Politica | L'editoriale

Aspettando Sad-Pandora

Tutta l'attenzione mediatica è ora giustamente concentrata sulla pandemia. Quando si sapranno i motivi del rinvio della candidatura di Kompatscher sarà vero Arnogeddon?
Intercettazioni
Foto: (c) pixabay

Questo è un periodo talmente complicato che fare bilanci e lanciare sguardi verso il futuro che vadano più in là di una settimana sembra quasi assurdo. Ci provo ugualmente, partendo dai nostri progetti a medio termine.

Grazie al lavoro svolto negli ultimi 9 anni da tutti i redattori che si sono susseguiti, dai collaboratori esterni, dal consiglio di amministrazione della coop Demos 2.0 e dal back office, e grazie al sostegno degli abbonati (il vostro apporto è decisivo!), dei lettori abituali (tra i 25.000 e le 30.000 utenti unici al giorno, circa 120.000 alla settimana, e come si vede dal grafico di Sheldon 440.000 al mese) degli inserzionisti e della community, salto.bz è una testata che gode di ottima salute. Un risultato incredibile per un medium indipendente in un mercato che soffre da due decenni. Dopo una lunga attesa e un duro lavoro amministrativo, l’arrivo, alla fine del 2020, del contributo statale da 160.000 euro ha permesso di passare da una situazione di equilibrio a quella di avere un margine per degli investimenti: nuova sede in via dr. Streiter, nuovo personale, nuovi pc, nuovi progetti. Il 2021 è stato un anno di grandi cambiamenti nell’organico. Nella redazione ci sono state tre partenze, compresa quella della caporedattrice Lisa Maria Gasser, e quattro nuovi ingressi (i movimenti sono stati illustrati in dettaglio da Christoph Franceschini, ieri). E il quinto (un redattore di lingua tedesca) arriverà presto, ma la ricerca non è ancora terminata.

 

Dovremo probabilmente inserire dei paywall e permettere l’accesso ai contenuti “premium” solo a chi è disposto ad “investire in pluralismo”.

Per Salto.bz i numeri, come detto, sono molto positivi ma questo è un settore dove il segno – non è ammesso. Nel 2022, per i 10 anni dalla fondazione della coop Demos 2.0, è prevista una grossa azione di relaunch. Il vero grande investimento sarà il nuovo sito, la cui lavorazione è già cominciata. Per poter continuare a crescere avremo bisogno di molta nuova linfa dagli abbonamenti. Come ormai fanno quasi tutti i siti, se non ci sarà una improbabile e spontanea crescita esponenziale delle sottoscrizioni da 60 euro, dovremo e inserire dei paywall e permettere l’accesso ai contenuti “premium” solo a chi è disposto ad “investire in pluralismo”. Si tratta di una cifra annuale davvero simbolica (1,15 euro a settimana, 16 centesimi al giorno). Promettiamo che faremo del nostro meglio affinché questi cambiamenti avvengano nel modo più indolore possibile, ma per crescere ulteriormente questo sarà un passo inevitabile.

Tra pandemia e inchiesta Sad

Per l’Alto Adige/Südtirol, come per tutti, questo è stato il secondo anno segnato dalla pandemia. La “quasi normalità” di inizio autunno è un lontano ricordo e da almeno 3 mesi questa terra si trova al centro dell’attenzione per quanto riguarda l’aumento dei contagi e per la campagna vaccinale. Gli insufficienti risultati di quest’ultima hanno causato prima di tutto danni dal punto di vista della gestione sanitaria della pandemia, ma anche (aspetto senza dubbio secondario), di immagine. Il fatto di essere una comunità plurilingue, poi, non facilita per nulla le elaborazioni collettive. Essendo abituati a primeggiare in molti campi, se capita di essere ridicolizzati urbi et orbi per le scuole no vax nei boschi, la prima reazione è quella di spaesamento, poi subentra il panico (basta leggere questo articolo) e una volta verificato che le shit storm si fermano solo per stanchezza o per l’arrivo di nuovi bersagli, subentra semplicemente la voglia di mettersi tutto alle spalle il più in fretta possibile. Ed è ciò che è tristemente avvenuto a causa del dilagare della pandemia in tutta Europa. Ora sono tutti intenti a guardare le travi nel proprio occhio e lasciano perdere le pagliuzze altrui.

Dietro i motivi del rinvio della candidatura di Kompatscher c’è un vulcano pronto ad esplodere nelle prossime settimane

A livello mediatico da due anni l’andamento della pandemia, comprensibilmente, tritura tutto il resto.  Se si fosse nella situazione pre-pandemia in questi giorni non si parlerebbe d’altro che del mancato annuncio di Kompatscher riguardo alla propria candidatura nel 2023. Dietro i motivi del rinvio c’è, infatti, un vulcano pronto ad esplodere. Dopo l'archiviazione della sua posizione personale nell'inchiesta SAD, il presidente, invece di annunciare la volontà di correre per il terzo mandato come tutti si aspettavano, ha chiesto prima una resa dei conti nell'SVP, una sorta di giorno del giudizio tra le mura di via Brennero. Ha parlato di comportamenti poco etici di esponenti del suo partito. A cosa si riferiva? Al fatto che le intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta SAD si preannunciano come una sorta di vaso di Pandora, il leggendario contenitore di tutti i mali, che si riverseranno nel nostro piccolo mondo dopo la sua apertura. Qualcosa è trapelato nelle scorse settimane sul settimanale Ff, ma il “bello” deve ancora arrivare. Non sarà magari l'Arnogeddon (copyright Valentino Liberto),  ma ci aspetta una primavera politica tempestosa. Noi saremo qui per raccontarvi questo e molto altro. Abbonatevi, se potete.

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Massimo Mollica Dom, 01/02/2022 - 22:29

Non so, mi potrò sbagliare, ma ci leggo una certa euforia in tutto ciò. Mentre io, pur non essendo un elettore SVP, sono dispiaciuto. Perché se la politica non sa fare autocritica perde di credibilità. E poi abbiamo visto i danni commessi dal grillismo. Alla luce di tutto questo però mi permetto di fare un appunto a Salto. Quando uscì lo scandalo SEL (Skandal ohne Ende) io dissi che il problema non era Sel, semmai ne era un effetto. Oggi più di ieri credo di aver avuto ragione.

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