Politica | Misure anti-Covid

Alto Adige pronto al dietrofront?

Roma impugna l’ordinanza trentina e prende tempo su quella altoatesina. Bar e ristoranti: stop alle 18 o a rischio gli aiuti statali. Ferie d’autunno: strette in vista.
Arno Kompatscher
Foto: Othmar Seehauser

“Nel momento in cui ripetiamo che l’esigenza di anticipare l’orario di chiusura dei locali, per ridurre la mobilità dei cittadini, è stata dettata da stringenti esigenze di emergenza sanitaria nazionale, ribadiamo che le decisioni di derogare alle misure del dpcm minano i principi di uniformità di norme atti a garantire la sicurezza dei cittadini e la salute pubblica. È sempre possibile, come abbiamo più volte sottolineato, adottare sui singoli territori misure più restrittive”. A dettare la linea è il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia: le regioni e le province “ribelli” rientrino nei ranghi, è il messaggio inequivocabile.

È in corso di valutazione l’ordinanza della Provincia Autonoma di Bolzano” ha annunciato ieri, 28 ottobre, il responsabile del dicastero delle Regioni che ha già trasmesso la richiesta di impugnativa per l’ordinanza trentina firmata dal presidente Maurizio Fugatti. “Il medesimo provvedimento sarà attivato per tutte le Regioni e le Province Autonome che decideranno di aggirare le disposizioni del dpcm”. L’Alto Adige, però, stavolta sembra voler giocare d’anticipo e per un motivo preciso. Di convenienza.

 

 

Pecunia non olet

 

Come noto la giunta di Arno Kompatscher ha stabilito, con l’ordinanza numero 49 (che poggia su una legge provinciale, particolare non trascurabile che renderebbe più complicato l’iter per una eventuale impugnazione), alcune regole diverse rispetto alle restrizioni previste dal nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri per cercare di contenere i contagi da Covid-19. Pomo della discordia le misure che riguardano bar e ristoranti la cui chiusura a livello nazionale è stata fissata alle 18, mentre in Alto Adige i bar chiudono alle 20 e i ristoranti alle 22, ma dalle 18 la somministrazione di cibi e bevande può essere effettuata solo al tavolo, con posti assegnati e un massimo di 4 persone per tavolo, ad eccezione dei familiari conviventi.

Mentre Roma richiama all’ordine in provincia di Bolzano si valuta l’ipotesi di una chiusura di bar e ristoranti alle 18. Secondo quanto riportato dalla Rai locale il governatore Kompatscher - comunque convinto che l’ordinanza locale potrebbe resistere a una impugnazione da parte del governo - avrebbe discusso la possibilità con i rappresentanti dell’Hgv, l’associazione albergatori e pubblici esercenti dell’Alto Adige, passando la palla ai ristoratori. Starebbe a loro decidere se anticipare la chiusura allineandosi alle regole nazionali. L’arma di convincimento? La più efficace di tutte: il denaro. Martedì scorso il governo ha approvato il “decreto ristori”, che prevede, come ha spiegato il premier Giuseppe Conte, “lo stanziamento di oltre 5 miliardi di euro per dare risorse immediate a beneficio delle categorie degli operatori economici e dei lavoratori interessati dalle misure restrittive dell’ultimo dpcm”. 50 milioni è la fetta che andrebbe all’Alto Adige. Chiudere dopo le 18 - non attenersi cioè alle direttive statali - potrebbe significare per gli esercenti dire addio a questi aiuti. Probabile, inoltre, lo stop per cinema e teatri (rimasti aperti in Alto Adige), anche questi fra i destinatari dei contributi a fondo perduto.

 

Altre strette

 

Stamani, nel corso di una sessione speciale virtuale, l’esecutivo provinciale discuterà ulteriori potenziali interventi da intraprendere, come appunto la chiusura anticipata per i bar e i ristoranti, nonché l’ulteriore limitazione delle attività ricreative che prevedono una presenza ravvicinata fra le persone, come le prove musicali. Al vaglio anche la possibilità di anticipare il coprifuoco, che attualmente (e fino al 24 novembre) è in vigore tra le 23 e le 5.

L’obiettivo, inoltre, fa sapere Kompatscher, è quello di inasprire, con un breve preavviso, le misure di contenimento durante le ferie scolastiche (che iniziano sabato) e di sfruttare il periodo in cui è più facile avere meno contatti sociali quotidiani per contrastare la diffusione del virus. È bene ricordare che, stando ai dati elaborati da Paolo Spada, chirurgo vascolare all’Humanitas Research Hospital di Milano (fonte Ministero della Salute al 26 ottobre), dopo la Valle d’Aosta, che è la regione con la maggiore incidenza di contagiati rispetto alla popolazione, al secondo posto c’è la provincia di Bolzano.

“Duole constatare, per alcune dichiarazioni pubbliche, la non completa consapevolezza della situazione sanitaria in Italia e duole ancor di più che non siano tenuti in dovuto conto i dati uniformi di rischio”, ha dichiarato il ministro Boccia sottolineando che non fa eccezione la Regione Autonoma Siciliana la quale ha anticipato ieri, attraverso il presidente Nello Musumeci, “l’ipotesi di un ddl che, se dovesse essere approvato, sarà immediatamente impugnato dal governo. Con l’aumento esponenziale di contagi e l’aumento delle vittime, rinnovo ancora una volta la richiesta di massima collaborazione”.