Cronaca | Primo maggio

Il lavoro invisibile delle donne

Un primo maggio per il lavoro e per i diritti delle donne, che hanno continuato a lavorare per garantire salute e assistenza convivendo con paure e stanchezza.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Cgil-Agb

Un primo maggio per il lavoro delle donne che hanno assicurato a tutti di poter fare la spesa, di avere ospedali ed edifici puliti e sanificati, lavorando a turni e conciliando la mancanza di servizi con la necessità di lavorare.

Un primo maggio per le donne che hanno dovuto fare salti mortali fra congedi, smart working e aspettative senza stipendio, cercando di evitare che le bambine e i bambini fossero investiti dalle paure, le ragazze e i ragazzi  continuassero a studiare tra eccesso di web e rischi di frizioni e liti.

Un primo maggio soprattutto per le donne che il lavoro lo hanno perso o non lo hanno iniziato.

Un primo maggio per dire che si uscirà veramente dalla crisi quando queste donne non saranno indebitate e precarie. Quando i servizi per le famiglie inizieranno a funzionare in sicurezza, servizi che danno soprattutto lavoro alle donne ed aiuteranno altre donne a lavorare di nuovo.

L'Istat in febbraio ci diceva che le caratteristiche del lavoro femminile in Italia sono la precarietà, il minore accesso alle figure apicali, la crescita del part time involontario e della sovraistruzione.

Le donne che lavorano a tempo determinato sono, nella media dei primi tre trimestri del 2019 il 17,3% e quelle a part time sono ormai un terzo, il 32,8% contro l'8,7% degli uomini. Il part time "non è cresciuto come strumento di conciliazione dei tempi di vita, ma nella sua componente involontaria" e ha superato il 60% del totale.

Una settimana fa il presidente del Parlamento europeo David Sassoli confermava che questa crisi colpirà più duramente i lavori non qualificati e temporanei, quindi quelli dove la componente di donne lavoratrici è più forte.

Quando potremo dire che lavoratrici e lavoratori saranno percentualmente le stesse e gli stessi della popolazione e che non esisterà un gender gap salariale, sarà un vero e grande Primo Maggio!

Cristina Masera