Politica | Toponomastica

Il disagio degli italiani

Il disagio degli italiani, la toponomastica e le vere battaglie che deve affrontare una comunità che ha perso la sua identità ed ha una rappresentanza politica inadeguata
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
disagio
Foto: web

Vorrei esporre alcune considerazioni sull’argomento della difesa della toponomastica italiana, sia per dimostrare che si tratta di una linea di demarcazione invalicabile per la comunità italiana dell’Alto Adige, sia per rammentare che si tratta di una battaglia di retroguardia per la comunità italiana dell’Alto Adige che dovrebbe impegnarsi su altri fronti di maggiore importanza e soprattutto, finalmente unirsi maggiormente dal punto di vista politico e partitico per essere maggiormente rappresentata in termini sia numerici che qualitativi negli organi elettivi e di governo.

La richiesta di eliminazione di una consistente parte della toponomastica in lingua italiana, viene portata avanti dalla SVP in maniera prepotente e soprattutto inutile.

La SVP pensa in questo modo di richiamare i suoi voti che si sono spostati verso le sirene della destra tedesca nazionalista, senza capire che fra l’imitazione e l’originale, la preferenza si orienta sempre verso l’originale. La SVP inoltre non capisce, o forse finge di non capire, che in questo modo alimenta una reazione nazionalista uguale e contraria nella comunità italiana portando acqua al mulino della destra estremista e neofascista di lingua italiana. La radicalizzazione della rappresentanza politica in entrambi i gruppi linguistici mina l’autonomia più di mille altri interventi romani o locali che siano.

Agli italiani, che una sperduta malga sull’Alpe di Siusi o al Brennero, porti anche il nome in italiano, non interessa minimamente. Però il mantenimento del bilinguismo della toponomastica, anche quella detta impropriamente “microtoponomastica”, oltre ad essere un obbligo di legge, risulta essere una questione di principio importantissimo per la comunità italiana. Solo un esempio: perché dovremmo farci imporre i nomi con cui indicare i luoghi?

Noi italiani dobbiamo inoltre avere il coraggio di assegnare il giusto valore alle manovre della SVP. Dobbiamo infatti riconoscere ed affermare con forza che l’operazione che si intende attuare è esattamente la stessa che impose il fascismo 70 anni fa. L’imposizione del nome dei luoghi è un’operazione antidemocratica, posta in essere da una dittatura. A nulla vale la “scusante” che a suo tempo tali nomi siano stati forzatamente imposti dal fascismo e spesso sia stati “inventati” dal nulla anche con operazioni di “traduzione” del tutto singolari. Attualmente sono consolidati da 70 anni e fanno parte del patrimonio culturale degli italiani dell’Alto Adige e non si vede un motivo valido ed oggettivo per cui dovrebbero essere eliminate.

La vera operazione dovrebbe essere quella di affiancarvi anche un’indicazione in inglese. L’impegno di tutti dovrebbe essere quello di aggiungere e non di togliere, anche per ovvi motivi di sicurezza, come qualche tempo fa ha fatto autorevolmente notare il presidente del soccorso alpino provinciale Giorgio Gajer.

Però tutto questo non è altro che una battaglia di retrovia, di una comunità in decadenza e che non ha altri fattori comuni se non alcuni relitti nazionalistici, che non ci portano da nessuna parte.

Le battaglie che dovrebbero unirci e che sono veramente essenziali per la sopravvivenza di una comunità che ormai è in evidente stato di disagio e che non riesce ad esprimere una valida rappresentanza politica sono ben altre. Eccone alcuni esempi:

  • la distribuzione dei contributi e degli aiuti elargiti a tutti i livelli da parte dell’Amministrazione Provinciale ed in generale dall’Ente Pubblico dovrebbe avvenire esclusivamente in base ai bisogni dei soggetti destinatari e non secondo criteri di appartenenza linguistica;
  • la determinazione della composizione etnica della Giunta Provinciale e delle Giunte Comunali dovrebbe avvenire secondo le percentuali rilevate nel censimento e non sulla base della composizione dei consigli. Non possiamo accettare, come abbiamo fatto, senza battere praticamente ciglio, che la comunità italiana (26%) sia rappresentata in Giunta Provinciale da un unico assessore come la comunità ladina (4,5%);
  • l’introduzione, finalmente, di un sistema per l’insegnamento effettivo ed efficace della seconda e della terza lingua nella scuola. Il gruppo linguistico italiano ed i suoi rappresentanti politici devono prendere finalmente il pieno controllo della scuola italiana e devono finalmente pretendere ed ottenere che siano impegnate risorse umane, economiche ed organizzative finalmente sufficienti per un vero insegnamento della seconda lingua. È ormai anacronistico che esistano due sistemi scolastici paralleli e segregati. Ma se questo sembra inevitabile, almeno dobbiamo batterci per avere un insegnamento in generale e della lingua in particolare ai massimi livelli possibili, per favorire gli scambi linguistici, i soggiorni studio all’estero e tutte le iniziative volte alla pratica della lingua studiata.

Questi sono gli argomenti su cui incalzare e formare la nostra rappresentanza politica, ma la toponomastica deve rimanere intanto una linea invalicabile.

Bild
Profile picture for user Karel Hyperion
Karel Hyperion Mar, 01/31/2017 - 18:59

Ich denke der Herr versteigt sich etwas, wenn er das heutige System mit dem des Faschismus vergleicht. Zum kleinen Denkanstoss (manchmal schadet es nicht, wenn man kurz nachdenkt, bevor man schreibt): 1. ein Toponomastikgesetz gibt es bis heute nicht, obwohl im Kompetenzbereich des Landtages liegend. Man hat bewusst auf (in letzter Zeit immer schriller ausgedrückte aber nie näher definierte) Empflindlichkeiten der s.g. italienischen Bevölkerung (oder selbsternannter Vertreter derselben) Rücksicht genommen. 2. wer davon schwadroniert, dass man im Land als ital. Sprachgruppe mehr Zusammenhalt zeigen soll, um sich gegen die bösen Deutschen durchzusetzen, der konstruiert nur einen Konflikt zwischen dem s.g. "uns" und "den anderen", den es bis heute auch deswegen nicht gibt, weil die Politiker der SVP (im Gegensatz zu dem teilweise hysterischen Geschrei italienischer Rechtsparteien) zu Recht diesbezüglich auch immer sehr umsichtig gehandelt haben (ein konkreter Gegenbeweis wär mir noch nicht untergekommen) 3. der disagio ist nichts anderes als ein diffuses Gefühl, das vielen Menschen mit dem Ziel einer billigen Wählermobilisierung eingeredet wird. Es passt somit in die letzthin modern gewordenen Art Politik anhand von nicht näher definierten Gefühlen auf der Basis von nicht näher definierten oder sogar "alternativer" :-) Fakten zu betreiben. Scheint ja zu wirken, bringt aber konkret niemanden weiter und spaltet nur die Menschen. Deren Probleme werden dadurch aber trotzdem nicht gelöst. Die drei vom Verfasser oben zitierten Beispiele sollte er zumindest ein wenig durch Fakten belegen, sonst ist das ganze eh nur heiße Luft.

Mar, 01/31/2017 - 18:59 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user Sigmund Kripp
Sigmund Kripp Mar, 01/31/2017 - 20:17

Bezüglich der grandiosen Idee von Herrn Timperio, auch englische Namen in der Toponomastik zu kreieren, möchte ich festhalten, dass ich das als eine besonders perfide Diskriminierung der französischen Gäste und vorallem der russischen empfinde!
Es müssen U n b e d i n g t auch in diesen Sprachen entsprechende Toponyme erfunden werden! Französisch sprechen sehr viele Einwanderer aus Westafrika und Russen sind im Tourismus sehr willkommen. Eine weitere Kommission sollte - entsprechend der am stärksten vertretenen weiteren Bevölkerungsanteile - Namen in Albanisch, Pakistanisch und Slowakisch erfinden. Das wären die wirklich notwendigen Massnahmen gegen den allgemeinen Disagio. Auch gegen meinen.

Mar, 01/31/2017 - 20:17 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user Martin Oberundunterkofler
Martin Oberund… Mar, 01/31/2017 - 20:48

"Dobbiamo infatti riconoscere ed affermare con forza che l’operazione che si intende attuare è esattamente la stessa che impose il fascismo 70 anni fa. L’imposizione del nome dei luoghi è un’operazione antidemocratica, posta in essere da una dittatura" --- schade, so etwas auf salto lesen zu müssen

Mar, 01/31/2017 - 20:48 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user Gabriele Di Luca
Gabriele Di Luca Mar, 01/31/2017 - 21:02

Ma chi è Marco Timperio? Lo zio di Enrico Lillo? Comunque eccellente questo passaggio: "Agli italiani, che una sperduta malga sull’Alpe di Siusi o al Brennero, porti anche il nome in italiano, non interessa minimamente. Però il mantenimento del bilinguismo della toponomastica, anche quella detta impropriamente “microtoponomastica”, oltre ad essere un obbligo di legge, risulta essere una questione di principio importantissimo per la comunità italiana. Solo un esempio: perché dovremmo farci imporre i nomi con cui indicare i luoghi?". Insomma: Agli italiani non gliene importa nulla di come si chiamano le malghe sull'Alpe di Siusi, però GUAI a chiamarle con i nomi che non hanno imposto loro dopo il Ventennio... (altrimenti la giudicherebbero un'imposizione). Ci vorrebbero molte mani per applaudire, e io - avendone solo due - avverto un qual certo disagio.

Mar, 01/31/2017 - 21:02 Collegamento permanente
Bild
Profile picture for user luigi spagnolli
luigi spagnolli Mer, 02/01/2017 - 16:36

C'è ancora chi pensa, in Alto Adige, di poter interpretare, spiegare/spiegarsi e giudicare le scelte politiche dell'altro gruppo con i parametri di riflessione del proprio. La popolazione di lingua tedesca nella nostra Provincia ragiona alla mitteleuropea, anteponendo alla fine sempre i fatti alle parole. Noi "taliani" invece facciamo politica alla mediterranea, attorcigliandoci sul singolo termine e perdendo sempre di vista l'obiettivo di interesse pubblico da raggiungere. Per cui ragionare come fa Timperio sul perché la SVP fa male è, oltre che inutile, concettualmente sbagliato e foriero di compattamento etnico del gruppo tedesco (non solo della SVP!) contro il gruppo italiano che compatto non sarà mai (FIGATA!!!). La frase poi "Le battaglie che dovrebbero unirci e che sono veramente essenziali per la sopravvivenza di una comunità che ormai è in evidente stato di disagio e che non riesce ad esprimere una valida rappresentanza politica sono ben altre" merita un commento a parte: "che dovrebbero unirci" perché lo dice Timperio? Ha mai pensato che generazioni di rappresentanti degli altoatesini hanno detto e provato a fare la stessa cosa, senza riuscire nemmeno a condividere le battaglie da fare? "In evidente stato di disagio": vada a ripetere la stessa cosa ad altre comunità italiane in altre città o Regioni, si faccia dire cosa ne pensano e torni coperto di guano a raccontarcelo, se ce la fa, a tornare. "Che non riesce ad esprimere una valida rappresentanza politica" poi è la chicca: la rappresentanza politica è quella che il popolo vuole, e che poi si tiene gli piaccia o no. Una frase così la dice uno che si vuole candidare con un partito che ora non governa (forse Timperio vuole candidarsi? Con chi? Auguri!). Detta da uno che esprime un commento o un'opinione è, invece, solo un martellarsi le palle da solo a nome del popolo: popolo che, eventualmente, se le dovrebbe martellare collettivamente, le palle, se non è capace di eleggere persone all'altezza...

Mer, 02/01/2017 - 16:36 Collegamento permanente