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Convenzione: opportunità o solo aria fritta?

Sono rimasto sorpreso quando ricevetti la e-mail di nomina nel forum dei 100 ma l'entusiasmo per questa riforma partecipata dello Statuto di Autonomia è giocoforza basso.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

La “gestione partecipata della riforma dello statuto di autonomia” con il forum dei 100 già all'atto della candidatura mi irritò un po' non fosse altro per quella indicazione della lingua che, come mi fu confermato, era essenzialmente una (per me assai discutibile) schedatura per stabilire il gruppo linguistico, ma evidentemente non lo si poteva dire tanto ad alta voce e già dava e dà l’idea di come taluni argomenti rimarranno in ogni caso tabù. Ma siccome il tutto mi interessava e per capire le cose è meglio stare dentro che non fuori, mi decisi per l’iscrizione e così il 2 aprile ero all’Eurac grazie al ben noto sorteggio.

I dubbi iniziali...

I miei dubbi sull’effettiva utilità di questa “convenzione” sono sorti quando sono andato a sentire il presidente del Consiglio Provinciale Widmann che ne parlò in un incontro all’Eurac il 27 novembre 2015. Infatti, nonostante la ben conosciuta ridondante retorica utilizzata, non riuscivo a finalizzare e a capire il senso dell’iniziativa "conventuale" stante l’ambiguità e la natura dell'iniziativa, soprattutto quella di porre la gente di fronte ad un foglio bianco e gli open space lo hanno dimostrato poiché si è parlato di tutto e di più senza avere veramente una benché minima idea dei limiti delle proposte. Giusto, sbagliato? Ritengo sia stato un errore visto che si sarebbe dovuto spiegare per bene cosa si andrà a modificare, aggiornare o integrare nello statuto di autonomia. Senza considerare come questi open space siano stati monopolizzati da alcune frange estremiste ma così si è ottenuto pure il risultato di una parziale delegittimazione dei risultati degli "open space".

Dal "tagliando" al "tagliandone partecipato"?

In un incontro con il sen. Francesco Palermo si era parlato tempo fa della necessità di aggiornare lo statuto, ma si parlò di un “tagliando” allo statuto dopo parecchi anni dalla sua stesura e dopo le tante novità legislative a livello locale, nazionale ed europeo. Ma dal “tagliando” siamo passati al “tagliandone partecipato”, in altre parole una "montagna che rischia di partorire un topolino".

Poi l’iniziativa che fu organizzata dal PD presso la Sala di Rappresentanza comunale il 12 dicembre. Non vi ho preso parte, ma l’articolo che ne seguì ha chiarito alcune criticità della "convenzione". Soprattutto si evidenziò già allora la domanda (riporto dall'articolo linkato): Ma la convenzione saprà essere luogo di reale elaborazione del pensiero? O sarà un parlamentino di idee (più che di ideali) contrapposte?”

Cosa si vuole dai cittadini?

I dubbi me li sono portati avanti anche all’incontro che ci fu il 15 dicembre alla Kolpinghaus a Bolzano dalla “Rete Partecipazione – Netzwerk Partizipation”, peraltro ben più contestualizzato, chiaro e concreto rispetto all’incontro citato prima, in cui molte potenziali pecche di questo “monstrum” della convenzione erano state esposte sia da chi scrive queste righe che da molti altri presenti. In particolare sulla macchinosità dell’intera procedura, sul ruolo - guarda caso - del forum dei 100 e delle sue regole di funzionamento nonché sul grande rischio, considerando il carattere consultivo dell’intera procedura, che si rischi di creare enormi aspettative per arrivare a risultati modesti. In poche parole: cosa si vuole dai cittadini? Un endorsment per l’autonomia? Anche se sfido a trovare oggi qualcuno contrario all’attuale statuto, a parte i consueti estremisti di ambo le parti. Forse valeva la pena organizzare solo conferenze e dibattiti senza il clima solenne della “convenzione”. Come e quali competenze aggiungere allo statuto, infatti, sono questioni di carattere eminentemente giuridico e di certo complesse. Si vuole, ad esempio, arrivare alla "Vollautonomie"? Lo si dica chiaramente, anche se ho dei forti dubbi che si possa giungere a ciò che, in pratica, equivale quasi ad una sorta di "indipendenza interna" della nostra Provincia.

Si sarebbe dovuto spiegare meglio alla popolazione lo “spirito” della “convenzione” ma, nonostante un budget di 350mila Euro (art. 7 della L.P. 3/2015) non lo si è fatto prima dell'inizio della "convenzione" stessa e poi ci si è lamentati della scarsa partecipazione, in particolare del gruppo italiano ma qui si sta pure scontando quello che è sotto gli occhi di tutti: un progressivo scollamento fra realtà fattuale, partiti, istituzioni e popolazione. Forse un minimo di informazione preventiva e chiarificatrice sarebbe stata assai utile, soprattutto tramite incontri specifici su cosa si sarebbe andati a fare. Invece nulla di tutto ciò. Con un sito internet andato online pochi giorni prima del primo open space. Il che dice un po' tutto, o no?

I bachi del forum dei 100

Torno al forum dei 100. Le informazioni che chi è stato prescelto ha dovuto fornire (foto, motivazione di partecipazione, impegno nel volontariato, tre ambiti che “mi stanno a cuore) sono rimasti sul tavolo di qualcuno. Infatti, ad oggi, 7 aprile, sul sito dedicato vi è solo uno scarno elenco con nome, cognome e località di provenienza. Il fatto è che queste informazioni sarebbero state importanti se fossero state inserite prima della riunione proprio perché era in programma l’elezione degli otto rappresentanti dei 100 nel forum dei 33. Ma non lo si è fatto. Perché?

Siamo arrivati peraltro senza un ordine del giorno e anche per questo si può storcere il naso visto che alla fine l’impressione è che ci fosse un tracciato predisposto da tempo che, però, si è voluto disvelare solo durante l’incontro stesso. Le critiche da parte di non pochi dei “forumnisti” presenti sono state significative e qualche sudore freddo deve essere calato per la schiena di presidente e vicepresidente del consesso provinciale e degli orgnizzatori dell’Eurac, che forse si immaginavano un consesso più soft e malleabile.

Votare per gabbie… che non sono etniche ma che lo sono...

Il sistema di votazione proposto per i rappresentanti penso che non potesse essere più cervellotico. Avrei preferito una scheda unica dove poter scegliere, senza distinzione di lingua, gli otto rappresentanti con otto voti di preferenza. Invece no. L’ufficio di presidenza del Consiglio Provinciale ha escogitato un sistema che, se doveva essere giocoforza improntato alle barriere etniche, allora ogni gruppo avrebbe dovuto votare i propri rappresentanti. Ma tant’è forse nella sicumera degli organizzatori che tutta la procedura sarebbe andata de plano, cosa che non invece non è avvenuta. A questo punto sarebbe stato più coerente far votare per liste separate i singoli (presunti) gruppi etnici. Ma ormai è puro esercizio accademico parlarne.

Anche la circostanza evidenziata che, in caso di mancanza di elezione degli otto, la convenzione dei 33 sarebbe partita monca, probabilmente ha influito non poco su molti di presenti che hanno poi votato a favore per tenere la votazione nello stesso giorno. A mio avviso il tutto però è relativo stante l’etereo clima della “convenzione”.

In poche parole si è votato e sappiamo il risultato e con quali storture evidenti. Ne prendo atto e non voglio commentare oltre visto che non voglio infilarmi in un cul-de-sac.

… ancora sul forum: capire cosa si farà ma cosa e con che limiti?

Il perché è presto detto. Che compito ha il forum dei 100? A leggerne la descrizione appare molto ma anche nulla. Riprendere in mano quanto elaborato negli open space? Bene, ma di cosa parleremo e con quali limiti? Ho posto la domanda giusto a termine della prima giornata. Nei cosiddetti “cluster” (detesto gli anglicismi, bastava chiamarli “gruppi di lavoro”) deve essere chiaramente esplicitato:

  1. l’attuale situazione delle competenze provinciali
  2. i possibili sviluppi ma tenendo presente i limiti imposti dalla Costituzione Italiana e dai Trattati Europei

Senza questa chiara indicazione si rischia nuovamente di avere discussioni tutto sommato sterili, sovrabbondanti e col rischio che il forum dei 33, o, al più tardi, il Consiglio Provinciale dia a tutte queste idee un secco diniego. Con tanti saluti alla tanto decantata e auspicata partecipazione.

Alla mia domanda il presidente Widmann ha risposto che non sono previsti esperti per il forum dei 100 ma solo per quello dei 33. Forse ci saranno degli esperti dell’Eurac. Allora la domanda principale insomma rimane in piedi: a che cosa serve il forum dei 100? Ingenuamente e paradossalmente, faccio ancora fatica a capirlo.

La “Consulta” trentina: doppio binario indipendente?

Altro tema che ho posto è il collegamento con la “Consulta” trentina che ha lo stesso compito ma in un ambito più semplificato, chiaro e ristretto che m'appare assai più ragionato. Da quanto ho capito ad oggi tale collegamento non c’è ed è una mancanza rilevante. Una risposta alla domanda da me posta non c'è stata.

I sindaci, sì, no, forse: una questione di opportunità

Sul fatto che al forum dei 100 vi siano presenti dei sindaci, cosa che ha fatto inviperire più di un partecipante, a mio avviso del tutto capibile, è ovvio che sono anche dei privati cittadini. Distinguere il ruolo di sindaco dal privato cittadino appare impresa ardua e la legge istitutiva del “convento” non ha proprio considerato tale aspetto. Era quindi una questione di opportunità che i sindaci chiamati fra i 100 non hanno evidentemente colto visto che comunque nel forum dei 33 i rappresentanti del Consiglio dei Comuni saranno presenti. Se però il forum deve essere solo dei “cittadini”, l’idea è stata un po’ tradita da questi primi cittadini che il loro personale “conflitto di posizione” se lo portano dietro in ogni caso.

Iscritti a propria insaputa?

Ci mancava solo che giusto un giorno prima della convocazione venisse fuori la questione delle iscrizioni di persone che, a quanto pure appreso al forum, lo sono state per… interposto partito. Non entro nella polemica che peraltro si è sviluppata con toni assai accesi nella seduta del Consiglio Provinciale del 6 aprile. Se si voleva dare un colpo alla credibilità di questa convenzione ci si è (quasi) riusciti a prescindere dal presunto mancato rispetto di leggi e/o regolamenti in materia di protezione dei dati personali, di cui se ne occuperà probabilmente la giustizia.

Come si andrà avanti? Vedremo alla prossima riunione. In ogni caso maggiore concretezza e piedi per terra saranno decisivi per dare un reale contributo. Altrimenti ogni sforzo sarà vano.

Sapere le due lingue… quando sarà realtà per tutti?

Un’annotazione a margine. Ad aver sviluppato una società separata dagli steccati etnici ne ha come evidente conseguenza che abbiamo oggi ancora molti che non sanno il tedesco e, viceversa, altrettanti che non sanno l’italiano. Ho sentito parlare nel forum dei 100 di un’ulteriore caratterizzazione etnica della scuola, dall’altra un maggiore plurilinguismo, quindi posizione contrapposte che, temo, faranno sì che non si farà alcun passo in avanti.

Pensare ad un evento dove non sia necessaria la traduzione simultanea è un’utopia? No, è una prospettiva che dovrebbe invece proiettarci in Europa. Proprio l’apertura ad una visione europea, quindi alla conoscenza di più lingue, è  o almeno dovrebbe essere la chiave di volta per una svolta qui da noi. Molti giovani poi escono dalla provincia di Bolzano e spesso poi non ritornano, un caso? Riflettiamoci. Se invece vogliamo continuare con la favoletta del “più siamo divisi, più ci capiamo”, nessun problema: solo che andremo a sbattere fragorosamente contro un muro in una società in perenne e sempre più rapido cambiamento, dovremo quindi solo calcolare quando schiantarci. Fate vobis. Per questo il colore grigio che impera nel sito web della convenzione lascia presagire poco (o nulla) di positivo.

Un aspetto positivo lo voglio in ogni caso sottolineare e cioé l'incontro fra persone che non si conoscevano, di ambiti tanto diversi e spesso di idee contrapposte. Il dialogo è importante, sappiamo quanto la mancanza possa portare a chiusure, spesso frutto solo di banali pregiudizi, poi faticosamente superabili. Cerco di essere ottimista ma non nego la difficoltà di esserlo.

Il pubblico latitante

Il 2 aprile all'Eurac era evidente che se la seduta era pubblica, il pubblico si poteva però contare sulle dita di una mano. Comunque sfido chiunque a partecipare ad un dibattito iniziato alle 10 e terminato poi dopo le 18. Forse gli sparuti interessati si sono recati in un luogo diverso da dove si teneva la riunione. Dallo screenshot qui sotto si capisce che sulla mappa presente sul sito della "convenzione" il segnalino non era sul posto dove poi effettivamente ci siamo riuniti. Battuta a parte, l'assenza di pubblico stride parecchio con la partecipazione più o meno folta agli "open space". Un motivo di più di riflessione.

 

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Christian Mair Sab, 04/09/2016 - 12:47

Gute Zusammenfassung aller Kritikpunkte an der ersten Veranstaltung des Forums der Hundert. Ich möchte vor allem die Einflussnahme durch Thomas Widmann (Der Konvent wird am 07.04. eingesetzt, unabhängig was beim Forum herauskommt), die mangelnde Miteinbeziehung des Trentino und das fehlende Tagesprogramm unterstreichen.
Für was ist das Forum der Hundert nützlich?
Diese Antwort muss und kann sich das Forum selber geben. Eine könnte sein, den Politikern den Weg zu weisen, wie eine gemeinsame Zukunft ausschaut. Die Werkzeuge den Spagat zwischen Utopie und Realitätssinn zu schaffen, könnten Expertenmeinungen, bestpractice-Beispiele und schliesslich auch der Konvent sein.

Sab, 04/09/2016 - 12:47 Collegamento permanente