Politica | L'inchiesta

Bolzano nera

L’ascesa di CasaPound nel capoluogo altoatesino citata in un’inchiesta del settimanale L’Espresso sull’estrema destra in Italia. "Heil Bozen!", il titolo del capitolo.
Fascismo
Foto: upi

Una lunga inchiesta, quella condotta dal settimanale L’Espresso, sui “neri del 2017”. Al centro dell’indagine le violenze, i pestaggi, i blitz che negli ultimi mesi sono aumentati in maniera esponenziale e che sarebbero riconducibili perlopiù ai gruppi di estrema destra. Nel frattempo in quel di Predappio, due giorni fa (il 29 luglio), una compagine di nostalgici del Ventennio andavano a celebrare la nascita di Mussolini. Onorare il Duce è stato possibile alla modica cifra di 10 euro che includeva: entrata nella casa museo, l’omelia di padre Tam, il padre spirituale dei militanti fascisti, e un vecchio calendario del 2010 col primo piano di Mussolini e, se si era disposti a sganciare qualche euro in più, pranzo a base di tagliatelle e porchetta.

Nell’inchiesta de L’Espresso trova spazio - in un riquadro intitolato “Heil Bozen!” anche Andrea Bonazza, leader maximo di CasaPound a Bolzano, e l’ascesa dei neofascisti nel capoluogo altoatesino. Dall’entrata in consiglio comunale (prima volta in Italia) di Bonazza nel 2015 al 6,67% conquistato alle ultime elezioni amministrative - aggiudicandosi 3 consiglieri -, all’esibizione, nel parlamento cittadino, della maglietta della Charlemagne, la divisione dei francesi arruolati nelle fila dei nazisti. “Come ci riesce?”, “Come in tutta Italia interveniamo dove le istituzioni mancano, sistemiamo buche nelle strade o piccole frane da maltempo, raccogliamo siringhe nei parchi, dopo il clamoroso ritorno dell’eroina tra giovanissimi italiani e immigrati”, afferma Bonazza sul settimanale snocciolando qualche numero: CasaPound conta una quarantina di attivisti e “oltre 300 iscritti, 250 alla sola festa del tesseramento, un sabato di gennaio”.

Bonazza sottolinea poi l’ottimo rapporto politico con “un socialista del Pd” (leggasi Claudio Della Ratta) liquidando al contrario la Lega Nord di Salvini - “la nostra peggior delusione, un avvicinamento subito troncato” - e co.: “quegli zombie riciclati del centrodestra, attenti a mostrarsi buoni samaritani e politicamente corretti, che s’affannano a spogliarsi di un’immagine evocante fantasmi del passato e prendono le distanze da ciò che in cuor loro sono per aver militato nel Msi e in An. Noi no! Noi il fascismo lo rivendichiamo come il periodo storico in cui l’Italia era eccellenza mondiale! Meglio la galera che cedere al ricatto e al compromesso!”. Se il numero uno del Südtiroler Heimatbund Roland Lang plaude il lavoro pubblicato su L’Espresso “che conferma il riemergere del fascismo in Italia, ascesa quantomai pericolosa per il Sudtirolo”, storce il naso invece Lorenzo Vianini, esponente di spicco dell’antifascismo bolzanino e già capolista di Rifondazione comunista nella scorsa tornata elettorale che afferma: “Invece che raccontare il pericolo della marea nera, sembra quasi che si voglia far pubblicità ai fascisti locali”.

 
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Oskar Egger Mar, 08/01/2017 - 09:29

Ma l' Italia non era eccellente per merito dei fascisti ma per una cultura del voler fare e del rispetto verso l' Italia stessa. Rispetto che corruzione, stereotipi stupidi e ripetitivi, politiche finanziarie errate e poca voglia di impegnarsi hanno fatto cadere. Cosa centra il fascismo?? Forse per qualche urlo patriotico? Ha mai portato a qualcosa di buono? E la Corea del Nord?

Mar, 08/01/2017 - 09:29 Collegamento permanente
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19 amet Mer, 08/02/2017 - 11:47

Chi nel 2017 inneggia ad un muratore che è riuscito a ridurre in macerie il suo paese, ed amazzare centinaia di migliaia dei suoi concittadini, non è redimile. Lasciamolo al suo delirio.

Mer, 08/02/2017 - 11:47 Collegamento permanente