblico, ma la loro vera forza è quella di essere diventate uno dei rari momenti di incontro generazionale.

Uno dei motori di questa manifestazione sono proprio le giovani leve, i cosiddetti Apprendisti Ciceroni®. Questo progetto, avviato nel 1996, si occupa di coinvolgere e attivare giovani studenti che decidono di investire il proprio tempo libero nella cura e nello studio approfondito di un bene d'arte locale e di trasmettere ad adulti e coetanei le conoscenze acquisite. Gli studenti che prendono parte al progetto svolgono anche un apposito corso di formazione e sono affiancati da guide esperte e volontari del FAI. L'entusiasmo che genera questa esperienza li rende un nuovo pubblico dinamico e sensibile ai temi dell'arte e della cultura. Non è raro infatti ritrovare fra il pubblico gli Apprendisti Ciceroni® di edizioni passate, molti di loro accompagnati dai propri figli.

Il progetto Apprendisti Ciceroni® è perciò l'elemento che costituisce l'unicità delle Giornate FAI di Primavera e dona loro il particolare fascino di cui godono. Grazie a questa iniziativa il bene che ogni anno il FAI sceglie di aprire smette di essere un luogo di apprendimento unidirezionale e si trasforma in un luogo di scambio e apprendimento bilaterale. In queste giornate il FAI permette la fusione del sapere fresco, di chi sta muovendo i primi passi verso il mondo adulto, con l'esperienza delle generazioni che si sono distinte nel mondo del lavoro e hanno ormai queste esperienze alle spalle. Gli Apprendisti Ciceroni® hanno la possibilità in primo luogo di imparare studiando, di insegnare, e infine di imparare ancora dal confronto e dal dialogo con il pubblico.

L'immagine di giovani liceali che raccontano un pezzo di storia locale a chi in questa realtà locale ha vissuto molto più a lungo di loro racchiude in sé un fortissimo potere simbolico.

Le Giornate FAI di Primavera non sono quindi solo un'opportunità di avere un accesso straordinario alla cultura e alla conoscenza, ma anche un'occasione per trasmettere conoscenza ed esperienza in una doppia direzione. Di fronte all'immenso patrimonio artistico italiano che fa da sfondo si coinvolgono persone di ogni fascia d'età, creando un grande movimento che rende l'evento dinamico. La dinamicità e l'incontro tra generazioni sono probabilmente i due fattori chiave che hanno determinato il grande successo delle Giornate FAI di Primavera negli anni e continuano a garantire una fortissima affluenza che cresce di edizione in edizione. Palazzo Rottenbuch è stato il bene rivelato quest'anno che ha fatto da crogiolo per quest'unione "del vecchio e del nuovo".

L'Oxford Dictionary ha eletto "post-verità" a parola dell'anno 2016. Questo termine incarna lo spirito del tempo che stiamo vivendo: un momento in cui i fatti contano quanto le opinioni e la facile retorica trionfa sull'informazione. È un periodo delicato per la cultura, che viene vista con sospetto, come un bene elitario, lontana dalle persone semplici e dai loro bisogni reali. Fra tanta produzione culturale appannaggio di pochi, promossa all'interno di università e accademie autoreferenziali, il FAI spicca e rema con coraggio nella direzione opposta. Attraverso una grandiosa opera di divulgazione e partecipazione il Fondo Ambiente Italiano riavvicina alla cultura chi solitamente non frequenta luoghi d'arte, rendendola accessibile a tutti. Per un fine settimana il FAI riesce a riunificare tutte le diversissime regioni d'Italia all'insegna dell'amore per l'arte e per la bellezza del nostro Paese.

In queste giornate il FAI apre quindi sia metaforicamente che fisicamente le porte della cultura, della storia e della tradizione locale, attirando giovani, adulti, figli e nipoti.

Ormai possiamo affermare con certezza che "Giornate FAI di Primavera" è un nome ben saldo nella testa degli italiani e un appuntamento fisso nella loro agenda.

Greta Sofia Lampis

Foto: Edoardo Giuriato