Cultura | 60

Vincenzo Calì e il confine linguistico

«….ai fini della difesa d’Italia, il confine linguistico era da considerarsi assai buono…».
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

«…il Sudtirolo, terra per il cui asseto geopolitico viene sottotaciuto il giudizio espresso dal geografo di Trento, secondo cui ai fini della difesa d’Italia, il confine linguistico era da considerarsi assai buono…».

Sono parole del Dr. Calì nel sopracitato articolo “Cesare Battisti e l’Autonomia”. Parole che cercano di spostare l’attenzione dei lettori dal Battisti informatore e successivamente combattente per il Regno d’Italia, al Battisti geografo, attività che lo rende indubbiamente più accettabile rispetto alle prime due citate. Purtroppo anche quanto riportato dal Dr. Calì in merito all’idea di Battisti rispetto al confine d’Italia, Salorno o il Brennero, lascia un po’ la bocca amara, in quanto Battisti si è lasciato a ben altre dichiarazioni, ovviamente in tempi e luoghi dove poteva esporre il suo pensiero in sicurezza, e quanto citato di seguito denota che  a parlare del confine al Brennero era proprio Battisti, dopo essersi messo al sicuro con il suo “trasferimento” in Italia.

A seguito sono riportati degli interventi che smentiscono quanto detto in merito a Battisti e al confine linguistico di Salorno.


08.08.1914 Lettera scritta da Battisti a Vigolo Vattaro, indirizzata al Re d’Italia:

«Se al popolo nostro, nel cui nome sappiamo di potere con tranquilla coscienza parlare, sarà chiesto qualsiasi sacrificio, esso  saprà mostrarsi degno della sua storia, e nessuna cosa gli parrà grave, pur di poter salutare in voi il Re liberatore, il Re dell’italia unita entro i suoi naturali confini.»                                    


Comizio del 13 ottobre 1914  a Bologna:

Solo quando il confine sarà portato alla grande catena delle Alpi, esso sarà veramente formidabile e facilmente difendibile per la sua natura e per la brevità sua in confronto alla lunghissima linea attuale»


14 ottobre 1914 in una lettera a Ettore Tolomei:

Un cenno al confine del Brennero viene espresso da Cesare Battisti anche il 14 ottobre 1914, quando in una lettera indirizzata sempre a Ettore Tolomei scriveva: «Stia tranquillo. Non sono affatto Salornista. E capiterà presto un mio articolo in proposito». Di quell’articolo tuttavia non se ne saprà più nulla.


Inverno 1914 (da Cesare Battisti nel servizio informazioni – Tullio Marchetti – Quaderno della rivista “Il Trentino” N° 11 – Trento – 1931 - pag.6/7) Allo Stato Maggiore italiano premeva assai la compilazione della rete itineraria dell’Alto Adige fino al Brennero ed oltre, ed ecco nell’inverno 1914 affidarne l’incarico a Cesare battisti che aveva superato splendidamente l’esperimento iniziale con la guida n. 12.


Comizio 13 gennaio 1915 a Milano:

«Cominciamo a dire dove e come è fatto il Trentino. Cesare Correnti lo ha definito il traverso le alpi centrali, nel punto più nordico della penisola. La definizione è esatta; può essere completata nel senso che si dovrebbe parlare anziché del vestibolo, di uno dei vestiboli, giacché il territorio che è alle spalle del Trentino, costituisce la regione dell’Alto Adige, fa pure parte dell’Italia ed è come un vestibolo del vestibolo. […]»


17.05.1915 sul giornale “ Il Secolo”:

Vi dicono i Trentini: abbiamo fino ad oggi combattuto non soltanto per la libertà provinciale, ma per segnare nella nostra volontà nazionale il limite delle Alpi che serrano l’Italia [……] Vi dicono: non si tratta più di strappare al governo Austriaco benefici per gli italiani soggetti all’Austria. Si tratta invece di decidere se vi debbono essere ancora o non più italiani soggetti all’Austria. Unità nazionale non si può compiere che con l’estensione del Regno sino ai confini naturali d’Italia militarmente possenti.


In una lettera alla moglie nell’estate 1915:

In una lettera inviata alla moglie dal fronte del Tonale durante l’estate del 1915, già in forza con gli alpini scriveva infatti: «Ho più forte che non avessi alla vigilia della guerra, la convinzione che il germanesimo sarà debellato. Ho solo paura che i sentimenti umanitari dei latini (c’è per fortuna il contrappeso inglese) concedano la pace prima dell’esaurimento della razza tedesca, e ci riservino di dovere, fra due o tre anni, rispondere a qualche aggressione dei discendenti di Arminio. Ma allora sarà il “finis finium”. Ed io non su queste balze, ma presso la vetta d’Italia, avrò vicino mio figlio».

 

A questo punto diventa difficile veramente credere ad un Battisti propenso ad un confine linguistico a Salorno, e questo i nostri cari storici dovrebbero essere i primi a metterlo in dubbio. Purtroppo l’uso del personaggio Battisti non è ancora finito, e si potrebbe continuare…

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pinaz cinquantasette Lun, 08/01/2016 - 10:34

Buongiorno,
ottimo contibuto al dibattito sulla figura di Battisti, ma mi tolga una curiosità: lei dice.. "Parole che cercano di spostare l’attenzione dei lettori dal Battisti informatore e successivamente combattente per il Regno d’Italia, al Battisti geografo, attività che lo rende indubbiamente più accettabile rispetto alle prime due citate."
Perchè essere un combattente per il Regno d'Italia dovrebbe essere inaccettabile?

Lun, 08/01/2016 - 10:34 Collegamento permanente