Ambiente | Il progetto

Laives dice no alla mega cava

La Porphyr Flor vuole estrarre altri 205.000 metri cubi in 16 anni, pari a 13.666 camion di roccia. Bianchi: "Grande impatto visivo e ripercussioni ambientali".
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Foto: Sudtirolerland

Grazie alla deregulation in corso dal 2015, e cioè da quando è scaduto il piano cave, solo nel primo semestre del 2022 sono stati presentati in Provincia una dozzina di progetti di cave o estrazioni di ghiaia. A Laives si pianifica  ad esempio di estrarre oltre 205.000 mc di porfido per un periodo di 16 anni. Questa procedura è ancora in corso, il Comune guidato da Christian Bianchi ha espresso un parere fortemente contrario e non è dato ancora sapere cosa deciderà la Giunta provinciale. “Non vogliamo che quello squarcio sul Monte Largo si ingrandisca ulteriormente”, dice il primo cittadino. Uno squarcio a quota 880 metri di altitudine per creare il quale serviranno 13.666 camion (equivalenti a 6.212 container da nave), con una media di 4-5 passaggi al giorno e punte di 10 (dati dell’azienda). Guardando la cava dall’abitato si fatica ad immaginare che possa sparire una quantità così alta di materiale senza modificare il paesaggio in modo significativo.

Ma prima di vedere il caso di Laives nel dettaglio, qualche immagine, e qualche dato. Queste sono le cave e torbiere attive in Provincia di Bolzano..

 

Come si vede dalla successiva tabella si estraggono soprattutto ghiaia e sabbia, ma anche parecchio marmo e porfido (entrambi in crescita costante).

 

 

Nell’annuario statistico della Provincia non esiste un dato complessivo sul fatturato del settore, ma è indicata una cifra niente male per quanto riguarda l’export nell'anno Covid 2020: 15,9 milioni, in crescita del 17,5% sull'anno precedente.

 

Un dato molto buono se si pensa che il settore impiega complessivamente solo 321 addetti. Il tasso di reddittività sembra quindi piuttosto alto.

La cava Flor di Laives

Lo studio preliminare ambientale redatto dall’ingegner Daniele Sartorelli per l’azienda Porphyr Flor, è stato depositato qualche settimana fa presso l’Ufficio industria e cave e poi girato all’Agenzia per l’ambiente.  Vale la pena di essere sintetizzato perché è fatto molto bene, contiene vari spunti di interesse che fanno capire come funziona una cava. Chi fosse interessato in particolare alla sezione storica può scaricarlo a questo link.

Tutto prende inizio nel 1909 quando Ferdinand Flor, originario di Brez in Val di Non, apre una serie di cave fra Laives e Bronzolo e sul Breitenberg. I cubetti e le lastre di porfido sembrano essere di buona qualità. La cava è parecchio redditizia per i decenni a venire.

 

Nel periodo ’40-‘50 la Porfidi Italia diventa pressoché monopolista del mercato italiano assorbendo tutte le principali cave tra Laives e Ora, Cava Flor compresa. L’avvento dell’asfalto crea poi una crisi nel settore della pavimentazione, l'azienda si vede costretta a chiudere. Cava Flor vede quindi ridimensionata la propria attività fino ad una totale sospensione della coltivazione. E’ negli anni ’70 che s’inizia a rivalutare il porfido quale pietra da pavimentazione ornamentale e pregiata, soprattutto per i centri storici cittadini e l’architettura di pregio. E’ nel 1982 che vengono iniziate le pratiche per la riapertura della cava da parte di Pfeifer Johan e Nardelli Porfidi S.r.l..

 

Dopo sei anni di Consiglio di Stato e quattro di T.A.R. (di Bolzano) la cava viene riaperta nel 1996. Nel 1999, in seguito alla morte del titolare della Nardelli Porfidi S.r.l., la società subisce un riassetto societario diventando Porfidi Montelargo S.r.l. e, in seguito a voltura dell’autorizzazione, diviene la Porphyr Flor srl l’attuale affittuaria della Cava Flor. Allo stato attuale la coltivazione è definita dal progetto autorizzato, anche in seguito a V.I.A. ai sensi della legge provinciale n.7  del 2003. Tale compatibilità ambientale termina con lo scadere del progetto nel giugno 2022.

 

Calcolo dei viaggi

Secondo la relazione di Sartorelli sono oltre 200.000  i mc di materiale che verranno scavati in roccia in 16 anni. Nel documento si legge che “205.652 mc trasportati al giorno per 22 gg lavorativi per 9 mesi per 16 anni: 205.652/(22x9x16)=65 mc/giorno. Se consideriamo come mezzo di trasporto un camion da 15 mc: Totale viaggi giornalieri: 65 mc/15 mc=4-5 viaggi Questo è un valore medio che può variare in funzione della richiesta di materiale. Si presume di arrivare in periodi di punta a 8-10 viaggi giornalieri”.

Il no di Laives

Molto critico il parere del sindaco di Laives, Christian Bianchi. “La procedura ancora in corso,  posso solo dire che la giunta comunale di Laives ha valutato negativamente questa richiesta di ampliamento della cava per molti motivi, dove però i due più importanti sono uno relativo all’impatto ambientale e visivo che si creerebbe, visto che si tratta di una cava posizionata a metà della montagna e molto visibile da tutto l’abitato, il secondo la pericolosità dei mezzi di trasporto che per portare giù il materiale devono attraversare tutto il centro abitato creando molti problemi di sicurezza.anni fa avevamo concesso di poter utilizzare la cava fino ai  quantitativi precedentemente concessionati, ma oggi reputiamo che quanto estratto sia sufficiente".

Il canone pagato

(aggiornamento delle 12.00 del 13 giugno.)
Dall'Ufficio industria e cave della Provincia si apprende che per la “Flor”, dal 2004 fino a fine 2021, il titolare dell’autorizzazione alla  coltivazione l’impresa Porpfyr Flor Srl ha versato al Comune euro 68.800,00, pari a circa 4.047 euro all'anno,

Bild
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M A Lun, 06/13/2022 - 11:45

Der Pfeil im Bild ist falsch positioniert, er zeigt auf einen neu angelegten Weinberg.
Die richtige Position ist am linken (nördlichen) Rand des Breitenberges - ziemlich in der Bildmitte.

Lun, 06/13/2022 - 11:45 Collegamento permanente