Società | Lavoro

“Arno segua Ivo”

Aperture domenicali e lavoro festivo: i sindacati chiedono a Kompatscher di “assumersi le proprie responsabilità e chiarire quale indirizzo voglia dare a questa terra”.
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Foto: Provincia Autonoma di Bolzano

Dopo la solidarietà ai lavoratori espressa dal vescovo Ivo Muser, che nella sua lettera pastorale aveva scritto che “non dobbiamo essere schiavi del lavoro e del consumismo”, i sindacati ora chiedono a gran voce che la politica assuma, in materia di aperture domenicali e lavoro festivo, “una posizione chiara di fronte alla società civile che rappresenta”. I sindacati del commercio di Cgil-Agb, SgbCisl, UilSgk e Asgb chiamano in causa il presidente della Provincia Arno Kompatscher, che peraltro a fine luglio scorso aveva scritto, insieme al suo omologo trentino Ugo Rossi, una lettera al premier Paolo Gentiloni per sollecitare “un'agevole conclusione positiva, realistica e ponderata” che porti all'approvazione della norma di attuazione in materia di orari di apertura degli esercizi commerciali.

“Il turista che viene in Alto Adige - scrivono in una nota i sindacati - non lo fa certo per visitare i negozi ma per le bellezze paesaggistiche di questa terra, per apprezzare il patrimonio mondiale Unesco delle Dolomiti che siamo chiamati a preservare. Nel tempo sono stati trovati accordi che consentissero adeguate aperture nelle zone turistiche nei periodi di alta stagione. I servizi sono garantiti, ora è necessario che un ridimensionamento delle aperture degli esercizi commerciali, non comporta una perdita di posti di lavoro o di PIL provinciale”.

Adesso, proseguono le rappresentanze sindacali, il Landeshauptmann “deve avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e chiarire quale indirizzo voglia dare a questa terra: se, come noi, intenda provare a creare una società cosciente, che riconosca i valori della famiglia, del tempo libero, che riconosca i valori di tutte le festività, religiose e laiche. Oppure no”. Altra questione da non sottovalutare e che è stata sottolineata dallo stesso vescovo è la tutela della salute. “Nel terziario sono aumentati, in maniera esponenziale gli infortuni, il burn out, lo stress. Ma il tutto viene sottovalutato a favore di una valorizzazione del profitto. E del profitto di chi? Delle grandi catene? Degli imprenditori locali? Consumismo, richiesta di maggiori prestazioni che vanno ad intaccare la salute e i rapporti familiari. Temi che con il passare degli anni condizionano in maniera negativa i rapporti di lavoro e creano una 'infelicità' nei lavoratori dell’intero settore. Da ricordare gli studi dell’Afi/Ipl che confermano la contrarietà al lavoro in dette giornate. Pertanto un tema sentito, un tema non solo sindacale. Siamo contenti del nuovo messaggio e della spinta data dal Vescovo. Non si tratta di un patto tacito, ma di una visione di una società diversa, più umana più a misura di uomo: Noi ci esponiamo da sempre su questo tema, assumendoci le nostre responsabilità. Attendiamo che anche la politica si assuma la propria”, così i sindacati.

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Alberto Stenico Lun, 08/14/2017 - 07:45

Ben strana la posizione di Sindacati che chiedono alle Autorità Politiche e Religiose di intervenire nel campo dei rapporti di lavoro e della loro regolamentazione. L'orario di lavoro, come la sua distribuzione settimanale compreso il lavoro festivo ed i riposi, sono un capitolo dei contratti collettivi firmati liberamente da Datori di Lavoro e Sindacati. E possono essere modificati dagli stessi firmatari, quando lo concordino. Ora si chiede invece che sia la Politica e la Religione a decidere dall'alto. A mio modesto parere, l'autonomia la libertà del Sindacato e della contrattazione sono un valore democratico da difendere!

Lun, 08/14/2017 - 07:45 Collegamento permanente