Ambiente | Impatti

In acque pericolose

Alto Adige, trovati metalli pesanti in campioni di acqua piovana e neve. È tutto sotto controllo? Non proprio, dice Giorgio Santoriello dell'associazione “COVA contro”.
Nova Levante
Foto: F. Kafmann

Alluminio, ferro, bario, zinco, cromo. Ma l’elenco è lungo. Sono i metalli pesanti trovati in 3 campioni diversi di acqua piovana e neve raccolti in Provincia di Bolzano fra il mese di dicembre 2017 e marzo 2018. L’iniziativa è partita da Giorgio Santoriello, lucano, insegnante precario 34enne, iscritto al M5s dal 2014 di cui è tuttavia diventato uno dei maggiori critici (“il Movimento mi pare sempre più vicino alle lobby che ai cittadini”) e portabandiera dell’associazione di volontariato ambientale COVA Contro.

Facciamo il lavoro che dovrebbero fare i controllori pubblici e che però non fanno

Santoriello da qualche anno si è trasferito a Bolzano dalla Basilicata dove ha condotto diverse inchieste denunciando episodi di corruzione, malaffare, legami sospetti con i governi stranieri, come l’Azerbaijan, loschi intrecci fra politica e criminalità. Fil rouge il business del petrolio, di cui la regione è particolarmente ricca. La piccola “Texas d’Italia”, come è stata definita, è infatti la più grande riserva petrolifera onshore dell’Europa occidentale.

Di alcune inchieste del gruppo COVA Contro - 7 persone in tutto -, che lavora a stretto contatto con altre associazioni così come con la magistratura, collezionando querele (ma nessuna condanna) e censure (da parte della Rai e de Le Iene, per esempio), c’è traccia in diversi atti parlamentari, su testate nazionali come Il Fatto quotidiano e Il Giornale, e in trasmissioni come Nemo e Striscia la notizia, fino ad arrivare alla collaborazione con Report di cui si vedranno i frutti la prossima stagione. “Facciamo il lavoro che dovrebbero fare i controllori pubblici e che però non fanno. Ho cominciato a scavare quando mi sono accorto che i problemi mi sono entrati ‘dentro casa’, in Basilicata - dice Santoriello -, c’è chi mi ha velatamente consigliato di smetterla, ‘ché creo solo casini, ma lo sanno che nella mia regione la gente muore a causa del marcio che c'è?”.

 

Bolzano, un caso ancora aperto

 

Ad ogni regione (o provincia) i suoi scheletri nell'armadio. Sul sito dell’associazione, Punto eBasta, sono stati pubblicati lo scorso maggio, anche se passati in sordina, alcuni dati degni di nota registrati in provincia di Bolzano. Dietro richiesta di alcuni cittadini e comitati altoatesini “preoccupati del generale e veloce degrado dello stato di qualità dell’aria e dell’ambiente in generale”, si legge sul portale, COVA Contro si è mobilitata. Sono stati raccolti campioni non di acqua di rubinetto o di falda, che sono alcune delle matrici standard per le analisi chimiche, ma di acqua piovana (a Nova Levante e in un giardino condominiale in via Piani di Bolzano), e di neve (di nuovo a Nova Levante) - aree d'azione ancora inesplorate in Italia, a differenza di altri Paesi, come la Germania - che suggeriscono la presenza di sorgenti inquinanti.

Riporta il sito che il campione A, neve, ha mostrato: 21,9 mcg/l di alluminio (metallo normato nell’acqua potabile di rete a 200 mcg/l), bario 3,16 (metallo non normato in numerose matrici), sotto la soglia di determinazione tutte le altre specie metalliche. Il campione B, acqua esposta permanentemente aveva: 255 mcg/l di alluminio, 0,26 di antimonio, 1 di arsenico, 48 di bario, 26 di boro, 0,28 di cadmio, 452 di ferro, 133 di manganese, 2,1 di nichel, 2,2 di piombo, 16 di rame, 0,6 di stagno, 0,85 di tellurio, 0,93 di vanadio, 614 di zinco. Con alcuni valori che superano i limiti di legge (vedi tabella sotto). Il campione C, esposto a Bolzano solo durante le precipitazioni, aveva: 15 mcg/l di alluminio, 53 di ferro (soglia di riferimento a 200 per le acque sotterranee) e 70 di zinco.

 

 

Keep calm and dig

 

“Sarebbe bello ad esempio - osserva Santoriello - sapere dagli enti pagati dalla Provincia, l’Eurac, l’Agenzia provinciale per l'ambiente, ma anche all’Università di Trento, sempre così presente nelle consulenze ambientali che riguardano la provincia di Bolzano, vedi l’inceneritore, perché l’alluminio e il bario si trovano in queste misure a 2200 m di quota”.

Stupisce poi la mancanza di una rete di deposimetri, e cioè quei tamponi che determinano la qualità delle deposizioni atmosferiche. “La Provincia dovrebbe invece avere interesse a capire subito qual è la qualità del particolato che cade a terra nel corso delle stagioni e dovrebbe dirci da dove vengono questi metalli pesanti perché per me qualcosa che non va c’è e il problema, scendendo di quota, aumenta e si diversifica”.

 

 

Il budget riservato alle analisi consisteva in 180 euro a campione, con più fondi e quindi con un’attrezzatura diversa altre nozioni fondamentali potrebbero essere acquisite. Si potrebbe capire, per esempio, se quei metalli pesanti sono di origine naturale o artificiale perché nel secondo caso “dovremmo iniziare a ragionare sul fatto che questi impatti ambientali stanno arrivando ad alta quota, causati da tanti fattori, dallo smog delle auto al traffico aereo”, avverte Santoriello. 

La Provincia dovrebbe dirci da dove vengono questi metalli pesanti perché per me qualcosa che non va c’è e il problema, scendendo di quota, aumenta e si diversifica

Una delle idee proposte è l’istituzione di un fondo di tutela del consumatore con un sistema di voucher applicato alle analisi, e sostenuto da Provincia e aziende. Voucher che i cittadini possono utilizzare nei laboratori accreditati per commissionare ricerche sul glifosato, sui fitofarmaci, sui metalli pesanti. “E innescare un circolo virtuoso in nome della trasparenza che in questo territorio latita rispetto a tali questioni”.

 

Stanno tutti bene

 

Veniamo alla domanda ineludibile: ci sono rischi per la salute stando ai valori ottenuti dall'indagine, posto che di fatto nella maggior parte delle rilevazioni non viene superato il limite di legge? “Partiamo da un punto: i risultati dovrebbero dare zero. Si dirà comunque che non ci sono rischi per la salute ma va evidenziato che il limite di legge è un parametro puramente legislativo, spesso anche datato, i limiti di legge non si aggiornano seguendo le pubblicazioni scientifiche ma quando il legislatore o il politico, che per definizione è più vicino alle lobby che ai consumatori, decide di andare a mettere mano a una normativa complessa che poi ha ricadute dirette sul territorio. Toccare il limite di legge significa infatti farvi adeguare tutta una serie di soggetti, dall’industriale al distributore, e questo non è un processo semplice. Molte associazioni e molti studiosi in Europa sostengono che debba essere introdotto un valore di legge indicativo per il cocktail di sostanze così da avere dati più vicini alla realtà”.

 

 

A proposito di salute durante uno degli incontri organizzati a maggio nei quartieri di Bolzano, con il sindaco Renzo Caramaschi e il presidente della Provincia Arno Kompatscher che hanno ascoltato le richieste e le domande dei cittadini sui vari temi d’interesse, il discorso è caduto sulla qualità dell’aria. E alcuni quesiti sono stati sollevati: “Se negli anni si sono verificati tutti questi sforamenti da biossido di azoto, tenendo conto che non vengono monitorati altri inquinanti, avete pensato di elaborare un piano di prevenzione sanitaria visto che i rimedi per abbattere le emissioni sono tutti evidentemente ‘soft’? Per tutti gli anni di sforamento passati e già documentati e per quelli futuri vi aspettate dalla popolazione un aumento di richieste di esenzione ticket per asma, o per patologie respiratorie e circolatorie, dato che si respira aria di pessima qualità?”, ha chiesto Santoriello.

“Mi è stato risposto dal governatore che secondo i tecnici della Provincia va tutto bene. Ma non si può fare tutto ‘in casa’, bisognerebbe coinvolgere anche degli esperti autonomi per i report. Manca una fotografia reale, completa e disinteressata di tutte le matrici ambientali. Ma quando chiediamo un contraddittorio ci rispondono solo con nervosismi o risatine. Sulla qualità ambientale in Alto Adige c’è davvero ancora poca cultura”.

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giorgio santoriello Mer, 09/26/2018 - 11:01

Caro Chris
- la plastica del contenitore B non potrebbe cedere direttamente tutti quei metalli e se lo facesse sarebbe da sola un caso di studio e di intervento;
- il campione B come scritto nell'articolo originale è stato usato nei pressi di un'abitazione a mo' di deposimetro o di tampone scelga lei, volutamente esposto, per vedere cosa si accumulava, coprirlo lo rendeva inutile perchè simile agli altri due campionamenti; questo campione, come scritto, denota a prescindere da tutto, quali metalli sarebbero comunque finiti nel suolo;
- questa difformità di prelievi è voluta, proprio perchè nelle diversità volevamo trovare delle analogie, del resto era una ricerca;
- spero che eurac e provincia si attivino per stabilirne origine, composizione, dispersione, accumulo etc. non può finire così;
- se vuole contribuire alle nostre indagini mi contatti pure alla mail del nostro sito o mi scriva pure qui o su facebook, grazie ancora

Mer, 09/26/2018 - 11:01 Collegamento permanente