Società | Consumatori

Il Ctcu è troppo vicino all’Svp?

L’ex-presidente Filippi attacca su rappresentanza linguistica e indipendenza dalla Stella Alpina. Il direttore Andreaus: “Ci sentiamo tranquilli”

“Risolviamo tanti problemi, risolveremo anche questo”. La prende con filosofia il direttore del Centro tutela consumatori utenti Walther Andreaus, ma le critiche arrivate a mezzo stampa dall’ex-presidente (e oggi consigliere comunale 5 Stelle) Alberto Filippi non sono passate inosservate. Il tema posto da Filippi è delicato in Alto Adige: l’elemento italiano sarebbe molto sottorappresentato all’interno dell’associazione. Ed ecco i numeri: il direttivo è formato da tre persone di madrelingua tedesca, la neopresidente Priska Auer è anch’essa tedesca, mentre il vicepresidente Agostino Accarino è italiano. Ma c’è di peggio. Filippi mette in dubbio l’indipendenza del Ctcu in quanto condizionato dalla preponderanza sudtirolese e dal contributo provinciale che ogni anno l’associazione incassa dalla Provincia. Il risultato? Le richieste Svp avrebbero troppa influenza.

Una tesi che il direttore Andreaus smentisce seccamente: “La nostra è un’associazione apolitica e quindi i partiti non vi intervengono, nella quale non si sono mai poste questioni etniche, fortunatamente. Non ci sono preclusioni, italiani, tedeschi e ladini possono partecipare alla vita dell’associazione, l’unico principio in questo senso che ci siamo liberamente dati è la previsione statutaria di una rotazione ogni due anni della carica di presidente e vicepresidente, che di volta in volta sono ricoperti da italiani e tedeschi”. E Filippi? Andreaus non lo nomina mai “Se ci sono persone che si sentono messe da parte possono farsi avanti negli organi preposti, noi il nostro operato e lavoro lo sentiamo a posto. E comunque non decido io chi partecipa, ogni socio è invitato a farlo”.

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Sebastian Felderer Lun, 04/29/2013 - 13:40

Ho scritto qualche giorno fá sotto la rubrica "econonomia" un commento all'articolo sul conto corrente gratuito per i pensionati. È ancora lí, inosservato o almeno indiscusso. Ma era significativo proprio nel senso e nell'ottica di cui sopra.
Il mio rispetto verso la tutela dei consumatori e per chi si batte per questo obiettivo é a 360 gradi. Peró sarei cieco su tutti i due gli occhi, se non avessi visto, capito ed anche vissuto certe pratiche, che hanne le radici proprio nella struttura della CTCU. Ed é inutile negarlo.

Cito per maggior chiarezza un esempio del tutto estraneo al CTCU.
Quando il "Dachverband für Natur und Umwelt" ci ha dato una mano per fare causa contro certi peccati verso la natura, il buon Durnwalder per prima cosa ha ridotto i contributi annuali, con la sempolice e logica spiegazione "Non mi finanzieró mica gli avvocati, che mi fanno causa".
A questo punto il buon Andreaus non deve smentire, ma cercarsi uno sponsor, che gli da i soldi e la indipendenza nello stesso momento. Dov'é si trova questo stupido? Dire che il CTCU é apolitico e come dire, viaggio in treno, ma non sui binari. Anche l'ACLI di lingua tedesca (KVW) fino a qualche anno fa era apolitico. Se tutelo i consumatori, faccio un'attivitá "politica" e basta. Chi dice il contrario, o non se ne intende di consumatori o di tutela. Ma fra il dire e il fare c'é spesso un' abisso. So inoltre di che cosa sto parlando, perché ho vissuto sulla mia pelle certe azioni o "non azioni", secondo chi era il bersaglio. Qui non centra l'appartenenza etnica, ma il bersaglio, e non ha lingua ne quello, ne il danneggiato. Abbiamo gia troppi "apolitici" nel nostro paese, anche i centomila voti preferenziali sono apolitici, peró ben pagati, come si sa da qualche tempo.

Lun, 04/29/2013 - 13:40 Collegamento permanente