Ambiente | Predatori

Al lupo al lupo?

Il Südtiroler Bauernbund parla di 80 pecore e 16 capre uccise dal lupo a Passo Fedaia, in Trentino. Ma nel 2017 la Provincia di Trento ne ha riconosciute molte meno.
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Foto: Provincia Autonoma di Trento

Franz Anton Reiterer è un contadino sudtirolese del maso “Proherhof” di Verschneid/Frassineto presso Meltina, protagonista del video “Der Wolf in Südtirol – Das ist die Realität” diffuso sui canali social dal Südtiroler Bauernbund. “Abbiamo perso in totale 80 pecore e 16 capre” dichiara nel filmato l'allevatore, senza chiarire meglio chi esattamente abbia subito queste perdite ovine, e soprattutto quando e dove. “Conoscerei il caso, se solo fosse avvenutodichiara a Salto.bz il direttore dell'ufficio Caccia e Pesca della Provincia Autonoma di Bolzano Luigi Spagnolli: nel 2016 il lupo ha ucciso in Sudtirolo appena 17 tra capre e pecore, nel 2017 sono salite a 40. Ma dove sono le altre 56? Sul sito del Bauernbund viene offerta un'interpretazione:

80 Schafe und 16 Ziegen hat der Möltner Bauer bei einer Attacke eines Wolfrudels Ende Juli auf der Fedaia-Alm im Fassatal verloren. Franz Reiterer hat das Gemetzel dokumentiert”.

Insomma: il malcapitato gregge di Reiterer avrebbe subito il feroce attacco del lupo non in Alto Adige, bensì in Trentino, e più precisamente a Passo Fedaia in val di Fassa – a decine di chilometri di distanza dal Proherhof sul Tschögglberg. Peccato però che nemmeno i dati del Trentino paiono corrispondere a quelli forniti dai contadini sudtirolesi: secondo il rapporto “Grandi Carnivori” tra gli ovicaprini sono state 75 le vittime del lupo accertate in tutta la Provincia di Trento nel 2017, 44 i capi dispersi e uno ferito. Gli eventi predatori registrati corrispondono ad altrettante denunce per presunti danni da lupo con richieste di indennizzo, inoltrate al Servizio Foreste e fauna. Alle denuncia del danno segue il sopralluogo del personale forestale, possibilmente accompagnato da veterinario, che redige il verbale di accertamento.

Passo Fedaia, diamo i numeri

Secondo Claudio Groff, responsabile “Grandi carnivori” del Servizio Foreste e fauna della Provincia Autonoma di Trento, “a Passo Fedaia nel luglio 2017 ci sono stati 3-4 episodi di attacchi da parte del lupo, ma con una situazione poco chiara. Vere o presunte predazioni sono state denunciate parecchio tempo dopo l'accaduto, e in alcuni casi non è stato possibile verificare l'avvenuto attacco e quindi procedere all'indennizzo”. Non è infatti automatico imputare le scomparse al lupo, ovvero legare la scomparsa degli animali al pascolo con la presenza dei lupi, “tutt'al più se l'informazione ci arriva dopo un discreto tempo” sottolinea Groff. Inoltre il tavolo di concertazione con gli allevatori ha posto entro certi limiti il “grado” di scomparsa relazionato al lupo, con un tetto massimo di capi di bestiame dispersi indennizzabili dalla Provincia.

Sul controverso caso di Passo Fedaia “i numeri reali sono assai minori: nel 2017 abbiamo riconosciuto 21 capi ovicaprini uccisi e 25 dispersi, ragionevolmente imputabili al lupo; i pastori della zona ne avevano denunciati rispettivamente 27 e 93”. Per alcuni capi, quindi, non è stato possibile stabilire le cause della morte (o scomparsa) oppure non sono legate al lupo. Non solo: “Solo uno dei pastori coinvolti ha accettato le misure di prevenzione, ovvero la recinzione elettrica fornita in comodato d'uso gratuito, e non ha avuto più un solo capo ucciso dal lupo”. Nella quantificazione del danno, nonostante qualche mugugno, tutti i pastori hanno accettato l'indennizzo stabilito della Provincia. Questa è la realtà, parafrasando il video del Bauernbund, che chiede in conclusione un “Sudtirolo libero dal lupo”. O forse s'intende il Trentino.