Politica | La polemica

Nessuna gogna

Botta e risposta fra il senatore Francesco Palermo e la consigliera comunale dei 5 stelle Maria Teresa Fortini sul CETA. Fra accuse e attacchi infondati.
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Foto: upi

Qualche giorno fa la Commissione Affari Esteri del Senato ha approvato il mandato al relatore, il senatore Carlo Sangalli del Pd, a “portare in Aula in modo regolare” il provvedimento relativo al Ceta, il controverso trattato commerciale internazionale di “libero scambio” fra l’Europa e il Canada, mentre in contemporanea in piazza del Pantheon a Roma andava in scena la protesta dei dissenzienti a difesa del Made in Italy agro-alimentare ma non solo. Lungo è infatti l’elenco delle ragioni per bloccare il Ceta, dicono i contrari. A livello locale la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle semper fidelis per statuto alla dottrina anti-sistema, Maria Teresa Fortini, con piglio sarcastico, bacchetta il senatore Francesco Palermo, colpevole, a suo dire, di aver votato a favore del CETA, “Regalino alle multinazionali anche dal senatore eletto da SVP-PD e, udite udite, dai VERDI! Cosa prendiamo in cambio, una ciclabile?”, scrive la pasionaria dei 5 stelle preparando il “cappio” sul palcoscenico di Facebook.

"Pur non condividendo i toni apocalittici intorno a questo trattato né tutte le dietrologie che si fanno sul punto, ritengo che per ragioni strutturali il nostro sistema produttivo (e anche quello agricolo) finirebbe per uscire penalizzato dalla concorrenza internazionale"

Pronta la replica di Palermo che chiarisce: “Ciò che si è votato è il mandato al relatore in commissione. Cioè la possibilità di mandare in Aula il provvedimento in modo regolare”, e aggiunge: “Informarsi aiuterebbe…”. Sollecitato a spiegare più in dettaglio la questione il senatore afferma (riportiamo l’intervento integralmente): “Ci sarà un relatore (il senatore Sangalli), altrimenti il provvedimento sarebbe andato in Aula senza un responsabile del corretto svolgimento dei lavori - sarebbe stato il Presidente del Senato e la relazione puramente formale l'avrebbe fatta il Presidente della Commissione esteri (Casini). Visto che è un provvedimento delicato è molto più saggio avere uno svolgimento regolare piuttosto che la solita bagarre in Aula (come era successo ad esempio con la legge elettorale, che è andata in Aula senza relatore). Insomma è stato un voto procedurale, non di merito. In Aula il mio voto sarà di astensione (che in senato equivale a voto contrario) o al più di non partecipazione al voto. Perché pur non condividendo i toni apocalittici intorno a questo trattato né tutte le dietrologie che si fanno sul punto, ritengo che per ragioni strutturali il nostro sistema produttivo (e anche quello agricolo) finirebbe per uscire penalizzato dalla concorrenza internazionale. Magari tra 20 anni sarebbe diverso, ma ora c'è ancora bisogno di una certa ‘schermatura’ per evitare di mettere in difficoltà molti imprenditori e potenzialmente (ma su questo ci sono opinioni contrastanti, entrambe con buone ragioni) i consumatori. Quando il provvedimento arriverà in Aula ci sarà modo di approfondire ulteriormente le questioni. In Aula e pubblicamente, non con queste liste di proscrizione da tribunale del popolo su Facebook”.

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Maria Teresa Fortini Gio, 07/06/2017 - 09:00

Caro Alfred, leggo solo ora Salto e il tuo commento. Hai ragione io sono una passionaria superficiale e impreparata, una cittadina qualsiasi insomma, che si permette di stuzzicare con ironia ( o sarcasmo, dipende dal punto di vista!!!) un colto costituzionalista eletto dal popolo.Io mi accontento di sapere e di far sapere ai miei concittadini che il senatore eletto da SVPD e VERDI non voterà o si asterrà dal voto ( NON VOTERA' CONTRO) questo trattato internazionale che fa bene ai grandi e potenti ma non ai piccoli e più deboli. Non conosco i meccanismi delle commissioni in senato, e non li ho capiti bene neppure dopo la spiegazione del Senatore. Ma cosa vuoi, son tarda, non chiudo neppure l'occhio per prendere la mira!

Gio, 07/06/2017 - 09:00 Collegamento permanente