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"Not a static practice"

Artworks! European Culture of Resistance and Liberation
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Cubi Garutti
Foto: Foto: Luca Guadagnini/Lineematiche/Museion

Nella ricerca svolta sui valori della resistenza io ho scelto di far emergere il valore “Not a static practice”. Osservando il nostro ed altri paesi europei (ma anche fuori dall’Europa) si può notare come siano risorti molti movimenti neo-fascisti e neo-nazisti e come stiano crescendo a dismisura. Qualcosa è andato storto e forse l’errore sta nel fatto che si abbia pensato di aver chiuso il “caso campi di concentramento” con la fine della seconda guerra mondiale. Forse l’errore sta nel fatto che pensare di mettere qualche monumento e date per la memoria basti a stroncare sul nascere nuovi movimenti d’ideologie discriminatorie.

Monumenti e date per la memoria sono utili sicuramente, ma non bastano e lo dimostrano i fatti.
La paura per il “diverso” (quindi l’ignoto) è un istinto naturale e perciò può tornare sempre in qualsiasi momento: oggi come fra 50 anni. I leaders di questi nuovi movimenti fanno leva proprio su questa paura ed è per questo che si diffondono con facilità nelle masse. Perciò l’atto di resistenza è spingere le persone a pensare…Ma bisognerà farlo per sempre proprio perché l’essere umano è e sarà sempre prima di tutto istinto e poi mente.

Così, con il mio tocco artistico personale ironico, rappresento simbolicamente la società infiltrata dalla Discriminazione con un fuoristrada che sta imboccando una strada con divieto di accesso. I cartelli “do not enter”, per la loro staticità, rappresentano i monumenti per la memoria che fanno da monito, ma che di fatto non impediscono che certe cose avvengano, non impediscono l’ingresso della Discriminazione.

Attualmente nel mondo si parla di lotte per la parità di genere, di etnia, per i matrimoni omosessuali ecc. Ma sono solo quelle attuali le lotte contro la discriminazione che l’umanità deve affrontare? Forse fra qualche decennio insorgeranno altri nuovi gruppi che vorranno essere accettati dal mondo…e siamo sicuri che scrivere su carta che si aborra la discriminazione, creare monumenti e date per la memoria basti a difendere i loro diritti?
Ogni volta che arriva qualcosa di nuovo la società impiega del tempo per accoglierla proprio per l’istintiva paura del diverso/ignoto e in momenti così fragili bisogna intervenire attivamente per sensibilizzare e togliere l’alone d’ignoto su queste novità sociali e ricordare alla gente che accoglienza e uguaglianza sono il bene.

Per comunicare tutto ciò mi sono servito del discorso del presidente nazionale dell’ANED, Dario Venegoni, all’inaugurazione dell’esposizione di un muro-monumento per la memoria degli oppressi e morti nell’ex Lager di Bolzano: “…che abbiamo conquistato la libertà, la democrazia, la costituzione e che queste conquiste sono al sicuro.” – Come ho detto, il monumento è statico, ma bisogna essere coscienti come il presidente che conclude dicendo - “Non sono così sicuro che siano acquisite una volta per sempre, quello che è certo è che…penso che bisognerà impegnarsi per difenderle per sempre.”

Tomas Grosello