Ambiente | Giochi invernali

Le Olimpiadi del cemento

I giochi di Pechino passeranno alla storia come la competizione più insostenibile di tutti i tempi. Ma le preoccupazioni ambientaliste riguardano anche Cortina 2026.
Olimpiadi invernali Pechino 2022
Foto: China Daily

Non si è ancora conclusa la 24esima edizione delle Olimpiadi invernali di Pechino, ma nonostante questo ha già conquistato il triste primato dei giochi ecologicamente più impattanti di tutti i tempi. Una constatazione che non può che preoccupare in vista dell’edizione successiva di Cortina 2026. Le organizzazioni ambientaliste lanciano l’allarme e chiedono una netta inversione di rotta da parte della politica in favore di investimenti in progetti sostenibili. “I giochi olimpici - si legge nel comunicato a firma di Heimatpflegeverband Südtirol, Dachverbands für Natur und Umweltschutz, Mountain Wilderness, Piattaforma Pro Pusteria, Lia per Natura y Usanzes, Peraltrestrade Dolomiti, Italia Nostra, WWF Italia, Mava Seggo e Protect our Winters Italy - non lasciano l'ambiente indenne: migliaia di tonnellate di cemento vengono gettate ogni volta per la realizzazione di nuove infrastrutture, migliaia di persone e enormi quantità di attrezzature devono essere trasportate e rifornite. Ma - continua la nota - se i problemi principali dati dalla costruzione delle infrastrutture e dal traffico individuale motorizzato vengono affrontati per tempo e in modo organico, gli effetti negativi dei giochi olimpici sull'ambiente e sulla qualità della vita dei residenti possono essere ridotti al minimo”.

Questo significa che nei prossimi anni e decenni assisteremo ad un aumento del trasporto individuale motorizzato in Val Pusteria e in direzione di Cortina

Sono molti i progetti in cantiere che fanno accendere altrettanti campanelli d’allarme, in primis la costruzione di nuove strade destinate ad realizzare numerosi ampliamenti alla rete stradale. Tra gli esempi più eclatanti troviamo il nuovo collegamento previsto tra la strada statale della Val Pusteria e la strada per la Valle di Landro, attraverso anche alcune aree appartenente alla rete protetta Natura 2000. Previsti inoltre l'ampliamento della strada della Val Pusteria, lo sviluppo degli svincoli verso Valdaora, verso Anterselva e verso Sesto, l'allargamento del collegamento tra San Cassiano e Cortina e di diverse altre strade lungo i passi. A Cortina sono in programma enormi parcheggi e garage sotterranei. “Questo significa - denunciano gli ambientalisti - che nei prossimi anni e decenni assisteremo ad un aumento del trasporto individuale motorizzato in Val Pusteria e in direzione di Cortina, con tutti gli effetti collaterali negativi per le persone e l'ambiente, non sta venendo solamente messo in conto e accettato, ma anche pianificato e favorito. Al contrario, il trasporto pubblico locale rimane in secondo piano”.

 


Secondo le organizzazioni firmatarie, la maggior parte delle risorse dovrebbero confluire nel trasporto pubblico locale: “Come progetto modello di sostenibilità per i giochi olimpici del 2026 viene ripetutamente citata dai responsabili la costruzione della variante ferroviaria della Val di Riga. Ma - polemizzano - se un progetto infrastrutturale per il trasporto pubblico locale, necessario da decenni, deve aspettare le Olimpiadi per essere realizzato, dimostra chiaramente come i mezzi di trasporto sostenibili siano molto in basso nella lista delle priorità dei responsabili politici. Se i fondi olimpici da dedicare ai trasporti devono davvero avere un effetto duraturo a beneficio della popolazione, allora l’investimento deve fluire al 100% nella riduzione del traffico, nell'espansione del trasporto pubblico locale e nelle strutture per pedoni e ciclisti”. 
Necessaria dunque la lungimiranza: se le Olimpiadi durano appena due settimane, le infrastrutture appositamente costruite saranno destinate a rimanere per i prossimi decenni a venire e, pertanto, devono porsi l’obiettivo di migliorare la qualità della vita della popolazione e scongiurare quanto già avvenuto in passato.

Invece di utilizzare strutture sportive già esistenti, vengono realizzate dal nulla nuove enormi strutture per ogni nuova sede, a spese della popolazione locale e dell'ambiente

Il territorio nazionale porta infatti ancora le cicatrici dei Giochi olimpici passati ma nonostante siano già due le piste da bob lasciate all’abbandono, si procederà (anche con fondi provinciali) a costruirne una nuova dal costo di quasi 70 milioni di euro.
“Ciò fa emergere - scrivono gli ambientalisti - il problema fondamentale del sistema olimpico e il bluff della candidatura Milano-Cortina, basata sul fatto che la maggior parte delle infrastrutture erano già esistenti: invece di utilizzare strutture sportive già esistenti, vengono realizzate dal nulla nuove enormi strutture per ogni nuova sede, a spese della popolazione locale e dell'ambiente. Strutture che in gran parte dei casi, al termine dei giochi olimpici non vengono più utilizzate. Molte di queste gravano sulla popolazione locale e sull'ambiente per decenni e si parla di alcuni progetti che senza le Olimpiadi non riceverebbero nemmeno l'autorizzazione ad essere costruiti”. A tal proposito si possono citare i nuovi collegamenti sciistici che verranno realizzati a Cortina e la costruzione ad Anterselva di un nuovo bacino idrico in un bosco finora inviolato, sebbene lo stesso presidente Arno Kompatscher nell’estate 2019 abbia dichiarato che “l’infrastruttura esistente è già al passo con i tempi e non richiede grandi interventi”.
Secondo le associazioni firmatarie un modo concreto per minimizzare l’impronta ecologica dei giochi è quella di far svolgere le gare in strutture esistenti. Ad Igls, a pochi chilometri da Innsbruck, esiste per esempio una delle più avanzate piste a bob e slittino del mondo e che potrebbe pertanto essere facilmente utilizzata per le Olimpiadi invernali del 2026.

 

Per le organizzazioni ambientaliste è necessario infine procedere con un’attenta valutazione dell'impatto ambientale e degli effetti sul clima, mentre la cosiddetta sostenibilità costantemente:  “L’esperienza degli ultimi anni - ribadiscono i firmatari - mostra che i grandi eventi sportivi vengono sempre più spesso assegnati a stati con dittature, in modo che la questione sulla sostenibilità per le persone e l'ambiente debba essere affrontata solamente sulla carta”. A tal proposito si ricordano le dichiarazioni dell’ex presidente della Federazione Internazionale di Sci e per molti anni membro del CIO (Comitato Internazionale Olimpico) Gian Franco Kasper, pronunciate nel 2019 in merito all’organizzazione dei giochi olimpici: "È un dato di fatto - aveva dichiarato - per noi è più semplice nelle dittature, non ho voglia di discutere con gli ambientalisti". 

L’Alto Adige che si pone l’obiettivo di diventare lo spazio vitale più sostenibile d'Europa, dovrebbe seguire una logica di rispetto dell’ambiente piuttosto che di sola crescita economica


L’unica opzione possibile, ribadiscono all’unisono le dieci associazioni, è un netto cambio di mentalità da parte della classe dirigente, affinchè quanto realizzato in occasione delle olimpiadi sia fruibile anche in futuro dalle popolazioni locali, senza costituire una cicatrice per il territorio: “L’Alto Adige - concludono - che si pone l’obiettivo di diventare lo spazio vitale più sostenibile d'Europa, dovrebbe seguire una logica di rispetto dell’ambiente piuttosto che di sola crescita economica”. 
 

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Rainer Mittelberger Sab, 02/19/2022 - 12:58

Es heißt nicht "olimpiadi", es heißt "Giochi olimpici". Das gilt übrigens auch für die deutschsprachigen Journalisten. Die Olympiade bezeichnet nämlich die vier Jahre ZWISCHEN den Spielen und nicht die zweiwöchige Sportveranstaltung selbst. Zumindest auf salto.bz könnten die Schreiberlinge so etwas berücksichtigen.

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