Ambiente | A22

Idrogeno, il futuro del trasporto

A Bolzano in 8 anni prodotti 163,256 kg di idrogeno green: 2.139 le tonnellate di Co2 risparmiate all’ambiente. A22 aprirà cinque nuovi centri
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Autostrade del Brennero

Petrolio, carbone e gas naturale: l’energia che ogni giorno utilizziamo per lavorare, vivere e spostarci deriva ancora nella stragrande maggioranza dei casi dai combustibili fossili. Ma il conto alla rovescia è cominciato e nel giro di 60 anni, se non si rivoluziona il paradigma energetico, si rischierà di assistere a una guerra per chi si accaparra l’ultimo barile. Di qui la necessità sempre più sentita di investire sulle rinnovabili.  Autostrada del Brennero è impegnata su questo fronte già dal 2006: nel Centro H2 di Bolzano sono stati prodotti 163.256 kg di idrogeno green che hanno consentito di percorrere 3,1 milioni di chilometri a zero emissioni.

Non è comune che un’autostrada investa in rinnovabili. Ma Autobrennero è decisa a fare la sua parte in uno scenario complesso: nel mix energetico globale i combustibili fossili nel loro insieme hanno ancora un peso dell’81%, in leggera discesa rispetto all’86% di quarant’anni fa. E la loro combustione produce il 75% delle emissioni globali. Il comparto dei trasporti pesa per circa il 30%. A22 ha agito con lungimiranza, consapevole che, senza stazioni di rifornimento, l’idrogeno non riuscirà ad aprirsi un varco nel mercato. Eppure si tratta di un combustibile con più di un asso nella manica: sulla Terra non esistono giacimenti di idrogeno molecolare, per produrlo bisogna impiegare energia. Ovviamente per ottenere idrogeno verde è necessario utilizzare energia pulita come il sole, l’acqua, il vento o la biomassa. E queste si trovano quasi in ogni punto del pianeta, rendendolo un carburante geopoliticamente vincente. Inoltre, a differenza dell’elettrico, risulta più performante per il comparto del trasporto merci: con i suoi ridotti tempi di ricarica e l’assenza di batterie ingombranti come quelle che giocoforza si rendono necessarie per alimentare un tir, il combustibile potrebbe essere il candidato ideale per rendere davvero green il traffico pesante, che, non dimentichiamolo, viaggia ancora per l’85% su gomma. Un pieno si effettua in venti minuti e offre al mezzo pesante un’autonomia di circa 400 chilometri.

Autostrada del Brennero ha deciso di scommettere sull’idrogeno green nel 2006, quando è entrata con una quota del 20% (in seguito incrementata al 36,21%) nell’Istituto per Innovazioni tecnologiche di Bolzano, impegnato nella creazione di un background industriale per la produzione di idrogeno mediante fonti rinnovabili. Nel 2014 è nato a Bolzano sud in collaborazione con IIT il primo centro in tutta Italia di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno verde. Verde perché per produrlo utilizza l’energia idroelettrica della centrale di Cardano. E a fonti rinnovabili si affideranno anche gli altri cinque impianti che il piano per la mobilità sostenibile di A22 ha previsto di mettere in piedi al Brennero, Trento (aziendale), Rovereto, Verona nord e Campogalliano. Si tratta di uno dei tasselli, assieme agli investimenti in digitalizzazione, elettrico e fotovoltaico, e intermodalità attraverso i quali l’A22 punta a diventare il primo Green Corridor d’Europa, ossia la prima autostrada a emissioni zero. 

 

Nei suoi primi otto anni di vita il Centro di Bolzano ha dato il suo contributo alla complessa partita: sono stati infatti ben 2.139.230 i chilogrammi di Co₂ risparmiata all’ambiente grazie ai 163.256 chilogrammi prodotti che hanno rifornito autovetture e autobus, consentendo loro di percorrere 3,1 milioni di chilometri emettendo come scarto finale dell’intera filiera innocue nuvolette di vapore acqueo. Ad oggi sono ben 41 i mezzi che gravitano attorno al Centro, da bus a veicoli, compresi quelli in fase di acquisizione: tra questi ci sono anche mezzi di proprietà di A22, delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco. Ma anche veicoli noleggiabili da parte di aziende e istituzioni. Ora l’impianto H2 si prepara alla fase due della sua vita: convertire le tecnologie sviluppate  per l’arrivo dei mezzi pesanti alimentati a idrogeno, con erogatori ad hoc, sistemi di raffreddamento e relativi software. Un primo banco di prova si è avuto lo scorso anno quando un camion con celle a combustibile di Hyundai ha condotto una serie di test sull’asse del Brennero, percorso a più riprese in diverse condizioni di traffico.

 

 

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Michele De Luca Lun, 10/31/2022 - 19:11

Tutto bello, ma difficilmente si può parlare di una storia di successo. La mobilità H2 non è mai partita nonostante tanti squilli di tromba in sede locale, rimane una nicchia microscopica del mercato e, per quanto se ne sa, non ha alcuna prospettiva di sviluppo (salvo che non arrivino i cinesi anche in tale campo...).
Sui camion H2, non si sono ancora visti in serie, pare siano in arrivo ma ci vogliono le stazioni di rifornimento comunque con un grosso punto di domanda perché l'acquisto di mezzi pesanti o sarà finanziata in modo massiccio altrimenti saranno un fallimento in partenza.
Quello che si sta sviluppando è l'utilizzo dell'idrogeno nei motori a combustione interna, cosa che pare faccia storcere, però, il naso a non pochi per il basso grado di rendimento complessivo. Senza considerare che con gli attuali prezzi dell'elettricità rischiano di diventare un ostacolo difficilmente superabile.
In ogni caso tutto bello, per carità, visto che non ci sono emissioni, ma, almeno nel settore auto, oggi e anche domani saranno le auto a batterie ad essere protagoniste. Sui bus c'è un "hype" fondato soprattutto su sostanziosi contributi pubblici e sui camion sarà altrettanto... sempreché questi mezzi arrivino e che siano convenienti nella gestione, cosa oggi per nulla scontata.
P.S. Sui dati chilometrici accennati, non sono mica stati percorsi in autostrada bensì sulle strade di Bolzano... e sul "green corridor" sono quasi quindici anni che se ne parla.

Lun, 10/31/2022 - 19:11 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Lun, 10/31/2022 - 21:46

Non credo che il Signor A22 leggerà il mio commento, comunque ci provo. Sono un felice possessore di auto elettrica. E' una bella realtà. Oggi da Bolzano sono andato a Innsbruck e poi Trento e ritorno. Potreste vantarvi che vi sono colonnine addirittura gratis ma purtroppo a) sono in alcune stazioni b) sono insufficiente e usate dai locali per ricaricare gratis. Perché prima di pensare all' idrogeno, che non ha mercato, non pensate ai mezzi che nella sola Germania quest' ultimo mese hanno toccato quota del 20%. Ci vogliono meno soldi e sarebbe un ottimo biglietto da visita per i turisti che scendono da noi. Basterebbero 10 colonnine con 20 stalli da 75 kW di potenza (ottimo 150 kW) . Poi si potrebbero creare stazioni per sole BEV sopra le careggiate così da non dover utilizzare terreno attiguo. Una ogni 50 km.
Se poi foste un pó visionari ( e umili) si potrebbe partecipare alla sperimentazione della Brebemi dove si alimentano i mezzi elettici in modalità wirelless. In questo modo non c'è nemmeno il motivo di fermarsi e l' idrogeno verrebbe usato solo come storage per le fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico.

Lun, 10/31/2022 - 21:46 Collegamento permanente