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"Comuni cornuti e mazziati"

Spinti per amor di Heimat ad accettare la fusione in Alperia, Bolzano e Merano hanno visto crollare i dividendi. Casolari: "Vogliamo una partecipazione industriale vera".
Alperia, centrale, idroelettrico
Foto: Alperia

Dopo essere stati caldamente invitati a rinunciare ad una causa risarcitoria da 800 milioni, altrettanto vigorosamente spinti per “amor di Heimat”  a firmare l’accordo di fusione tra Azienda Energetica Etschwerke e Sel (oggi Alperia) in cambio di un corposo aumento dei dividendi, i Comuni di Bolzano e Merano, trascorsi sette anni, si trovano in realtà con minori entrate per svariati milioni di euro rispetto ai tempi in cui erano azionisti della municipalizzata. Ed in virtù dei dividendi potenziali (ma mai divenuti reali) i due municipi prendono pure meno soldi da Palazzo Widmann nella suddivisione della “quota pro capite” della grande torta provinciale dei finanziamenti ai Comuni. “Così siamo cornuti e mazziati”, sorride, amaro, Andrea Casolari, segretario della Civica per Merano. Per i bilanci non cambia molto che per il 2022 la Provincia abbia deciso di rinunciare al 10% degli utili che le spettano e di girarli ai Comuni (630.000 euro a testa) e neppure che la partecipazione in una società con un profilo nazionale e 2 miliardi di fatturato come Alperia abbia un valore nettamente più alto rispetto a quella in Ae. I Comuni hanno bollette da pagare (sic!), servizi da garantire e investimenti da programmare.  

Il 21 febbraio 2015 tra gli altri anche salto.bz dava conto del fatto che in quella data Arno Kompatscher, il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, quello di Merano Günther Januth, e i presidenti delle società avevano firmato il contratto di fusione tra Sel e il gruppo di proprietà dei comuni di Bolzano e Merano.  “I benefici  della fusione – fu dichiarato - saranno riscontrabili, secondo le analisi, in una potenziale crescita dei profitti nell'ordine dei 23-28 milioni di euro l'anno grazie alle sinergie sfruttabili dal punto dei vista dei costi, e di circa 20 milioni annui in più per le sinergie legate ai ricavi. Con circa un migliaio di dipendenti, un utile al netto delle tasse nell'ordine dei 100 milioni di euro, la nuova società unica dell'energia diventerà il più grande contribuente altoatesino”. Cifre che avrebbero ingolosito chiunque. L'assessore all'energia Richard Theiner annunciava che nei successivi 5 anni sarebbero stati previsti investimenti da parte della nuova società per circa 400 milioni di euro”. Numeri che con il senno di oggi suonano un po’ come sparate elettoralistiche, ma che allora furono riportati da tutti i media. Non per dabbenaggine ma perché in un caso del genere non ci si può che fidare. Fa quasi tenerezza leggere tra gli articoli dell’epoca uno di gennaio in cui si annunciava: “Sciolti gli ultimi nodi, i Comuni hanno spuntato una ulteriore vittoria sugli utili: 20 milioni all’anno garantiti a Bolzano e Merano”. Ma attenzione, è specificato, non per i primi cinque anni, come previsto inizialmente, “20 milioni all’anno senza limiti di tempo”. Nei secoli dei secoli.

Gli utili netti sono lontani dai 100 milioni prospettati. Sono stati 15,1 nel 2016, 21 nel 2017,  24 nel 2018, 27,6 nel 2018, 26,0 nel 2019, 33 nel 2020.

Ma gli utili netti, che per 4 decimi vanno ai Comuni più grand titolari del 42% delle azioni, sono lontani anni luce dai 100 milioni prospettati nel 2015. Sono stati 15,1 nel 2016, 21 nel 2017,  24 nel 2018, 27,6 nel 2018, 26,0 nel 2019, 28,3 + 5 (da altri esercizi) nel 2020. Nel 2021 sono stati 33 e di questi ai Comuni di Bolzano e Merano, giusto per avere un’idea, ne sono andati 6 a testa. L’ultimo anno di Ae i municipi ottennero 10 milioni, a testa. Non esattamente un affarone, dunque, nell’ottica dei due principali Comuni della Provincia.

Prima di vedere le ragioni di Casolari vanno fatte alcune considerazioni. La Etschwerke era un vero gioiellino, perché con due centrali (Tel e Naturno) molto "potenti" aveva decine di migliaia di clienti concentrati nelle due principali città e pochissime difficoltà a livello di distribuzione. Portare l’elettricità fino all’ultimo maso è tutta un’altra storia. Sel anche per questo aveva diverse attività in perdita, ma, ottenute le concessioni nel 2010, ci mise del suo nel perdere parecchi milioni di euro di incentivi statali non presentando i progetti di rinnovo degli impianti prima del 31 dicembre 2012. Investimenti, questi, che, secondo gli esperti, avrebbero potuto portare ad aumentare la produzione del 20-30%. La nuova società Alperia ha poi puntato su attività importanti ma non remunerative come il teleriscaldamento. Nel 2018 Alperia ha anche acquisito il 60% della Bartucci Spa, società specializzata nella progettazione di interventi di efficienza energetica, sulla base di una valorizzazione degli asset di Bartucci pari a 24,5 milioni di euro. Nel 2019  ha perfezionato l’acquisto del 70% delle azioni di SUM S.p.A. dando vita ad Alperia SUM, investendo 9 milioni di Euro e, pochi mesi più tardi, ha acquisito per 12,5 milioni il 71,88% delle azioni di Gruppo Green Power Spa, azienda di Mirano in provincia di Veneziax, quotata in borsa, e attiva anch'essa nel settore dei servizi per l’efficientemente energetico. Investimenti corposi che non hanno dato sempre i risultati sperati, come del resto, molto prima, Biopower Sardegna Srl, la società che gestisce la centrale ad olio di palma fondata nel 2010 dall’allora presidente Giuseppe Avolio, che per fare solo un esempio, nel 2017 ha stipulato alcuni contratti per l’acquisto di olio di palma per gli esercizi successivi per 63,8 milioni di euro. Spese non facili da ammortizzare.

 

Salto.bz. Casolari, cosa non sta funzionando nei rapporti tra Merano, Bolzano e Alperia.

Andrea Casolari: Credo semplicemente che a sette anni di distanza dalla fusione vada fatta un’analisi sulla politica industriale di Alperia. In generale e per quanto riguarda i benefici per i Comuni non sta funzionando per nulla. Se guardiamo i numeri non possiamo dire che sia una storia di successo. E’ giusto che una società pubblica abbia anche una finalità pubblica e che quindi non pensi solo a generare utili perché gestisce una risorsa importante del nostro territorio. Però Alperia è anche una società che sta sul mercato e da una società che sta sul mercato e ha un fatturato di 2 miliardi non mi aspetterei che generi poco più di 30 milioni di utili all’anno. Da sola Azienda Energetica nel suo ultimo bilancio aveva fatto più di 26 milioni di utile. Nelle moltissime riunioni prima della fusione ai Comuni di Bolzano e Merano venivano prospettati utili futuri di Alperia come minimo tra i 75 e i 80 milioni (alla stampa ne venivano annunciati 100, come visto). Ed è così che siamo stati convinti ad accettare.

Quanto veniva distribuito a Bolzano e Merano da Ae prima della fusione?

Dieci milioni, ma in alcuni anni si era arrivati anche a 12 milioni a testa. Ci fu poi anche un'erogazione ulteriore di 15 milioni per le riserve accumulate proprio nell'atto della fusione, ma questi non vanno conteggiati. Soprattutto noi meranesi, che nella trattativa siamo stati quelli che di più hanno insistito per arrivare ad avere maggiori condizioni di favore per i due Comuni, allora avevamo chiesto che venisse messa una sorta di garanzia sul minimo degli utili distribuiti ai Comuni. E la cifra minima statuita era proprio di 10 milioni per Comune. Tutti davano per scontato che l’azienda avrebbe fatto, nel peggiore dei casi, quanto meno 50 milioni di utile. E si era deciso che fino a quella soglia la cifra sarebbe stata interamente distribuita tra i soci di modo che i Comuni di Merano e Bolzano, con il 21% delle quote a testa, avrebbero ricevuto  appunto 10 milioni. Non eravamo minimamente preoccupati del fatto che l'azienda potesse stare al di sotto dei di 50 milioni.

E invece poi come è andata?

Oggi ci ritroviamo invece in una situazione in cui gli utili sono drasticamente diminuiti rispetto alle previsioni. I due Comuni, in base agli utili 2021, hanno ricevuto 6 milioni a testa. Una cifra decisamente inferiore a prima che mette in difficoltà i bilanci dei Comuni ed in particolare quello di Merano che è complessivamente meno ampio di quello di Bolzano. Perché per i Comuni questi soldi sono indispensabili per mantenere i servizi e fare degli investimenti piuttosto e tenere in equilibrio i nostri bilanci, a maggior ragione in un momento di maggiori spese come quello che affrontiamo ora per la crisi energetica.

 

Gli utili sono molto più bassi rispetto ai roboanti annunci del 2015 fin dal primo anno. Come ve lo ha spiegato, finora, Alperia?

Noi della Civica siamo in maggioranza da un anno e non siamo ancora entrati in queste dinamiche. Mi immagino che se ci sono stati meno utili è perché sono stati fatti maggiori investimenti e probabilmente anche rispettando un piano industriale. Ma il punto è proprio: fare un ragionamento politico sul piano industriale. Sicuramente sono stati fatti investimenti, alcuni anche fuori dall'Alto Adige, andando ad acquisire qualche azienda o qualche ramo d'azienda, senza che magari  desse gli effetti sperati. Va avviato un confronto per capire quanto siano stati produttivi questi investimenti e se saranno produttivi in futuro. Immagino che ci diranno che sono stati investiti tanti soldi sul territorio, ma vorrei capire su quali parti del territorio. Bolzano e Merano hanno il 42% delle azioni. Questo non significa che esattamente il 40% degli investimenti vada fatto nelle due città ma sarei curioso di sapere quale parte degli investimenti sul territorio sono finiti a Merano e Bolzano e quanti invece sono finiti nel resto della provincia. Ma mi faccia chiarire una cosa.

Prego.

Vorrei che fosse chiaro che noi siamo interessati agli utili, non perchè vogliamo che Alperia speculi sugli utenti.  Ma perchè siamo consapevoli che, non potendo decidere di "regalare" l'energia ai nostri concittadini, devono in ogni modo stare alle regole del mercato. E visto che devono stare sul mercato, allora lo devono fare bene.  Oltretutto gli utili maggiori si fanno più nella produzione piuttosto che nella commercializzazione...

Che cosa si propone, quindi.

Da segretario della Civica per Marano e quindi di una componente di maggioranza del Comune di Merano, che è uno degli azionisti, mi impegnerò insieme agli altri partner per raddrizzare questa situazione. Va posto il tema della governance per capire se si potrà ritornare sul sentiero che era stato tracciato.

Se i Comuni non avranno la possibilità di incidere dal punto di vista industriale va fatta una valutazione di tipo finanziario. Per deformazione professionale se i Comuni fossero miei clienti direi di cedere questa partecipazione e acquisirne altre.

E se non è possibile?

Mi si passi la provocazione, ma credo che si debba ragionare in termini concreti. Non credo abbia senso mantenere una partecipazione che sia esclusivamente finanziaria se questa oltre tutto ha una resa di molto inferiore alle aspettative. La partecipazione ha senso se è una partecipazione di tipo industriale. Se i Comuni non avranno la possibilità di incidere dal punto di vista industriale va fatta una valutazione di tipo finanziario. Per deformazione professionale (Casolari è consulente finanziario, ndr) se i Comuni fossero miei clienti direi di cedere questa partecipazione e acquisirne altre. Ma qui parliamo di un settore strategico importante, per cui mi auguro al contrario che i Comuni acquisiscano un importante peso industriale”.

Ma non si potrebbe invece pretendere “risarcimenti” attraverso il finanziamento diretto dei Comuni?

Attualmente succede esattamente il contrario. Quando c'è stata la revisione del metodo di calcolo della quota pro capite, la Provincia e gli altri Comuni hanno sempre fatto pesare il fatto che avessimo anche quegli utili dall’energia che erano però molto più alti rispetto a quelli degli ultimi anni. Quindi siamo davvero, come si dice, cornuti e mazziati.  Questo è un ulteriore elemento che deve essere messo sul tavolo nel rapporto con la Provincia. Sono convinto che all'interno dell'amministrazione meranese, ma anche dell'amministrazione di Bolzano, siamo in tanti a fare questo tipo di ragionamenti.

Vuol dire che era meglio non fare la fusione?  Il mercato energetico è in evoluzione ma, facendo un calcolo puramente teorico, se Ae avesse continuato a produrre quegli utili nelle casse di Bolzano e Merano in 7 anni sarebbero arrivati grosso modo 20-25  milioni a testa in più.

All’epoca ci fu una lunga trattativa e si erano create le condizioni utili affinché fosse giusto farlo. Poi però dopo la fusione, le cose non sono andate come preventivato... Che ci sia una società pubblica provinciale a gestire una risorsa così importante del nostro territorio, io credo sia più che giusto. Se però riesce a fare bene il lavoro per la quale è stata creata. In alternativa, se non si riesce, allora come detto diventa una mera partecipazione finanziaria, che nemmeno produce un risultato economico soddisfacente...

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Carlo Bassetti Ven, 10/21/2022 - 08:38

Mi sembra sotto gli occhi di tutti che il sistema provinciale, cui Alperia fa parte integralmente in barba agli azionisti diversi da mamma provincia, sia enormemente più concentrato in attività tipo "portare le linee nei più sperduti masi e remoti rifugi" piuttosto che rinforzare e ammodernare servizi Smart a favore dei centri urbani. Che poi questo significhi anche una contrazione dei dividendi alle due città principali socie è naturale (e perversa) conseguenza.

Sistema sudtirolese, mala tempora currunt.

Ven, 10/21/2022 - 08:38 Collegamento permanente
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Gianguido Piani Ven, 10/21/2022 - 11:36

Nei tempi attuali disporre di una societa' energetica in-house e' un enorme vantaggio strategico - se lo si usa e si usa bene. Considerarlo solo una partecipazione finanziaria potenzialmente sostituibile con altre e' una visione estremamente riduttiva.
Nell'intervista si ricorda come i Comuni di Bolzano e Merano stiano soffrendo per gli aumentati costi dell'elettricita'. Visto che Alperia appartiene loro, e alla Provincia, non potrebbero acquistare l'elettricita' da se' stessi al prezzo di produzione e non al perverso meccanismo del PUN? E se qualche legge nazionale o europea lo impedisce, il LH non potrebbe volare a Bruxelles ed ottenere un franco colloquio con il Commissario Gentiloni o la Presidente von der Leyen?
Una societa' unica provinciale ha perfettamente senso, come l'avrebbe avuto in passato un sistema basato su AE e SEL nelle rispettive zone di competenza. Ma questa societa' deve essere in grado di offrire soluzioni concrete, di dialogare attivamente con i propri clienti, di difenderli, di sviluppare soluzioni innovative. Al contrario, la politica di innovazione sembra scritta da esperti in PR, il "gas senza emissioni di CO2" e' un esempio da manuale.
Durante la crisi energetica del 2000-2001 in California la locale societa' elettrica, Pacific Gas and Electric, in pochi mesi (ripeto: pochi mesi) riusci' ad attivare un sistema di risparmio basato sul controllo e coordinamento dei carichi al fine di evitare black-out. Importante, visto che il loro cliente piu' importante e' la Silicon Valley. Vedi: https://www.pge.com/en_US/residential/save-energy-money/resources/energ…
Gli USA sono il paese piu' capitalista al mondo, ma sanno porre limiti alla finanza e decidere rapidamente nuove regole dove questo sia necessario. In Europa, purtroppo, non e' cosi'.
Due mesi fa ho scritto a Edyna per chiedere se avessero un programma simile a "Stream my Data". Aspetto ancora la risposta. Con un atteggiamento simile e' difficile contribuire attivamente a razionalizzare i consumi di elettricita'.

Ven, 10/21/2022 - 11:36 Collegamento permanente
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Michele De Luca Sab, 10/22/2022 - 01:00

Se ricordo bene, la fusione SEL-AE fu fatta perché altrimenti la seconda, dopo le ormai dimenticate vicende ottimamente riassunte nel libro di C. Franceschini "SELfservice: Uno scandalo altoatesino", avrebbe potuto intentare cause ultra milionarie per danni alla prima e provocarne il fallimento.
A posteriori ci sarebbe pure da chiedersi se, considerata la complessità della materia, ci fosse la necessaria esperienza e conoscenza per deliberare da parte dei/delle consiglieri/e comunali ma di certo è stata un voto schiettamente per schieramenti politici. Una fusione quindi squisitamente politica per mettere una pezza conclusiva sul disastro SEL. Sui "mancati utili" vuol dire che i Comuni non hanno semplicemente avuto la capacità di verificare l'attendibilità di tali promesse. Dall'intervista sembra che sia stata la molla per far accettare tale fusione che non mi sembra fosse molto ben vista negli ambienti di AE. Peraltro la questione degli utili mancati non è nuova, se la memoria non m'inganna.
Sugli investimenti successivi, magari è anche bene ricordare che nei vari organi di rappresentanza dell'attuale Alperia siedono i rappresentanti dei Comuni (cooptati politicamente oltre che più che lautamente remunerati, nulla di segreto visto che i dati sono pubblici) e questi non hanno mai avuto nulla da dire o ridire?
Se, infine, i due Comuni, hanno oggi il 42% delle azioni, significa che erano e sono soci di minoranza, non lo avevano capito allora? Alla fin fine è come oggi in Sasa, ora sotto controllo provinciale con i Comuni soci di minoranza e, di fatto, esautorati da qualsivoglia decisione strategica e gestionale checché se ne dica.

Sab, 10/22/2022 - 01:00 Collegamento permanente
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Am Pere Sab, 10/22/2022 - 11:58

I comuni possono ringraziare Spagnolli e Januth, entrambi a fine mandato, che hanno svenduto quello che era Azienda Energetica.
Impresa fondata oltre 100 anni fa, organizzata bene che portava molto di più che l'odierna partecipazione.

Sab, 10/22/2022 - 11:58 Collegamento permanente