Società | Intervista

Weaving People

Spesso i percorsi intrapresi presso Unibz portano lontano. Com’è capitato per la ricerca sul campo svolta da Alex Foradori nelle Filippine.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Alex Foradori
Foto: Foradori

Originario delle valli trentine, il 24enne Alex Foradori nelle scorse settimane si è laureato presso la Facoltà di Design della Libera Università di Bolzano presentando una tesi molto originale basata sull’esperienza da lui vissuta in un luogo lontanissimo tanto affascinante e cioè il territorio di Luzon nelle Filippine. Lo abbiamo incontrato per chiedergli com’è nata e come si è sviluppata questa avventura formativa.

 

Per prima cosa focalizziamo il contesto?

Beh, tutto è nato in seguito all’esperienza che ho svolto per 1 mese e mezzo circa appunto nella zona del Luzon, nel nord delle Filippine. Si tratta di un territorio caratterizzato da alte montagne ma anche dalla presenza di terrazze in cui viene ancora coltivato il riso in maniera tradizionale dagli indigeni che vivono nella zona. Le terrazze, patrimonio dell’Unesco, sono anche la principale fonte di turismo locale e quindi in definitiva l’unica effettiva fonte di guadagno per la popolazione del posto. Purtroppo però oggi la gestione non ottimale del turismo sta portando in quella zona ad un abbandono delle tradizioni e quindi anche della spinta al mantenimento di queste terrazze che è interamente affidata agli agricoltori. Oggi più del 30% delle terrazze sono di fatto in degrado o sono state già abbandonate. Ed è per questo che le terrazze già dal dal 2001 si trovano nella lista dei patrimoni culturali dell’umanità in pericolo.

Qual è stato lo specifico intervento nella zona?

Il mio approccio è partito dal basso. Ho cercato di conoscere queste persone e capire la loro cultura, cercando di addentrami all’interno della situazione nel modo migliore possibile. L’idea è stata quella di iniziare a lavorare con gli scarti della produzione del riso, utilizzando le piante che vengono lasciate nei campi dopo il raccolto, e combinando questi materiali con un’altra tradizione locale che è quella dell’intreccio. Quella è una zona di foreste pluviali e loro sono molto bravi nel realizzare prodotti con queste tecniche, potendo anche disporre di materiali molto differenziati.

 

Qual è stata la procedura adottata?

Prima ho fatto una sperimentazione collaborando con un artigiano e successivamente ho creato un evento attraverso il quale, utilizzando le tecniche che avevo imparato, ho insegnato ai turisti ad intrecciare il riso. L’evento è andato molto bene ed è stato apprezzato, al punto che ha avuto un’ottima visibilità sui media locali. Mi hanno anche sponsorizzato in un blog.

In sostanza attraverso il riso ho cercato di promuovere una sorta di turismo sostenibile che potesse anche spingere al mantenimento della tradizione più peculiare della zona. Il problema infatti era proprio cercare di creare un legame più diretto tra il turismo e le terrazze. Un legame che passasse attraverso un incremento di consapevolezza sia da parte della popolazione locale che dei turisti stessi.

Su che tipo di prodotti avete lavorato?

Lì sono molto caratteristici gli zaini. Ho quindi cercato di mantenere questa direzione, realizzando zaini con il riso e il rattan. In particolare mi sono concentrato sulla sperimentazione di tecniche che fossero più semplici da imparare. Solo successivamente è nata l’idea di creare eventi a pagamento per i turisti. Eventi in cui loro possono imparare questa tecnica e crearsi un prodotto da zero.

Quando sono tornato in Italia ho anche pensato di creare un set di istrumenti, fatti con materiali e tecniche riproducibili in zona, proprio ideati per la agevolare la realizzazione e la produzione di questi oggetti.

Qual è stato il percorso che ha messo in connessione l’Università di Bolzano con le Filippine? Non sono proprio dietro l’angolo…

Con gli accordi bilaterali ho avuto la possibilità di fare un semestre di scambio in Giappone. Successivamente ho deciso di fare un viaggio nelle Filippine scoprendo la zona del Luzon. In un primo momento sono stato affascinato dal posto, ma subito dopo ho notato il loro problema e allora mi sono detto che volevo fare qualcosa per aiutare seppure nel mio piccolo queste località.

 

L’esperienza nelle Filippine è diventata quindi oggetto di un lavoro conclusivo presso la Facoltà di Design di Unibz? 

Sì, due settimane fa mi sono laureato relazionando su questo progetto di ricerca sul campo, l’iter che ho seguito ed i risultati che sono stati raggiunti

Quali i piani futuri?

L’idea è quella di mettere loro nelle condizioni di essere autonomi nella produzione di eventi del tipo di quelli che ho realizzato io. Per questo intendo ora predisporre un portale web in cui mettere tutte le istruzioni in merito. Poi cercherò di proseguire il mio percorso di studi attraverso la frequenza ad un master. Ma al momento non so ancora quale sarà la direzione che prenderò.