Politica | Bolzano 2016

La "destra" italiana in Südtirol

Personali considerazioni di un democratico su una parte politica a lui distante...
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Non mi stancherò mai di ripetere che il concetto di destra-sinistra è morto (e sepolto) da parecchio tempo. Viene tenuto in vita da nostalgici che non sanno vedere oltre. Se oggi mi rifaccio a tale catalogazione è per motivi di semplicità.

E nello specifico parlo di quella parte di bolzanini che si è sempre definita di "destra".Confesso che mi ha rattristato non poco assistere a un teatrino post elettorale desolante con analisi da bar su presunti tradimenti. (altrettanto ho provato per i commenti acidi dei "puri e vergini di sinistra", ma questo è un altro discorso) E dire che gli errori della "destra" sono lampanti. Bolzano Bozen ha una sua storia unica nel mondo.Ai tempi dell' infanzia di mia mamma (che viveva nel rione Shangai, via Milano, a ridosso delle semirurali) vi era un vero e proprio muro etnico che impediva ai più di socializzare tra le due realtà, quella italiana e quella tedesca. Bolzano Bozen era una piccola Berlino di fatto (dopo anni duri durante la seconda guerra mondiale). Ma questo muro, grazie a Dio, è caduto molto prima dell'originale, grazie a chi ha saputo vedere oltre i pregiudizi. Tutto questo la destra non solo non  l'ha capito ma ha addirittura alimentato quel muro. Ha impedito ogni forma d'integrazione, avvelenando il clima con odiosi slogan del tipo "siamo in Italia e si parla..." . E di fatto ha fatto sì che Bolzano Bozen diventasse una sorta di riserva staccata dal contesto che la circonda. Ciò è stato ancora più evidente per chi, come me, da alto atesino di lingua italiana, viveva fuori Bolzano Bozen. Questa chiusura ha creato danni anche ai giovani di lingua italiana, rendendogli difficile sia l' integrazione che il semplice collocamento lavorativo (conoscere altre lingue non significa perdita d'identità ma semmai arricchimento culturale!). La destra non ha mai ragionato per il bene comune, ma solo per la sua parte. Oltre a ciò si aggiunga che la destra non ha mai contribuito concretamente a  preservare la storia della comunità italiana. Storia che è importante non dimenticare per capire da dove veniamo, e che ci permette di non aver paura di chi ha origini diverse dalle nostre (e mi riferisco in primis ai migranti). La destra invece non ha mai fatto nulla per non disperdere tale patrimonio e semmai ha  veicolando l'attenzione su elementi futili tipo il nome di una piazza (che di fatto oggi non interessa più a nessuno).C'è però una cosa odiosa che ancora riecheggia tra chi si considera di destra.E influenza anche il giornalismo locale. Ed è quella di considerarsi i veri "italiani", quelli in numero maggiore, coloro che non sono mai stati "asserviti" alla SVP. A parte che il gruppo maggiore di "italiani" è quello che non vota (e nessuno a chiedersi il perché). Ma quell'etichetta è oltre che infamante anche non veritiera (e non mi si venga a fare l'analisi su chi a votato che cosa in semplici votazioni comunali, che riguardano appunto persone più che partiti o ideologie).

In conclusione, la destra italiana, in Südtirol, ha perso due volte. E perché la sua visione del mondo originaria  si è infranta con una convivenza che ha portato a far sì che questa terra sia una delle più ricche e benestanti del mondo (anche se non priva di problemi). Il muro oggi non c'è più e gli stessi estremismi di destra riversano le loro frustrazioni non più sulle varie comunità locali bensì sui migranti.  E perché la destra stessa non ha mai contato nulla, e se facesse un minimo di ragionamento dovrebbe partire da questa considerazione. Io, se fossi (e non lo sono) la destra, mi riunirei intorno a un tavolo pubblico e incomincerei a confrontarmi. Alimenterei  un dibattito che coinvolga anche le tante persone che non hanno avuto voce in questi anni. Parimenti chiederei a chi ha cavalcato le scene politiche degli ultimi anni di farsi da parte, perché ogni cosa ha i propri tempi. E partirei dagli errori passati per riparare le ferite causate. Politicamente creerei un nuovo soggetto che appoggia convintamente il sindaco Caramaschi.  Tale collaborazione servirebbe a dimostrare che la destra in Alto Adige è cambiata,e  percorre una fase autonomista e governativa. E non chiamatelo inciucio ma bensì investimento per il futuro. Permette alla destra d'incidere per la prima volta nel governo di questa città e crea le premesse, se si lavora in modo proficuo, nel costruire una possibile alternativa futura.

Apparentemente non si capisce perché un "piddino" (straconvinto!) come me scriva tutto ciò. Il motivo in realtà è lapalissiano. Sono un democratico, che geneticamente crede nella convivenza e nella comunità! E in tale famiglia c'è bisogno anche della presenza e del coinvolgimento di un' opposizione forte e collaborativa. La "concorrenza" spinge inevitabilmente a migliorarsi e altrettanto dovrebbe essere in politica, obbligando il mio PD ad essere più dinamico e aperto. E poi vi è appunto il concetto di comunità, e del bene comune. E questo lo capisce benissimo la SVP, che avrà pur tanti difetti, ma il cui obiettivo principale è sempre stato il bene di questa terra.

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Massimo Mollica Ven, 05/27/2016 - 10:13

In risposta a di Benno Kusstatscher

Gentile sig. Kusstatscher, sarei davvero curioso di sapere qual'è la Sua opinione in merito. E non perché sia tedesco o italiano, ma perché è sudtirolese quanto me. E non si faccia problemi nel esporre le Sue opinioni! (non mi è chiaro cosa intenda con "Mica male"!)
Il fatto che non riceva risposta alcuna non è legato solo a quel gruppo sopra menzionato. Il problema credo sia legato a 20 anni di berlusconite, che ha rovinato la normale dialettica tra opinioni differenti. Oramai non ci confrontiamo più, e al limite lasciamo qualche commento su facebook. Tendenzialmente siamo portati a "insultare" chi la pensa diversamente da noi. E a lungo andare non andiamo più a votare, immersi nel nostro banale qualunquismo. Dobbiamo lottare perché ciò non avvenga pure qui in Südtirol.

Ven, 05/27/2016 - 10:13 Collegamento permanente
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Benno Kusstatscher Ven, 05/27/2016 - 18:19

In risposta a di Benno Kusstatscher

Non spargo sale sopra le ferite della nostra città. Credo che ognun gruppo etnico deve fare i suoi compiti da solo senza critica dall'altro. Vorrei aggingere però che non parliamo soltanto di mancato arrivo nel mondo sudtirolese, ma anche di una mancata integrazione nel mondo trentino. Sentirsi fuori non è salamente un coso etnico.

Ven, 05/27/2016 - 18:19 Collegamento permanente
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Benno Kusstatscher Ven, 05/27/2016 - 18:19

In risposta a di Benno Kusstatscher

Non spargo sale sopra le ferite della nostra città. Credo che ognun gruppo etnico deve fare i suoi compiti da solo senza critica dall'altro. Vorrei aggingere però che non parliamo soltanto di mancato arrivo nel mondo sudtirolese, ma anche di una mancata integrazione nel mondo trentino. Sentirsi fuori non è salamente un coso etnico.

Ven, 05/27/2016 - 18:19 Collegamento permanente
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Thomas Benedikter Ven, 06/03/2016 - 22:25

Scusi, gentile Mollica, ma permetta un'obiezione linguistica: da decenni esiste il termine Sudtirolo, come mai non lo usa? Ci sono italiani a Roma che, se intendono recarsi a Bolzano, parlano di Bozen/Bolzano? Dovrebbero i sudtirolesi, per conto loro, parlare di Mailand/Milano? O forse lei, trovandosi a Monaco per chiedere la strada si rivolge ai passanti con: "Buongiorno, scusi lei è di München/Monaco?"

Ven, 06/03/2016 - 22:25 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Mer, 06/29/2016 - 12:03

In risposta a di Thomas Benedikter

Mi scusi se Le rispondo solo ora ma non ricevendo le notifiche non avevo visto la Sua domanda. Rimarco il mio essere cittadino di Bolzano Bozen o Bozen Bolzano per sottolineare l'unicità storica di questa terra. Per me è motivo di vanto.Ne Milano ne München hanno una storia simile alla nostra. Siamo unici e per questo sono fiero di vivere a Bolzano Bozen,capitale del Südtirol Alto Adige. (gi altri facciano come vogliono)

Mer, 06/29/2016 - 12:03 Collegamento permanente
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Thomas Benedikter Gio, 06/30/2016 - 13:33

Gentile sig. Mollica, la mia osservazione non era da intendersi come obiezione di tipo ideologica (per es. sul carattere plurietnico della nostra provincia), ma piuttosto come invito a non complicarci troppo la vita. Oppure veramente in futuro lei vorrebbe parlare con ognuno che incontra: "Ciao, vado a Bozen/Bolzano" oppure "Salve, sto per andare in Alto Adige/Südtirol"? Attenzione: ci sono 8.350 toponomi bilingui in Sudtirolo, e Le tornerà difficile conoscerli ed usarli tutti......

Gio, 06/30/2016 - 13:33 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Sab, 07/02/2016 - 19:52

In risposta a di Thomas Benedikter

Gentilissimo sig. Benedikter. Lei ha ragione! Verbalmente non mi metto a dire entrambi i toponimi. Mi permetto di farlo qui e in scritti pubblici sempre e sottolineare il nostro successo. Mi permetta di aggiungere che leggo sempre con interesse ciò che Lei scrive e lo trovo molto interessante anche se, mi deve scusare, non sempre la penso come Lei.

Sab, 07/02/2016 - 19:52 Collegamento permanente