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Immigrati e discorsi da Bar

Come rispondere a chi vi domanda: "Volete accogliere gli immigrati? Perché non ve ne prendete qualcuno in casa voi?"

Un nuovo tormentone si aggira per i social network: "ma perché non ve li prendete in casa voi?". Lo dicono quelli che, discutendo, accusano chi manifesta inclinazione, anche tiepida, all'accoglienza dei migranti, e quindi non si accoda immediatamente al grido "fuori tutti dai coglioni!". Non è escluso che chi in genere dice "ma perché non ve li prendete in casa voi?" appartenga alla schiera di imbecilli citata da U. Eco; non si evade però il problema dicendo semplicemente che agli imbecilli è inutile rispondere. Proviamoci, a rispondere, rimanendo in ogni caso dell'avviso che, se davvero si tratta di imbecilli, la fatidica domanda "ma perché non ve li prendete in casa voi?" tornerà puntualmente ad essere fatta. 

Dunque, dietro l'invito a "prendersi i migranti a casa" c'è ovviamente l'indicazione, da parte di chi lo estende, a non sostenere una politica di accoglienza con costi (economici e sociali) che ricadrebbero su tutta la popolazione. Se c'è qualcuno disposto ad accollarsi personalmente e pagando di tasca propria tali costi benissimo, si vuol fare capire, l'importante è che chi non è d'accordo, dunque chi non vuol pagare, venga risparmiato e soprattutto non sia costretto a confrontarsi con tale problema nel proprio quartiere o nella propria città. Si facesse un referendum, è probabile che il partito del "ma perché non ve li prendete in casa voi?" vincerebbe a mani basse. A quel punto è ovvio però che la situazione precipiterebbe, visto che non tutti quelli favorevoli in teoria all'accoglienza sarebbero poi disposti a prendersi davvero i migranti a casa propria (io per primo, ché abito in pochi metri quadrati e non sono mosso da particolari inclinazioni filantropiche).

Ma facciamo un passo avanti. Il partito del "ma perché non ve li prendete a casa voi?" non si limita a fornire questo consiglio, pensa anche di avere la soluzione al problema della migrazione nel suo complesso. Questa soluzione si chiama: "Dobbiamo aiutarli a rimanere nei loro paesi" (esiste anche la variante più cruenta, quella basata cioè sull'auspicio di una guerra contro i paesi esportatori di migranti o che comunque ne favoriscono la partenza). E' molto interessante il cambio del soggetto. Da "ma perché non ve li prendete in casa VOI?" siamo passati al "dobbiamo - quindi NOI dobbiamo - aiutarli a rimanere nei loro paesi" (o dobbiamo fare una guerra per impedire che partano). Mi stupisce sempre un po' l'evoluzione della discussione perché in genere, a questo punto, nessuno dice più nulla (oppure si ricomincia da capo, fermandosi poi sempre dove ci si era incagliati in precedenza).

Quello che prima era stato invitato a prendersi i migranti a casa propria non reagisce infatti quasi mai di fronte al "dobbiamo aiutarli nei loro paesi". Un po' perché non avrebbe problemi a dichiararsi d'accordo (e non di rado quindi balbetta "certo, questo è giusto..."), un po' perché è troppo onesto per capire che l'unica ulteriore domanda - e cioè: in che modo dovremmo aiutarli a rimanere nei loro paesi? - suppone una risposta talmente difficile da formulare (e persino da concepire) che non avrebbe alcun senso darla a quello che cinque minuti prima chiedeva insistentemente "ma perché non li prendete in casa voi?". Pensiamo del resto solo ai costi che comporterebbe un'operazione come quella definita dalla frase "dobbiamo aiutarli nei loro paesi". Sarebbero centinaia e migliaia di volte superiori a quelli inerenti la gestione del problema da noi. E chi se li accollerebbe, questi costi? L'intera comunità? Gli italiani sarebbero disposti a un cospicuo aumento delle tasse per consentire che vengano forniti quegli aiuti in paesi lontani? A meno che, certo, non siano proprio coloro i quali dicono "dobbiamo aiutarli a rimanere nei loro paesi" a farsi avanti e volontariamente, su base privata, intendano procurare questi aiuti. In quel caso un modo per reagire alla frase "ma perché non ve li prendete in casa voi?" sarebbe "ma perché non ci andate voi, ad aiutarli nei loro paesi?".

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Guido Gentilli Mar, 06/16/2015 - 11:27

Credo che dare un tetto provvisorio, cibo, assistenza medica di base e - perché no - una modesta diaria ai profughi pesi veramente in modo minimo sul bilancio della collettività.
Credo che curare malattie croniche da alcol, fumo o trasmissione sessuale sia mooooolto più oneroso.
Magari le cifre dovrebbero essere calcolate e rese pubbliche, per far capire anche con i numeri la dimensione della argomento.
Ma il problema, come risulta sempre evidente da questi dibattiti, sta altrove. Sta nell'egoismo, nella stupidità, nella cattiveria e nell'ignoranza di tante persone che conducono la vita del pidocchio, tutta basata sull'invidia e sulla meschinità.

Mar, 06/16/2015 - 11:27 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Mer, 06/17/2015 - 15:35

Ottima argomentazione finale sia sul pagare più tasse per fornire aiuti nei loro paesi sia nel invitare ad andare a invitarli lì! Il problema è che a questa gente da bar non servirebbe a nulla! Servirebbe fargli leggere a forza un libro e fargli viaggiare (sempre a forza!), ma poi perché dovrei perdere tempo con chi non se lo merita? Questa gente si merita di avere i veri problemi che ci sono oggi in Italia: mafia, corruzione, evasione,sprechi, inquinamento. Si merita tutto questo e per sempre...

Mer, 06/17/2015 - 15:35 Collegamento permanente
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Frank Blumtritt Mer, 06/17/2015 - 22:58

la risposta auspicata nell'ultima frase è ben geniale, ma, temo, già troppo sofisticata per i veri imbecilli...
Forse capirebbero meglio il concetto proponendo di distribuire gli immigrati nei vari paesi in proporzione ai rispettivi fatturati derivanti dal commercio con le armi destinate ai paesi d'origine degli immigrati...

Mer, 06/17/2015 - 22:58 Collegamento permanente