Politica | Lavoro

La cattiva cultura dei buoni lavoro

Voucher sì voucher no? Il dibattito mediatico rivela i propri limiti.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: google.com

Lo sterile dibattito sui buoni lavoro o voucher che sta imperversando in questi giorni sui media nazionali è, come sempre più spesso succede nel nostro paese, viziato dalla più bieca manipolazione politica.

Lo scopo è chiarissimo, il pensiero lo è meno. Lo scopo è convincere cittadini-lavoratori ad affossare i referendum, e conseguentemente anche la collegata proposta di Legge, indetti da Cgil in materia di lavoro e, in seconda battuta, quello di abituarsi ed abituare i propri figli ad essere retribuiti con queste umilianti mancette. In particolare il referendum Cgil, per i voucher, prevede l'abrogazione degli articoli 48, 48 e 50 del cosiddetto Jobs Act ed una revisione del cosiddetto lavoro subordinato occasionale attraverso la proposta di legge denominata Carta dei diritti universali del Lavoro (artt. 80 e 81).

Il lavoro che oggi viene pagato con i voucher libera di fatto il datore di lavoro da ogni pensiero o preoccupazione lasciando il lavoratore in uno stato di abbandono e insicurezza sociale che lo pongono di fatto in una posizione subalterna rispetto a quella di un macchinario aziendale.

La storia di questo strumento parte dalla legge Biagi che ne prevede un utilizzo molto limitato, nella speranza (mai raggiunta) di far emergere il lavoro nero.

I governi che si sono avvicendati hanno via via esteso le possibilità di utlizzo fino ad arrivare al governo Renzi che ha fatto venire meno i vincoli alla tipologia occasionale di lavoro, estendendo inoltre il suo utilizzo a tutti i settori lavorativi, compresa la pubblica amministrazione.

Anche nel nostro territorio qualche illuminato dis-funzionario pubblico, con il contratto rigorosamente a tempo indeterminato, ha pensato che sarebbe simpatico e moderno utilizzarli per svariati lavori (dal personale di pulizia alle guide nei musei fino ai direttori d'ufficio... perchè no?).

Da uno strumento per pagare studenti e pensionati per piccoli lavori e si arriva (scientemente) ad un perverso sistema, non monitorabile ne contrastabile, che favorisce l'elusione e le truffe ai danni dello Stato (in particolare all'Inail con il voucher attivato dopo un infortunio sul lavoro).

Il processo di osmosi tanto atteso dal legislatore è avvenuto, ma in direzione contraria, anziché far emergere il lavoro nero, il voucher ha attirato il lavoro regolare in una zona di prossimità al lavoro nero.

È evidente quindi come il giudizio sui voucher debba essere fatto valutando i danni portati dal suo indiscriminato utilizzo e non sullo strumento in sé. Proprio analizzando il contesto generale nel quale avvengono queste disfunzionali “riforme” del diritto del lavoro emerge un chiarissimo progetto di attacco e svalorizzazione del lavoro e con esso, di milioni di lavoratori.

Un progetto in cui lavoratori sempre più formati e preparati si dovranno rapportare al lavoro non più come a un diritto ma ad una concessione (una merce rara e nascosta da cercare migrando attraverso il pianeta), alla retribuzione come ad una variabile discontinua e incerta, senza un solido futuro previdenziale, mentre il capitale fugge dai settori produttivi per soggiornare nei paradisi della rendita finanziaria.

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Manuel Kasslatter Mar, 01/17/2017 - 14:28

"nella speranza (mai raggiunta) di far emergere il lavoro nero." mit welchen Daten belegt der Autor, dass die gelegentliche Mitarbeit auf Wertgutscheinbasis nicht dazu beigetragen hätte, Schwarzarbeit aufzudecken? Könnte er bitteschön die der Recherche zu Grunde liegenden Statistiken angeben? Mein Eindruck (also meine persönliche Meinung) ist nämlich, dass genau dies eingetreten ist: Mitarbeiter, die gelegentlich abends oder an Wochenenden in der Gast- und Landwirtschaft aber auch im Handel aushalfen und vorher "schwarz" arbeiteten wurden über das Voucher-System offiziell angemeldet und das ist gut so.
Außerdem ist auch nicht außer Acht zu lassen, dass ein großer Teil der Mitarbeit genau diese Beschäftigungsform für gelegentliche Mitarbeiten bevorzugen!

p.s.: ich will hiermit nichts schönreden oder leugnen, dass Schindluder getrieben worden ist! Auf der anderen Seite: womit wird in Italien denn nicht Schindluder getrieben? ;-)

Mar, 01/17/2017 - 14:28 Collegamento permanente