Cronaca | marmolada

“La responsabilità è globale”

Il punto di Jacopo Gabrieli, esperto dell’Istituto di Scienze Polari del CNR, sulla tragedia della Marmolada: “Chiudere la montagna non è la soluzione”.
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Foto: Salto.bz

A supportare i soccorritori a Canazei, luogo in cui è stata allestita la centrale operativa che sta coordinando le operazioni di recupero dei dispersi del tragico incidente avvenuto ieri sulla Marmolada c’è anche Jacopo Gabrieli, ricercatore presso l'Istituto di Scienze Polari del CNR ed esperto di archivi climatici: “Abbiamo di fronte un ghiacciaio come di solito lo vediamo a settembre - ha dichiarato l’esperto -. Quelli appena passati sono stati due mesi torridi, dove le temperature medie sulla Marmolada sono state di 2 se non addirittura 3 gradi superiori alla media: se vogliamo fare un paragone, la media di giugno è comparabile a quella di agosto rilevata negli ultimi vent’anni”.

 


Secondo Gabrieli è del tutto fuorviante ricercare qualsiasi forma di responsabilità individuale rispetto all’accaduto in quanto la caduta di seracchi di ghiacciaio rappresenterebbe infatti un fenomeno del tutto naturale. Ad essere anormale è tuttavia quello che viene definito l’aumento dell’instabilità delle masse glaciali rilevata dagli esperti, imputabile in primo luogo ai cambiamenti climatici: “Ieri il ghiacciaio ha drenato una grandissima quantità di acqua, che si è trasformata in una pozza. È probabile che si sia svuotata in maniera improvvisa, portando il ghiacciaio a collassare”, ha spiegato ancora l’esperto che lancia un messaggio: “Dobbiamo cominciare a convivere con una situazione che diventa sempre più pressante. È necessario non cercare la responsabilità individuale dell’accaduto ma la responsabilità globale di quelli che sono i cambiamenti climatici. Oggi - continua - ne stiamo parlando perché purtroppo ci sono stati dei morti. Se non ci fossero stati probabilmente non ce ne staremo interessando, Ma i cambiamenti climatici arrivano lo stesso. Chiudere la montagna è necessario sul breve periodo perché ci sono delle instabilità che vanno monitorate ma non può rappresentare una soluzione. C’è solo una cosa - conclude il ricercatore - che possiamo fare. Lo dirò anche a Draghi, ma sono convinto che ormai ne sia pienamente consapevole: l’unica soluzione possibile è ridurre le emissioni a livello globale”.
 

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Massimo Mollica Lun, 07/04/2022 - 17:27

"l’unica soluzione possibile è ridurre le emissioni a livello globale". Credo che sia più fattibile il comunismo (quello vero, no quello di facciata). Qui nessuno vuole rinunciare a nulla, nemmeno guidare diesel. Quindi direi che oramai il futuro è segnato. (si salvi chi può!)

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