Politica | Bilinguismo

Match sulla scuola bilingue

Dibattito a due fra Brigitte Foppa (Verdi) e Dieter Steger (Svp) sul sistema scolastico altoatesino, le responsabilità di politica e società, e metodo CLIL.
Steger Foppa
Foto: Salto.bz

Metti una sera in diretta Facebook (poi diventata in realtà una differita a causa di imprevisti tecnici) Brigitte Foppa e Dieter Steger a discutere di scuola bilingue. Il dibattito organizzato da Bolzano In Comune, nota pagina social, e moderato da Alan Conti, si è aperto con la consigliera provinciale dei Verdi che ha lodato la scuola paritetica del modello ladino, “un unico sistema scolastico trilingue in Alto Adige sarebbe un sogno, ma con un compromesso politico si potrebbe arrivare alla scuola plurilingue, e già il fatto di avere classi tedesche e italiane in uno stesso edificio è senz’altro un’opportunità”, dichiara Foppa. Frena il consigliere della Svp Dieter Steger: “All’interno del partito consideriamo il plurilinguismo ma non la scuola bilingue, crediamo che la seconda lingua debba essere insegnata ai massimi livelli e occorre soprattutto che ci sia la motivazione da parte dei ragazzi, bisogna lavorare su questo e sull’incontro dei due gruppi linguistici fuori dalle mura scolastiche, è importantissimo dare la possibilità di dialogare”.

"Nel lungo periodo bisogna garantire la sopravvivenza della comunità tedesca e la scuola è un aspetto fondamentale per una minoranza" (Dieter Steger)

Secondo Steger in Alto Adige, in quanto territorio di confine, è fondamentale per i due gruppi imparare bene la madrelingua, “non solo il dialetto ma la lingua ‘alta’ e ciò può essere messo a rischio con la scuola bilingue”. Il punto, continua l’esponente della Stella Alpina, citando l’articolo 19, è garantire la possibilità di imparare la propria lingua madre, anche se fosse un solo bambino a richiederlo, “nel lungo periodo bisogna garantire la sopravvivenza della comunità tedesca e la scuola è un aspetto fondamentale per una minoranza”. Si tratta di un eccesso di ansia e preoccupazione ribatte Foppa, “per i ladini si è scelto il modello di scuola paritetica e loro stanno ‘sopravvivendo’, hanno buoni risultati nei vari esami di bilinguismo e trilinguismo. I linguisti dicono che è possibile imparare più lingue da piccoli, cosa che permette di apprendere meglio non solo la propria lingua ma anche di essere più portati verso altre lingue, inoltre recentemente è stato scoperto che conoscere più lingue può avere una correlazione nella prevenzione delle demenze. La nostra proposta - prosegue - è quella di avere un’offerta supplementare, offerta che non intacca il sistema attuale, se i genitori chiedono sempre più plurilinguismo perché la politica non può venire incontro alla società invece che piangere sui risultati dopo? (Il riferimento è allo studio Kolipsi II, ndr)”.

Una linea critica che però non piace all’interlocutore che accusa la compagine ambientalista di voler fare di tutta l’erba un fascio o del facile qualunquismo: “Questa è l’ideologia dei Verdi, dicono sempre ‘società’, ‘tutti’. Tutti vogliono delegare alla scuola certe competenze, ma è responsabilità della società aprirsi all’altra cultura. E cosa ha fatto questa società, le famiglie, la cittadinanza per raggiungere questo obiettivo?”. “È il metodo Svp - replica Foppa - quello di delegare alla società quello che dovrebbe essere compito della politica. Si tratta di una grave responsabilità della politica degli ultimi decenni se c’è mancanza di contatto fra i due gruppi, se non ci si incontra se la società è divisa poi è chiaro che anche quest’ultima debba fare la sua parte. Mi ricordo che a Bolzano il mio liceo scientifico, in lingua tedesca, si trovava a un capo della città e lo scientifico italiano, dall’altro, ci siamo incontrati una sola volta perché abbiamo scioperato insieme, e oggi è ancora così”.

"Se i genitori chiedono sempre più plurilinguismo perché la politica non può venire incontro alla società invece che piangere sui risultati dopo?" (Brigitte Foppa)

Il dibattito si sposta poi sulla questione degli asili tedeschi, dove per Steger si fa sempre più difficoltà a parlare il tedesco, dato che molti bambini italiani vengono spinti nel sistema formativo tedesco, cosa che da un certo punto di vista “giudico positiva perché significa che sempre più famiglie dimostrano fiducia nel sistema scolastico dell’altra lingua e questo vuol dire tanto, c’è questa volontà e va soddisfatta, ma ribadisco, occorre anche garantire che in questi asili si parli tedesco, pensate forse che se si creano scuole d’infanzia bilingui i genitori italiani manderanno i figli lì o piuttosto continueranno a iscriverli in quelli tedeschi per imparare la lingua?”. E alla prospettiva di arrivare a discriminazioni di sorta oltre che all’eventualità di chiudere gli asili tedeschi a chi non conosce la lingua sottolineate da Foppa, Steger risponde: “Non abbiamo mai detto di voler escludere alcun bambino dagli asili tedeschi”.

D’accordo invece i due “contendenti” sul metodo CLIL: non è il miracolo del bilinguismo ma senz’altro un tentativo giusto da seguire, secondo Foppa; sistema valido per Steger, “non vedo problemi se la scuola italiana vuole dare impulsi in questo senso, personalmente ai miei tempi ho imparato l’altra lingua quando giocavo a basket con le squadre italiane, con gli amici, lo sport, aprirsi a questo è più importante rispetto a riorganizzare il sistema scolastico visto che con quello attuale si riesce a imparare bene la seconda lingua, e lo prova la conoscenza dell'inglese, chi esce dalle superiori, infatti, lo parla bene”.

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Palaia Renato Mar, 09/12/2017 - 17:50

Sono convinto che la società altoatesina sudtirolese sia quanto mai disponibile non solo al dialogo, ma anche alla condivisione. Il presupposto è che i cittadini acquisiscano un livello adeguato di bilinguismo, perchè la comunicazione si possa aprire sulla base di una cultura che ormai non differisce di molto fra i due gruppi etnici. E' indispensabile che politicamente si superi il concetto stesso di gruppo etnico attraverso la conoscenza indifferenziata delle due lingue e che cada finalmente il baluardo della tutela del gruppo tedesco, che ha ormai superato da tempo il rischio dell'integrazione. La scuola così come è impostata attualmente, non garantisce affatto l'apprendimento della seconda lingua, per raggiungere il quale è indispensabile la comunicazione costante fra gli studenti dei due gruppi al suo stesso interno. Solo in questo modo si creano i presupposti di una società bilingue. Chiedere genericamente alla società di prendere iniziative autonome mi sembra fuori luogo, in quanto la società non rappresenta un'entità con una propria organizzazione. E' quindi ovvio che siano necessari degli strumenti forniti dalle istituzioni pubbliche, perchè si arrivi effettivamente alla creazione di una società bilingue. Che la questione sia politica è evidente !

Mar, 09/12/2017 - 17:50 Collegamento permanente