Società | L'opinione

Bilinguismo: tutto da rifare?

Barbara Repetto, del Forum Democratico, sul report dell'Eurac, le logiche della divisione, la mancanza di confronto fra i giovani e il dovere della politica.
Barbara Repetto
Foto: Facebook

La presentazione, organizzata alcune sere fa da Forum Democratico, del libro autobiografico di Victor Ebner, consigliere comunale e vicesindaco del Comune di Egna negli anni '60 e '70 ha dimostrato come  le problematiche sulla questione della convivenza e del bilinguismo mancato nella nostra provincia siano ancora molto attuali.

"Viviamo ancora adesso in una società improntata alla logica della divisione"

Una delle battaglie perdute a suo tempo da Ebner è stata quella di cercare di costruire una scuola media comune per i due gruppi linguistici. Infatti era sua profonda convinzione che una delle cause della scarsa conoscenza della seconda lingua in entrambi i gruppi linguistici fosse determinata dal mancato incontro e confronto tra i giovani. Furono invece costruite due scuole separate e purtroppo anche in seguito in tutta la provincia. E pervicacemente si tennero sempre rigorosamente separati gli spazi dell'educazione, della formazione, dello sport, della cultura. Viviamo ancora adesso in una società improntata alla logica della divisione.

Il famoso articolo 19 dello statuto di autonomia è stato sempre interpretato in modo restrittivo così da rendere conseguente questa anacronistica e dannosa modalità di impedire l'incontro tra i nostri giovani. Ancora oggi si parla di paura di assimilazione, di autodeterminazione, di doppio passaporto ...mentre si dovrebbe finalmente guardare alla nostra provincia come ad un laboratorio di incontro e confronto tra culture diverse e ad un progetto comune, partecipato e innovativo a livello europeo.

 "Fino ad oggi nessuno a livello politico ha cercato con successo di raggiungere l'obiettivo nobile di una reale convivenza. Così ci troviamo di fronte allo squallore di una società separata"

La vera risorsa e la vera ricchezza della nostra realtà è proprio questo vivere insieme, la Zusammenleben, la convivenza di persone con radici e culture diverse e che hanno la fortuna di vivere e crescere in questa terra stupenda, quasi un paradiso terrestre. Fino ad oggi nessuno a livello politico ha cercato con successo di raggiungere l'obiettivo nobile di una reale convivenza. Così ci troviamo di fronte allo squallore di una società separata. Non c'è quindi da meravigliarsi di fronte ai risultati deprimenti della ricerca resa nota nei giorni scorsi dell'Eurac e che denuncia il fallimento dell'insegnamento della seconda lingua nelle scuole tedesche e italiane. L'unico modello vincente è quello ladino.

A nulla  sono valsi gli sforzi fatti da docenti e dirigenti scolastici e che tanto sono costati in termini di fatica e di investimento economico. Le sperimentazioni non hanno portato ad alcun miglioramento della conoscenza della seconda lingua. Questa la dura realtà. Che fare? Ci vuole coraggio E bisogna voltare pagina. Aprirsi alla scuola bilingue e alla scuola europea, dalla quale in tutta Europa escono giovani con la conoscenza perfetta di almeno tre lingue. Ciò che non si deve fare è chiudere gli occhi di fronte a questi dati, usciti da una ricerca condotta con assoluta scientificità. Negare la realtà significa proseguire su questa strada fallimentare. Aspettiamo nuovi segnali e un reale cambiamento delle politiche educative, formative, culturali e sociali da parte politica e delle istituzioni.
 

Barbara Repetto 
Forum Democratico/Demokratisches Forum

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alfred frei Mer, 05/31/2017 - 11:14

Importante il contributo di Barbara. Consente di entrare nel merito strettamente politico della questione sollevata. Tendendo ben distinti causa ed effetto. Forse sarebbe utile partire dal “blocco storico etnico” che ha portato alla conquista e alla gestione dell’autonomia provinciale. Condizionando fortemente il “Zusammenleben” e lo sviluppo economico, sociale e culturale del nostro territorio. Ecco, “aspettando nuovi segnali e un reale cambiamento delle politiche educative, formative, culturali e sociali da parte politica e delle istituzioni” a mio parere occorre partire da un’analisi precisa della situazione come storicamente si è determinata. Senza escludere il ruolo determinante di singoli attori e di tanti “servi sciocchi”. O no ?

Mer, 05/31/2017 - 11:14 Collegamento permanente
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Manuel Kasslatter Gio, 06/01/2017 - 00:16

"Aprirsi alla scuola bilingue e alla scuola europea, dalla quale in tutta Europa escono giovani con la conoscenza perfetta di almeno tre lingue." in ganz Europa beherrschen die Jugendlichen also perfekt 3 Sprachen?! Lachkrampf lass nach :'-)

Gio, 06/01/2017 - 00:16 Collegamento permanente