La sospensione dell'uso di pesticidi pericolosi per le api contrasta con la nostra idea che esse siano in pericolo di estinzione. Questi piccoli insetti, secondo una frase attribuita a Einstein, sarebbero così fondamentali che se scomparissero anche il genere umano si estinguerebbe nel giro di pochissimi anni.
Perché allora sospendere il divieto e permettere l'utilizzo di sostanze chimiche dannose?
Secondo Andreas Platzer, esperto apistico dell'associazione Apicoltori Alto Adige - Südtiroler Imkerbund, la sospensione non mette in pericolo la sopravvivenza delle nostre api. "La sospensione viene attuata tutti gli anni dopo che i vari enti - agricoltori, apicoltori e Provincia - hanno valutato la situazione di fioritura e di sviluppo della popolazione delle api e possono quindi scegliere il momento migliore." Ricordiamoci che l'Alto Adige è stato tra i primi ad abolire questi pesticidi per le colture di mais e graminacee e a ridurli per meli e ciliegi.
Altri sono i problemi che affliggono le api, primo tra tutti la varroa, parassita che proviene dall'Asia e che è in grado di sterminare interi alveari di ape europea in breve tempo. In Italia non vengono usati prodotti contro la varroa, non perché siano proibiti, ma per una semplice motivazione economica. "Il guadagno che deriverebbe dall'utilizzo di questi prodotti sarebbe talmente basso che nessuna ditta se la sente di richiedere l'autorizzazione per la produzione di questi farmaci" - secondo Platzer.
Paolo Fontana della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige sottolinea come anche i cambiamenti climatici e paesaggistici possano minare la sopravvivenza di questi preziosi insetti. "I prati, una volta ricchi di fiori, hanno ceduto il passo all'agricoltura e all'industria. Così le api, finite le fioriture primaverili, si ritrovano senza nutrimento per l'estate". C'è poi l'annosa questione dei cambiamenti climatici. La primavera 2013, così fredda e piovosa, è l'esempio di come l'ambiente sia cambiato. Gli organismi viventi non hanno tempi così rapidi di adattamento e le api ne risentono.
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