Politica | Urbansitica

"Bolzano si sviluppi verso sud"

L'assessore alla mobilità Fattor: "Via Druso può assorbire una zona di espansione alle caserme Huber, ma per il resto la città si sviluppi in sinergia con Laives"
Laives dall'alto
Foto: de.wikipedia.org

salto:bz Assessore Stefano Fattor, da qualche giorno si parla molto dello sviluppo urbanistico della città di Bolzano, e da tutti quello della casa viene ritenuto il maggiore problema del capoluogo. Ora sembra che la nuova grande area di espansione sia l’areale delle Caserme Huber. Ancora  in via Druso, come Prati di Gries. Lei è assessore alla mobilità, con il traffico come la mettiamo? Può reggere?

I problemi di viale Druso nascono prima, all'intersezione con via Resia. Da lì in avanti la strada ha certamente ancora capacità di assorbire un insediamento se fosse esclusivamente di tipo residenziale di 2-3 centinaia di alloggi. Certo, va integrato il progetto architettonico e urbanistico con quello di mobilità, ma lì già passano molte linee bus, una ciclabile in via Druso e presto passerà alle spalle dell'area militare la nuova ciclabile che partirà da via della Vigna. Si può pensare ad un modello compatibile con le esigenze future della città. Un'insediamento simile non potrebbe avvenire in via Resia ad esempio, che è già sovrasatura.

 

Per evitare il consumo di suolo si può ancora pensare alla formula di “costruire sul costruito”?

Lo sviluppo della città è governato ancora dal piano urbanistico del 1992 e col PUMS appena approvato, con fatica si uscirà dal piano della mobilità del 1993. Il masterplan del 2009 dopo 13 anni ha esaurito la sua spinta propulsiva basata sulla giustissima idea di ottimizzare, senza sprechi, l’uso del territorio. Ma il limone è stato spremuto a fondo e la formula vincente del “costruire sul costruito” si sta avvicinando al suo limite; stando alla classifica annuale del Sole 24ore su 109 comuni capoluogo italiani, Bolzano si piazza al decimo posto per valore immobiliare al metro quadro e al terzo per quello degli affitti. Davanti a lei solo città con caratteristiche di eccezionalità come Milano o le principali città d’arte. Manca spazio; Bolzano è chiusa dalle montagne a Nord e dai campi coltivati a Sud. Un terzo del suo territorio, la zona produttiva, è direttamente gestito dalla Provincia che fino a poco tempo fa ha determinato in autonomia la sua crescita. Per fortuna le cose negli ultimi tempi stanno cambiando e il livello di collaborazione tra enti si è alzato e il coinvolgimento è a monte. Ho fiducia anche nella ripartenza del progetto di sviluppo dell'areale ferroviario. Le direzioni all'interno di RFI sono cambiate e mi sembra siano molto determinate ad arrivare in fondo.

Delle due l’una; o si decide di continuare a sviluppare l’economia del capoluogo, oppure si decide che rispetto al territorio a disposizione siamo arrivati al limite e non si cresce più.

Ma in tutto questo bisognerebbe capire che sviluppo complessivo dare alla città. Concetti come quello di “visione” non sembrano molto apprezzati da queste parti, si ragiona giorno per giorno. Già il “dopodomani” sembra troppo lontano per parecchi amministratori.

E qui sta uno dei punti nodali: ragionare sulla vocazione della città. Bolzano si vuole che sia città del commercio, ma anche turistica, ma anche città del vino e agricola, ma anche motore industriale della provincia e negli ulimi decenni anche città universitaria. Si è però ormai capito che non c’è posto per tutto. Delle due l’una; o si decide di continuare a sviluppare l’economia del capoluogo, facilitato dall’essere baricentro del fondovalle provinciale, oppure si decide che rispetto al territorio a disposizione siamo arrivati al limite e non si cresce più. Nel primo caso si deve decidere dove occupare nuovo suolo per dare una casa ad un prezzo accettabile ai lavoratori soprattutto dell’industria e della sanità che giocoforza devono venire da fuori, agli studenti che determinano il successo o meno di un’università, alle nuove famiglie.

E nel secondo caso?

Nel secondo caso si ammette implicitamente di non volere o potere crescere più. Detto in altri termini, o il futuro di Bolzano e dei suoi dintorni si decide politicamente che debba essere prevalentemente agricolo oppure si decide che sia anche tutto il resto. Se sarà anche tutto il resto la nuova offerta di case non può fisicamente che andare in due direzioni; una che piace di meno e una di più. La prima è verso Castel Firmiano, con la certezza di rendere più nebulosa la coda della forma a “stella cometa” su cui si è conformata Bolzano con i relativi problemi di mobilità. L'altra non può che essere verso e in sinergia con Laives, ipotesi per noi del Pd preferibile per diversi motivi.

Timelapse: Bolzano dal satellite dal 1984 al 2020., per Redazione Redaktion

 

Ipotesi che ul sindaco Bianchi sembra aver già respinto. Ma che sviluppo immaginate?

Attenzione. Il sindaco Bianchi ha detto un'altra cosa. Laives non può sopportare un'altro carico residenziale, che vedrebbe scaricare il costo dei servizi sul Comune, a partire dalle urbanizzazioni primarie e secondarie. E in questo senso il suo dissenso lo posso capire. Ma non si dovrebbe trattare di una semplice lottizzazione di tipo residenziale, occupando i terreni agricoli tra Vurza e Pineta, ma una vera e propria riprogettazione del territorio con interventi provinciali di bilanciamento e quindi di trasferimento di funzioni a Laives (tencologiche, amministrative, sportive e scolastiche ad esempio) e soprattutto di collegamento rapido e prioritario attraverso nuove infrastrutture tra Laives e il capoluogo. Per fare tutto ciò bisogna avere una visione e per dare corpo ad una visione ci vuole una rigorosa pianificazione a più livelli, con la Provincia che deve garantire la sua parte. Bolzano potrà muoversi per prima ma non ha senso che lo faccia da sola quindi. Di tempo a disposizione è evidente che non ce ne sia più molto nell'interesse di tutti.

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Massimo Mollica Mar, 05/24/2022 - 08:39

Aggiungo due cose:
1) lo sviluppo di Bolzano Bozen è praticamente strozzato se lo paragoniamo a realtà come Bressanone Brixen o Brunico Bruneck
2) Ci sono interi edifici, che io definisco quartieri sfitti. Si pensi alle caso vicino al sotto passo di via Macello, ma anche agli uffici di piazza Adriano. E chissà quanti ancora. Di tutto questo cosa vogliamo fare? La tassa imposta, tanto contestata, basterà a far vedere a prezzi umani? Personalmente la ritengo tropo bassa.
Lo ribadisco, e non finirò mai di ripeterlo. Oggi per i giovani farsi una famiglia è difficilissimo dal punto di vista economico. State strozzando una comunità!

Mar, 05/24/2022 - 08:39 Collegamento permanente
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Davide Giacomelli Mar, 05/24/2022 - 18:18

È inutile rimandare l'inevitabile, l'intera conca prima o poi verrà interamente occupata non si può fermare il progresso. Queste persone semplicemente dovrebbero capire che è opportuno dedicare altre aree della provincia all'agricoltura visto che la zona del capoluogo e dintorni è destinata a diventare una piccola area metropolitana.

Mar, 05/24/2022 - 18:18 Collegamento permanente
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Davide Giacomelli Mar, 05/24/2022 - 18:18

È inutile rimandare l'inevitabile, l'intera conca prima o poi verrà interamente occupata non si può fermare il progresso. Queste persone semplicemente dovrebbero capire che è opportuno dedicare altre aree della provincia all'agricoltura visto che la zona del capoluogo e dintorni è destinata a diventare una piccola area metropolitana.

Mar, 05/24/2022 - 18:18 Collegamento permanente
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Gianguido Piani Mer, 05/25/2022 - 10:45

In risposta a di Alberto Stenico

Si riferisce forse a Mario Rossi o a Max Mustermann? Non credo che in Comune abbiamo problemi a bloccare tutte le loro costruzioni, sequestrarle e mettere sul mercato a condizioni realistiche riconoscendo loro i costi vivi, senza margini speculativi. Una legge ad personam contro Mario Rossi o Max Mustermann puo' venire rapidamente decisa, approvata e implementata. Da maggioranza e opposizione, coalizzate nel perseguire l'interesse collettivo.

Mer, 05/25/2022 - 10:45 Collegamento permanente