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Il Daspo di Mazzini

Piazza Mazzini, pronto lo studio di fattibilità per la riqualificazione. Caramaschi: “Noi lavoriamo sull'estetica, poi bisogna agire sulle persone”. Come? Con il Daspo.
Busto di Mazzini, Piazza Mazzini
Foto: web

Chissà cosa avrebbe detto Giuseppe Mazzini, fondatore della Giovine Europa, nel vedere associato il proprio nome al Daspo urbano. Eppure, all'indomani dell'approvazione del nuovo Regolamento della Polizia municipale bolzanina che allarga ad altre aree della città lo strumento repressivo, lo studio di fattibilità per il restyling di Piazza Mazzini – presentato dal vicesindaco Luis Walcher – è l'occasione per il sindaco Renzo Caramaschi di ribadire la linea dura sul “degrado”.

Sulla riqualificazione di piazza Mazzini rimettiamo mano dove ci è possibile – spiega Walcher – risanando le parti pubbliche: l'accesso ai garages, la fontana a cascata, quella centrale, i vasi e i parapetti della rampa, nonché rinnovando gli arredi”. La piazza al momento ha solo qualche albero ad abbellirla, “perciò creeremo qualcosa di verde, le daremo uno spirito nuovo, ad esempio con piante rampicanti”. Il progetto è frutto di una collaborazione tra lavori pubblici, patrimonio, giardinerie comunali e assessorato all'ambiente: “Il concetto della piazza è chiaro, noi andremo a migliorarla, a risanare ciò che è in stato di degrado”.

 

"Gente un po' andata"

 

“Sono interventi strutturali, per renderla più piacevole esteticamente e più funzionale – aggiunge il sindaco Renzo Caramaschi – ed evitare gli errori del passato con le fontane”. Ma non basta: “Nel contempo si è già avviato l'azione di intervento su coloro che la usano in modo improprio, facendo intervenire gli operatori sociali”. Secondo il sindaco, “non devono far scandalo due Daspo, su un polacco e un italiano: è l'attivazione di una procedura amministrativa, soprattutto su soggetti degradati dal punto di vista fisico e mentale, che vanno presi e curati in modo adeguato per garantire loro un ciclo di vita più lungo rispetto a quella che avrebbero”. Per Caramaschi si tratta di “gente un po' andata”, presa in carico dai servizi sociali. “Se andate a Monaco vedete cosa c'è sui marciapiedi, lo stesso a Roma: la società si sta sfilacciando”. Tornando a Piazza Mazzini, “esteticamente noi facciamo la nostra parte, con interventi di manutenzione straordinaria: poi bisogna agire sulle persone, è dai loro comportamenti che arriva l'eventuale disturbo ai cittadini”.