Ambiente | Piano delle acque

Areale e centrali, salvate l’Isarco

Idroelettrico, il fiume deve restare libero per tutelare la falda e l’acqua potabile di Bolzano. Lo dice il parere del Comune. Quale sarà l'impatto dell’Areale sui pozzi?
Fiume Isarco, Bolzano
Foto: Asp/Protezione civile

Tutta l’acqua potabile (98%) di cui in pratica abbisogna quotidianamente la città di Bolzano proviene dalla falda freatica. Una disponibilità che secondo i tecnici del Comune capoluogo è direttamente collegata alla portata dei corsi d’acqua, in particolare di Talvera e Isarco. Pertanto, vista l’importanza di quest’ultimo per la ricarica della falda, occorre che sia precisata e garantita “l’esplicita esclusione dello sfruttamento a scopo idroelettrico per grandi derivazioni”, nel suo tratto urbano. Un elemento non esplicitamente previsto dal Piano provinciale di tutela delle acque, ma che l’assessorato all’ambiente ha voluto chiarire all’indirizzo di Palazzo Widmann nel parere allegato e approvato lo scorso 21 luglio dal consiglio comunale di Bolzano (con 29 sì e un astenuto). Ma c’è dell’altro, perché i tecnici del municipio chiedono attente valutazioni su quale sarà l’impatto dell’edificazione dell’Areale ferroviario sui pozzi presenti in loco. Un monito non di poco conto per il grande progetto che secondo l’amministrazione uscente rivoluzionerà la città per i prossimi 20 anni.

 

Tutela della falda, la priorità

 

Il Comune invoca una piena tutela del fiume che segna il paesaggio urbano di Bolzano e il suo territorio naturale, con tutto quello che ne consegue in termini di approvvigionamento per la popolazione. Fa fede il parere allegato alla delibera licenziata dall’Aula che verrà inviato all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente.

Il primo punto è la protezione della falda, così preziosa per la disponibilità potabile e non solo: “Oltre il 98% dell’approvvigionamento idrico della rete cittadina proviene da pozzi profondi distribuiti nella conca di Bolzano, alimentati dalla falda freatica - si legge nel documento allegato -. Si considera fondamentale che il Piano di tutela delle acque garantisca la piena tutela della falda secondo le previsioni e vincoli approvati”.

In particolare, dice il parere, si considerano fondamentali

  • la tutela della principale fonte d’approvvigionamento idrico della città di Bolzano;
  • il mantenimento dei livelli di falda presenti nella conca di Bolzano;
  • il mantenimento delle portate dei singoli pozzi con particolare attenzione a quelli attestati lungo il corso del fiume Isarco;
  • il mantenimento della qualità dell’acqua destinata al consumo umano distribuita dalla rete cittadina, influenzata dalla diluizione dei sospesi in base all’apporto dei fiumi Talvera e Isarco.

 

 

“Nessuna derivazione idroelettrica”

 

Nel documento si ricorda la delibera 5922 del 1983 con cui la giunta provinciale ha vietato “nuove derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico dai corsi idrici superficiali in quanto essi rappresentano una delle principali fonti di alimentazione delle falde acquifere di Bolzano”.

L’assessorato all’ambiente ritiene doveroso in ogni caso “ribadire l’importanza del fiume per la ricarica della falda di Bolzano attraverso l’esplicita esclusione dello sfruttamento a scopo idroelettrico per grandi derivazioni del tratto del fiume Isarco tra la confluenza con il rio Bria (o rio di Tires) e la confluenza con il fiume Adige, esclusione non espressamente sancita nel Piano, contrariamente a quanto avviene per altri corsi d’acqua e per altri tratti dello stesso fiume Isarco”. Qualsiasi ipotesi di utilizzo delle acque del fiume Isarco a scopo energetico, si aggiunge, “va comunque vincolata all’effettuazione di nuovi studi”.

 

Areale, Virgolo, interramenti: quale impatto?

 

Il parere cita tutti gli studi scientifici fatto compiuti negli ultimi 25 anni (dal 1991-1992 al 2018) compiuti circa “la falda e le sue modalità di ricarica”. Approfondimenti che, prosegue la valutazione, “confermano la forte influenza dei fiumi Talvera ed Isarco sull’alimentazione della falda della conca di Bolzano”. “Il consistente apporto del fiume Isarco alla falda è confermato anche dai dati di profondità della falda dal piano campagna in corrispondenza dei pozzi Macello posti nella zona Piani Bolzano nelle vicinanze dell’argine destro”. Si auspica quindi “l’effettuazione di nuovi studi per approfondire ulteriormente ed attualizzare la conoscenza della falda di Bolzano e delle sue modalità di ricarica”.

All'attenzione c’è il quadrante dove è previsto il maggiore sviluppo edilizio nei prossimi decenni. Il Comune di Bolzano - questa la parte che riguarda l’Areale, ma anche gli altri megaprogetti su Bolzano - richiede inoltre “un’attenta valutazione ed analisi dell’impatto sull’andamento e qualità della falda” per quanto riguarda lo sviluppo dei progetti destinati alla realizzazione di:

  • variante nord-est di Bolzano;
  • impatto delle opere previste con la riqualificazione dell’Areale Ferroviario, che richiederà la chiusura e dismissione dei due pozzi di via Macello e la contestuale realizzazione di un nuovo pozzo;
  • variante ferrovia del Brennero in zona Virgolo;
  • possibili interramenti di interi rami stradali nell’ambito della città di Bolzano.

 

Pesticidi: informare meglio gli agricoltori

 

Ultima precisazione sui prodotti fitosanitari. Vengono tirati in ballo i gestori degli acquedotti (a Bolzano è Seab) tenuti ad informare gli agricoltori su quali sostanze sono vietate. 

“Concordiamo appieno - si legge - con la necessità di sensibilizzare e formare gli agricoltori per mantenere e raggiungere gli obiettivi ambientali previsti. A riguardo facciamo presente che attualmente la lista dei fitofarmaci ammessi nella zona di tutela delle acque, lista che periodicamente viene deliberata dalla giunta provinciale, viene trasmessa ai gestori degli acquedotti che a sua volta dovrebbero trasmetterla ai proprietari dei terreni agricoli presenti nella zona di tutela. Nel caso di Bolzano tale zone copre quasi l’intera conca del fondovalle. Per tale motivo, si chiede che questo onere informativo venga trasferito ad altro ente per il quale sia più facile individuare e contattare i proprietari dei terreni interessati”.