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“La morte del PD”

Durissima Luisa Gnecchi sulla crisi economica dei Democratici altoatesini, che si apprestano a lasciare la sede e licenziare i dipendenti.

“Fino alle prossime elezioni provinciali ognuno deve pagare in base a quello che ha firmato. Poi se nel 2018 ci sarà un solo eletto allora sarà evidente che non serviranno più sede e dipendenti. E saranno gli elettori a decretare la morte del PD. Non può essere questa assemblea provinciale a decidere, anche perché in essa ci sono 7 ‘nominati’ non votati alle primarie e traghettati dalla precedente assemblea.”

La deputata bolzanina Luisa Gnecchi non le manda a dire e commenta in questo modo la situazione attuale del PD altoatesino e le notizie apparse in queste ore sulla stampa locale, che descrivono il partito in uno stato ormai economicamente comatoso
Ieri in merito alla grave crisi economica dei Democratici in provincia di Bolzano ha nuovamente preso la parola la segretaria Liliana Di Fede, ma di fatto solo per ‘certificare’ la situazione di fallimento economico del partito. Affermando che "il PD altoatesino non può continuare ad aumentare i suoi debiti” ed auspicando quello che manca da tempo e cioè un “calcolo coerente e stabile di entrate e uscite”. 

Insomma: il PD altoatesino allarga le braccia e, in sostanza, getta la spugna. 
Mentre sulla stampa si rincorrono voci in merito a vecchi litigi, ripicche, investimenti azzardati, promesse non mantenute e - soprattutto - il comportamento manifestato da diversi eletti (si parla di 8) che non avrebbero versato e tuttora non versano il dovuto al partito. Condannandolo di fatto alla sua ‘destrutturazione’, non solo formale. 

Il momento topico a cui si richiama Gnecchi nella sua presa di posizione è l’assemblea del partito in programma per lunedì prossimo 3 ottobre nella sede di piazza Domenicani a Bolzano già in fase di smantellamento. Sarà in quella sede in fatti che verranno messi ai voti sia l’abbandono degli uffici del partito sia il licenziamento dei due dipendenti, nello specifico una segretaria amministrativa e l’addetto stampa. 
In realtà però il partito - come sempre più spesso è successo negli ultimi tempi per dirimere le sue questioni interne - si è affidato ad una commissione nazionale per risolvere il ‘nodo’ scabroso legato alla morosità di alcuni eletti. Che da tempo non pagano il dovuto al PD così com’è stabilito dalle regole nazionali. 
Prima di ricorrere alla commissione nazionale (che dovrebbe decidere in merito domani 28 settembre) in realtà il tesoriere Salvatore Cavallo si è rivolto ai garanti provinciali, senza però venire a capo del problema. 

Ma quali sono le regole che si sono dati nel PD in merito ai contributi degli eletti al partito?
E’ molto semplice: i consiglieri e assessori provinciali versano il 18% della loro indennità lorda al partito, gli assessori comunali e i sindaci l’8% ed infine i consiglieri comunali il 7% del loro gettone di presenza. 

Ma veniamo al nocciolo della questione, o meglio alla goccia che sta facendo travasare il vaso della crisi economica del PD altoatesino e, nenache a dirlo, dei rapporti interni al partito da tempo interessati da scontri interpersonali a vari livelli. Ebbene: chi sono gli 8 eletti che non pagano o pagano meno del dovuto?

Nel partito ufficialmente le bocche sono cucite. Ma i mormorii circolano eccome. 
Secondo quanto appreso da salto.bz il problema non starebbe tanto nel chi non paga, quanto nel chi paga meno di quello che dovrebbe. Facendo mancare i 40mila euro anni che nel recente periodo hanno fatto impennare il debito del partito. 
Dalla lista non sarebbero esclusi l’assessore provinciale Christian Tommasini e il presidente del Consiglio Provinciale Roberto Bizzo. Così come i neo assessori comunali di Bolzano Sandro Repetto e Monica Franch
Il quinto nome sarebbe quello del sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, che non è iscritto al PD ma che non avrebbe (ancora) ottemperato alla sua promessa di versare una quota della sua indennità al partito maggiore della coalizione che lo ha portato a vincere le elezioni comunali di maggio 2016. 
Mormorii riguardano anche il sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa, da dieci anni deputato nelle liste del PD eletto nella circoscrizione per il Trentino Alto Adige, che non avrebbe mai sostenuto economicamente il PD altoatesino a differenza della deputata Luisa Gnecchi e (recentemente) anche del senatore Francesco Palermo. 

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Karl Trojer Mer, 09/28/2016 - 18:41

Wenn es stimmt, dass seit geraumer Zeit nur Luisa Gnecchi und Francesco Palermo ihren finaziellen Verpflichtungen zur Stützung des PD voll nachkommen, dann ist die PD-Führung einerseits zu schwach und sind die betroffenen, säumigen Mandatare der verschiedenen Ebenen für den Niedergang des PD-Südtirol hauptverantwortlich. Die vom PD-Statut verbotenen "correnti" werden im wesentlichen von diesen letzteren geschürt und sind Grund dafür, dass es, trotz engagierter Versuche, keinen interethnischer PD gibt. Der Kammerabgeordneten Luisa Gnecchi drücke ich meinen persönlichen Dank aus für ihr langjähriges, sehr kompetentes Engagement für das Gemeinwohl Südtirols und Italiens. Dem Senator Francesco Palermo danke ich für seine Darlegungen zum Verfassungs-Referendum auf www.salto.bz. Ich werde am 04.12.2016 mit JA stimmen, da Politik die Kunst des Möglichen ist und dieses Referendum, bei aller Unzulänglichkeit, Italien vom Katz- u. Mausspiel des paritätischen Zweikammer-Systems befreien wird.
Karl Trojer, Terlan

Mer, 09/28/2016 - 18:41 Collegamento permanente