Ambiente | Novità legislative

“L’acqua è di tutti, chi la usa paga”

Via libera della giunta al testo della legge europea provinciale che regola l’utilizzo delle risorse idriche. Arriva il canone. Ora la parola al consiglio provinciale.
Arno Kompatscher
Foto: @salto.bz

La Provincia “balla da sola”. Avendo facoltà di recepire direttamente leggi e normative europee senza bisogno di attendere le lungaggini del parlamento italiano, la giunta guidata da Arno Kompatscher ha approvato oggi (27 agosto) il testo della legge europea provinciale 2019 in materia di acque pubbliche. La direttiva comunitaria (2000/60/CE) prevede che le politiche dei canoni debbano essere uno strumento per l’utilizzo efficiente delle risorse idriche pubbliche, anche alla luce dei cambiamenti climatici, che impongono una maggiore sostenibilità e parsimonia nell’utilizzo. “Ricordo che l’Italia - ha detto il governatore durante la conferenza stampa di giunta - aveva varato una legge che è stata oggetto di una procedura d’infrazione da parte dell’UE, noi, come Provincia autonoma di Bolzano, faremo una nostra legge in linea con la direttiva europea, dal momento che abbiamo competenza primaria, esclusiva in materia”. 

 

Cosa dice la legge

 

Kompatscher riferisce che il testo della legge è stato oggetto di lunga discussione con i vari gruppi di interesse e i rappresentanti del settore agricolo in particolare, “e alla fine una buona sintesi è stata raggiunta”. Il disegno di legge, che verrà ora inoltrato alla commissione legislativa per poi essere votato dal consiglio provinciale, poggia sul principio per cui “chi usa paga” e “chi inquina paga”. Il fine è coprire i costi ambientali legati agli utilizzi idrici, a tal proposito oltre la metà degli articoli della legge europea provinciale è proprio dedicata alla nuova regolamentazione del canone idrico. “La buona notizia è che questo canone verrà utilizzato per migliorare l’utilizzo dell'acqua, dunque per il miglioramento del sistema e l’efficientamento della rete, con l’obiettivo di garantire una sempre maggiore sostenibilità e rispetto dell’ambiente per questo settore”.

Il traguardo a cui aspira l’amministrazione provinciale con questa legge è l’efficienza di utilizzo delle acque pubbliche, accanto all’obiettivo di ridurre i punti di prelievo e le quantità d’acqua prelevate da fiumi, laghi e bacini; di promuovere pratiche di utilizzo meno impattanti e più sostenibili per il territorio e di minimizzare i prelievi nelle zone con scarsa disponibilità idrica. Ci sarà una suddivisione per settori fra i diversi utilizzi idrici: da quello domestico a quello agricolo, produttivo, di protezione civile e come forza motrice. Successivamente la giunta dovrà stabilire l’ammontare dei canoni idrici, i criteri di calcolo e le eventuali esenzioni per gli utilizzi, sulla base della portata sociale, ecologica ed economica dei singoli utilizzi. I canoni idrici sono corrisposti a decorrere dal 1 gennaio 2020, mentre non sono interessati dalla nuova legge i canoni istituiti alla fine del 2017 per le acque minerali e per l’utilizzo idroelettrico. 

 

 

“L’acqua e la terra sono le nostre risorse più preziose. Vogliamo utilizzarle in un modo che sia il più possibile rispettoso e in linea con il nostro Patto per la sostenibilità”, ha sottolineato Kompatscher aggiungendo che “naturalmente l’acqua dev’essere accessibile per tutti, perché è di tutti. Al contempo occorre però che le venga attribuito il giusto valore. Dunque per ogni forma di utilizzo delle acque si prevede il pagamento di un adeguato corrispettivo”. 

Nei Comuni dove finora l’acqua potabile era gratuita le amministrazioni dovranno essere in grado di realizzare riserve idriche sul proprio territorio. Il motivo? Dotare i Comuni stessi di una scorta per rifornire la popolazione anche in futuro in modo sicuro di acqua potabile, ad esempio ristrutturando o realizzando bacini di raccolta, condotte e reti di distribuzione.

 

La parificazione linguistica

 

Infine il capitolo delle lingue. Con la nuova legge europea provinciale si norma anche l’iscrizione agli ordini o ai collegi professionali in linea con la direttiva europea per il riconoscimento delle qualifiche professionali (2005/36/CE), garantendo così il rispetto del principio dell’equiparazione delle lingue italiana e tedesca in Alto Adige. Coinvolti sono tutti gli ordini professionali come per esempio quelli dei medici, degli architetti, dei geometri e degli ingegneri. “La parificazione delle lingue italiana e tedesca è un principio basilare dell’Autonomia dell’Alto Adige e deve dunque valere anche per l’esercizio delle professioni sul nostro territorio. Chi parla una di queste due lingue ha dunque il diritto di essere iscritto nell’albo della professione che esercita”, evidenzia Kompatscher.

Per coloro che parlano solo il tedesco vale una doppia limitazione: possono lavorare solo in Alto Adige e non in tutto il territorio nazionale e per lavorare negli enti pubblici devono essere in possesso dei prerequisiti richiesti per il pubblico impiego, incluso il patentino di bilinguismo (nessun problema invece per quel che riguarda il mercato privato). Ulteriori determinazioni riguardano l’assistenza scolastica, che in linea con la direttiva europea corrispondente (2011/95/UE) tratta anche lo status dei rifugiati, il ruolo dell’Ufficio di Bruxelles e i controlli nel settore dell’agricoltura biologica.

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Martin Daniel Ven, 08/30/2019 - 08:51

Das klingt alles toll, aber das Wichtigste für die allermeisten Haushalte bleibt unklar: Wird Leitungswasser teurer, dort wo die Gemeinden bereits Gebühren erheben? Das liefe den jüngsten Kampagnen zum Umstieg von Mineral- auf "Bürgermeisterwasser" zuwider. Wenn Müll vermieden werden soll, darf nicht das Leitungswasser teurer werden!

Ven, 08/30/2019 - 08:51 Collegamento permanente