Società | INTERVISTA

"Una scelta gratuita e volontaria"

Il bolzanino Michele Modesto, donatore e referente giovani AVIS, lancia un appello: “Formiamo la prossima generazioni di donatori di sangue e plasma. Donare conviene”.
Donatori di sangue
Foto: AVIS

Nessun obbligo di natura civica o morale. Donare dev’essere una scelta basata sui principi di volontarietà e gratuità. Il ventiquattrenne bolzanino, Michele Modesto, che è recentemente entrato a far parte del direttivo dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue ricoprendo il ruolo di referente per le attività giovanili, invita la sua generazione a donare; ma chiarisce: “Non bisogna in alcun modo creare un senso di costrizione e di pressione sociale, facendo sì che la donazione sembri – in maniera negativa – un dovere. Non ci devono essere altre finalità oltre al benessere di coloro che donano e ricevono sangue e plasma”.


Perché sì, sebbene nell’immaginario collettivo esiste esclusivamente il donatore di sangue, è altrettanto importante la donazione di plasma - in particolare per la medicina e la salute dei pazienti. È per questo che AVIS ha deciso di lanciare la campagna #GialloPlasma, che mira a sensibilizzare la popolazione riguardo la figura del donatore di plasma.

 

Salto.bz: Michele, come sei entrato in contatto con questa realtà?

Michele Modesto: Inizialmente facevo parte dei giovani volontari della Croce Rossa Italiana, e proprio grazie a questa organizzazione ho conosciuto diverse persone; una di queste, in particolare, mi ha proposto di entrare a far parte dei donatori di sangue, e così ho fatto, unendomi alla sezione giovanile.

Attualmente sei membro del direttivo AVIS e, nello specifico, sei referente giovani di Bolzano, ti sei posto un obiettivo particolare da raggiungere?

La vera sfida sarebbe quella di avvicinare le nuove generazioni alla donazione; solo valorizzando i giovani, in futuro, potremmo essere certi di avere un numero sufficiente di volontari che, oltre a donare, si occupino anche della gestione dell’associazione organizzando attività promozionali e, ad esempio, si impegnino a pianificare gli appuntamenti dei donatori.

A quali attività ti riferisci?

Come AVIS partecipiamo spesso alle manifestazioni in piazza, mantenendo una costante presenza in città. Altre attività vengono organizzate con Admo, Aido e Adisco, con cui cooperiamo. In tempo di pandemia, però, non è stato del tutto semplice coinvolgere nuove persone e rivolgersi a un largo pubblico. È per questo che è importante presentare la nostra associazione nelle scuole dove, sicuramente, possiamo trovare molti giovani interessati, specialmente nelle quarte e quinte classi delle scuole superiori. Dopotutto, credo, che formare dei cittadini responsabili che si impegnano nel benessere della collettività, faccia parte dei ruoli che la scuola deve ricoprire.

Il mito dei giovani d’oggi svogliati? “Durante l'emergenza sanitaria la loro risposta è stata positiva.”

 

Le giovani generazioni sono spesso abbondantemente criticate, come hanno risposto alla vostra richiesta durante il lockdown?

Parallelamente all'emergenza sanitaria causata dal Covid-19, siamo stati sottoposti ad una vera e propria ‘emergenza sangue'. Molti sono stati i giovani che hanno risposto al nostro appello; la loro reazione è stata assolutamente positiva.

Sono state fornite delle direttive su come gestire i donatori che sono vaccinati, e coloro che hanno contratto il virus?

Chi ha ricevuto il vaccino può tornare a donare in tempi relativamente brevi: 48h in caso non si siano manifestati sintomi post-vaccinazione; sette giorni in caso contrario. Anche i donatori che in passato sono risultati positivi al Covid-19, possono continuare a donare sangue e plasma. Ci tengo a sottolineare che – sul piano sanitario - essere donatori AVIS è una grande opportunità, perché possiede il vantaggio di poter avere il proprio sangue costantemente controllato e quindi, grazie alle analisi, si mantiene monitorare il proprio stato di salute.