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Gli squadristi del web

Il mondo dei social è invasa da manifestazioni sempre più diffuse di odio e intolleranza: è giusto garantire l’anonimato?
Il fenomeno del cyberbullismo è ampiamente dibattuto e negli ultimi anni diversi istituti di ricerca ne hanno fatto oggetto di numerosi studi scientifici. Tra questi, l’osservatorio Vox, in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro, il Dipartimento di Diritto pubblico italiano e sovranazionale dell’Università Statale di Milano, il Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano e la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, ha elaborato per il terzo anno consecutivo una mappa nazionale dell’intolleranza analizzando 6,5 milioni di tweet postati tra giugno 2017 e maggio 2018. Dalla ricerca emergono 6 categorie principali su cui si riversano oltraggi, insulti e minacce di ogni tipo: le donne, gli omosessuali, i migranti, i disabili, gli ebrei e i musulmani. Già solo questo dato permette di definire un profilo generale del bullo digitale: misogino, sciovinista, omofobo, razzista.
A loro giustificazione, i cosiddetti haters adducono regolarmente le più ridicole e strampalate tesi cospirative. L’effetto gregge, per cui un’informazione palesemente falsa o comunque decontestualizzata e distorta viene ripresa e amplificata da chi vi vede confermati i propri pregiudizi e il proprio disprezzo per un’intera categoria di persone, crea però una cassa di risonanza che ne consolida la percezione come fatto reale e corroborato. Chi è predisposto alla generalizzazione stereotipata e alla greve semplificazione di ogni complessità, trova nelle fake news utilizzate a scopo denigratorio l’appagamento psicologico di vedere avvalorata la propria visione del mondo.
Ampliando la prospettiva a tutto il mondo dei social, negli ultimi anni è riscontrabile un incremento delle manifestazioni d’odio soprattutto verso i migranti. La crescita del fenomeno è innegabilmente legata anche all’utilizzo del tema dell’immigrazione a fini politici da parte di movimenti e partiti di destra, come si può attualmente osservare in tutti i paesi europei e negli Stati Uniti. Per rimanere in Italia, le innumerevoli dichiarazioni a sfondo razzista della Lega di Salvini e dei suoi esponenti ne hanno da una parte aumentato il consenso elettorale fino a superare, secondo tutti i sondaggi ufficiali, il 30 % delle dichiarazioni di voto, dall’altra hanno offerto legittimazione morale alle pulsioni xenofobe più inconfessabili che si manifestano sempre più liberamente. Giusto qualche giorno fa, per citare solo un esempio, Matteo Salvini ha espresso comprensione per la quindicina di naziskin del Veneto fronte skinhead che il 28 novembre 2017 avevano fatto irruzione nella sede di Como Senza Frontiere (“Il problema vero non sono i quattro ragazzi che hanno fatto irruzione, ma un’immigrazione fuori controllo.”) Come dire: non sono io che sono razzista, sono loro che sono negri. Politica e società civile sono specchio fedele l’una dell’altra.
Il fenomeno degli squadristi anonimi si osserva peraltro anche su Salto.  I bulli da strada, almeno, ci mettono la faccia.
Il fenomeno degli squadristi anonimi si osserva peraltro anche su Salto. Energumeni con la clava nascosti dietro nickname o nomi incompleti elogiano partiti e personaggi politici di questo calibro facendoli passare per difensori dello Stato di diritto, mentre bastonano sistematicamente chiunque appaia anche solo vagamente di sinistra (in tempi in cui le istanze della destra più becera diventano parte del senso comune, perfino la semplice difesa dell’universalità dei diritti dell’uomo passa per sovversivismo leninista). I bulli da strada, almeno, ci mettono la faccia.
C’è chi sostiene che la rete andrebbe regolamentata per impedire che questa massa crescente di frustrati sconfitti dalla vita e repressi sessuali riversi nel web i propri liquami tossici facendosi scudo dell’anonimato. È una posizione ampiamente condivisibile che però sottovaluta, a mio modesto parere, un aspetto fondamentale. Prestandosi anche a chi la utilizza come cloaca pubblica dove ognuno può defecare liberamente, la rete apre uno squarcio sulla parte più malata della società con cui non si può non fare i conti. È un mondo putrescente che dà il voltastomaco, ma è utile conoscerlo. Com’è utile, per identificare alcune gravi malattie gastrointestinali, l’analisi delle feci.
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Karl Trojer Mar, 11/13/2018 - 11:07

No, no è giusto l´annonimato ! Chi espone le sue idee sui social deve anche farsi riconoscere, ossia metterci il proprio nome ! Non è nè democtratico, nè umanamente corretto, nascondersi per poter offendere ed aggredire dal didietro...

Mar, 11/13/2018 - 11:07 Collegamento permanente
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Benno Kusstatscher Mar, 11/13/2018 - 12:01

In risposta a di Karl Trojer

Condivido pienamente. C'è chi per buoni motivi deve restare anonimo per esprimere la propria opinione o per informare il pubblico in certe situazioni. Non è questo il punto. Peró non é democratico né umanamente corretto, come scrivi, nascondersi quando si offende altre persone che ci mettono nome e faccia. Su salto ci sono dei commentatori anonimi o semi-anomini che accusano altri per il loro mestiere o per il loro passato. Offese che non sarrebbero possibili se si combatasse con armi simmetriche e retti. Mi stufo anch'io.

Mar, 11/13/2018 - 12:01 Collegamento permanente
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pérvasion Mer, 11/14/2018 - 16:52

In risposta a di Sylvia Rier

Nicole Schöndorfer, »Journalistin und Feministin« (Eigendefinition), schreibt auf Twitter:

»Mehrheitlich nicht mit Klarnamen in sozialen Medien unterwegs: Menschen, die verschiedenen Formen von (struktureller) Gewalt ausgesetzt sind. Mehrheitlich mit Klarnamen in sozialen Medien unterwegs: Menschen, die keiner (strukturellen) Gewalt ausgesetzt sind.«

Ob das mit den Mehrheiten so stimmt, weiß ich nicht. Aber die Aussage des Tweets teile ich.

Mer, 11/14/2018 - 16:52 Collegamento permanente
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Sylvia Rier Mar, 11/13/2018 - 18:18

... woran man eben sehr gut sehen kann, dass unsere Gesellschaft noch WEIT entfernt ist von einer aufgeklärten - im umfassenden Sinne - Gesellschaft. Noch einmal: Anonymität ist einer aufgeklärten Gesellschaft nicht würdig!

Mar, 11/13/2018 - 18:18 Collegamento permanente
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Martin B. Mar, 11/13/2018 - 18:44

Stimme OH hier weitgehend zu. Wenn dieser Artikel ein Aufruf an salto sein soll, nur volle Namen zuzulassen, dann verstehe ich das nicht, Auf Facebook hingegen, wo am meisten strafrechtlich Relevantes verzapft wird, sind hingegen die meisten mit vollem Namen unterwegs. Einige Argumente meinerseits:
* Da das Internet "nicht vergisst" will ich möglichst wenig Datenpakete meinerseits bereitstellen, auf Facebook und ähnlichen sozialen Datenkraken poste, like usw. ich möglichst gar nie Politisches, Persönliches, usw.;
* Da hier die Kommentare öffentlich sind, können diese theoretisch auch von Suchmaschinen gefunden und zu Profilen verknüpft werden;
* Wer die Gefahr durch komplette Nicht-Anonymität im Internet gegenüber Konzernen und auch gewissen Staaten so gering schätzt, moge mal nach "Social Scoring", wie schon in China verwendet, suchen;
* Ich kenne hier keinen der Kommentatoren persönlich, mein Klarname würde also nicht viel ändern;
* Ich hoffe ich gehöre nicht zu absichtlich beleidigenden Kommentatoren, wenn dann hoffe ich mich auch mal entschuldigen zu können, Endlosschleifen an Kommentaren zwischen zwei Personen sind mir zuwider und ein Zeitraub, Kritik ohne Maulkorb hingegen ist mir willkommen, weshalb ich auch hier bin;
* Wenn Klarnamen gefordert sind, würde ich eben hier nicht mehr kommentieren und komplett auf Freundeskreis und Stammtisch ausweichen;

Mar, 11/13/2018 - 18:44 Collegamento permanente
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anton auer Mar, 11/13/2018 - 20:53

Vorbemerkung:
Anonymität im Netz ist ein kompliziertes Thema, das ich hier nicht anpacken will.

Also konkret:
Anonyme Kommentare auf salto.bz können von den Verantwortlichen unterbunden werden, wenn es gewollt wird.
Ich bin einer der (wenig aktiven) Teilnehmer von salto.bz, der die Abschaffung anonymer salto.bz-Kommentare möchte.

anton

Mar, 11/13/2018 - 20:53 Collegamento permanente
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anton auer Mar, 11/13/2018 - 21:03

Vorbemerkung:
Anonymität im Netz ist ein kompliziertes Thema, das ich hier nicht anpacken will.

Also konkret:
Anonyme Kommentare auf salto.bz können von den Verantwortlichen unterbunden werden, wenn es gewollt wird.
Ich bin einer der (wenig aktiven) Teilnehmer von salto.bz, der die Abschaffung anonymer salto.bz-Kommentare möchte.

anton

Mar, 11/13/2018 - 21:03 Collegamento permanente
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Benno Kusstatscher Mar, 11/13/2018 - 21:54

Es geht hier auch darum, ob man die Zivilcourage hat, für die eigene Meinung einzustehen oder nicht. Natürlich verbaut man sich Karrieren. Natürlich schafft man sich eher Feinde als Freunde. Man verliert auch Freunde in der realen Welt, die inkognito mitlesen, ohne einen je damit zu konfrontieren. Natürlich sind manche von uns in einer beruflichen Situation, in der man besser nicht alles laut ausspricht. Auch das ist eine Lebensentscheidung, die nicht kritisiert werden muss. Aber wenn man nicht in einer Welt leben möchte, in der gewisse Sachen nur mehr hinter vorgehaltener Hand gesagt werden können, dann muss man halt auch irgendwann die Schultern breit machen für die Welt, die man haben möchte.

Mar, 11/13/2018 - 21:54 Collegamento permanente
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Sylvia Rier Mer, 11/14/2018 - 07:37

Warum werden nicht einfach

alle Kommentare anonymer, halbanonymer und jene von Fakenamen_Usern gelöscht, die
a) am Thema vorbei kommentieren (meist gezielt)
b) andere User angreifen, direkt und indirekt?

Das würde der Hygiene in diesem Kommentarbereich sehr gut tun. Es kommt nie etwas Gutes dabei raus, wenn Ungleiches gleich behandelt wird.

Mer, 11/14/2018 - 07:37 Collegamento permanente
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Christoph Moar Mer, 11/14/2018 - 08:09

In risposta a di Sylvia Rier

Ich kann mich mit Teilen davon anfreunden. Punkt b) ist tatsächlich ein Ungleichgewicht, das ich - auch aus eigener Erfahrung - bestätigen kann. Eine von einem Pseudonym losgetretene Beschimpfung erreicht den Empfänger, der Namen und Gesicht bietet. Zurück gehts leider nicht, da lacht ein Avatar. Ich finde diesen Vorschlag gar nicht verkehrt - ohne jetzt alles damit zusammenhängende auch abgewogen zu haben. Der Punkt a) ist schwieriger, aber in einigen anderen Foren auch aufgegriffen. Völlig offensichtliches am-Thema-vorbei-kommentieren findet statt, wenn zum Beispiel alte Geschichten ad nauseam hervorgekramt werden. Woanders gibts dafür auch Kommentarstreichungen mit dem Hinweis, beim Thema zu bleiben.

Was ist, was bleibt: Community management ist aufwändig. Sehr sogar. Es bedarf meist sogar richtiger finanzieller Mittel für geschultes Personal. Wenn man bedenkt, dass man das "nur" für die geistigen Ergüsse braucht, das ein paar wenige Rüpel verursachen - die dann selbst weder Abonnenten sind, noch Förderungen und Werbeplatzierungen goutieren, wird die Absurdität des Ganzen richtig klar. #facepalm

Mer, 11/14/2018 - 08:09 Collegamento permanente
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Sylvia Rier Mer, 11/14/2018 - 09:14

In risposta a di Christoph Moar

Oh es gibt durchaus noch andere, "sanftere" Methoden, um an einem Thema vorbei bzw. davon abzulenken. Und: Ich finde, es geht hier um mehr als um ein paar "feige Rüpel", denn: Die sichern sich, ob beabsichtigt oder nicht (ich persönlich neige ersterer Variante zu), eine gewisse Diskurs-Hoheit, sie bestimmen, welches Thema wie diskutiert wird, und ob es überhaupt diskutiert wird. Einige User machen sich entnervt vom Platz, anderen bringen sich gar nicht erst ein. Das ist immer wieder zu beobachten, und das kann es nicht sein. Am Ende beherrschen diese paar rotzigen Rüpel "den Markt".

Die sind also, wenn wir den Ansatz konsequent zu Ende denken, eine Gefahr für die Demokratie (was ja übrigens im größeren Ganzen schön beobachtet werden kann).

Und abschließend würde ich sagen: Wenn ein Medium nicht in der Lage ist, ein solches Mindestmaß aus Raum_Pflege zu sichern, dann wäre es doch besser, die Kommentar-Funktion abzuschalten.

Mer, 11/14/2018 - 09:14 Collegamento permanente
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rotaderga Mer, 11/14/2018 - 09:49

In risposta a di Sylvia Rier

Man sollte Foren und Medien allgemein nicht überbewerten. Wahrheit und Ehrlichkeit sind abstrakte Größen welche wir in Vollkommenheit niemals und nirgendwo finden.
Tratsch beim Frisör und am Waschtrog sowie in den Gebetsbänken der Kirche hat es immer gegeben und wird es auch weiter geben.

Ansonsten müsste man ja Wahlen auch namentlich und nicht anonym abhalten, Wahlwerbung definieren und in einer Veröffentlichung gleichschalten. Nein wir hatten über 400 Möchtegernbesserwisser zur Auswahl für eben 35 grundehrliche hochintelligente Menschen mit Führungsqualitäten. Und nun sitzen in diesem Gremium Leute in vordersten Rängen deren Parteistimmen mit ca 25€ an Wahlwerbungskosten aufgewogen werden.
Es könnte noch viel darüber diskutiert werden, zB warum hat du Silvia Rier, in aussichtsloser Situation kandidiert und auch Geld ausgegeben....?

Mer, 11/14/2018 - 09:49 Collegamento permanente
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Sylvia Rier Mer, 11/14/2018 - 10:19

In risposta a di rotaderga

Es geht hier aber, finde ich, nicht um Wahrheit oder Ehrlichkeit, sondern um sehr viel mehr (s. oben). Und: Medien und "Foren" können m. E. in unserer Zeit gar nicht genug "überbewertet" werden.

Ich finde des weiteren: Wenn Anonyme nicht positiv - oder zumindest, wenn schon Negatives (denn auch dafür muss Raum bleiben), dann doch jedenfalls in einer korrekten Form und jedenfalls zu einem Diskurs beitragen (können), dann ist Anonymität nicht gerechtfertigt. Im Übrigen habe ich das weder hier noch anderswo erlebt, also dass Anonyme Positives zu einer Diskussion beigetragen hätten. Das wird schon seine Gründe haben...

Was meine aussichtslose Kandidatur mit der Sache zu tun hat, erschließt sich mir zwar nicht - trotzdem: 1. Ich habe kein Geld ausgegeben und 2. auch die letzten Plätze einer Liste wollen besetzt sein.

Mer, 11/14/2018 - 10:19 Collegamento permanente
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Benno Kusstatscher Mer, 11/14/2018 - 08:07

Warum bleibst Du dann nicht sachlich und neutral, sondern beschimpfst mich Klartextuser seit einem halben Jahr wiederholt mit Anschuldigungen, die so, wie Du sie dargestellt hast, nicht haltbar sind, wie von mir und dritten wiederholt hingewiesen?

Ich würde auch nicht meinen vollen Namen hinschreiben, wenn ich mich an ungeraden Tagen brüstete, mich für die Abwicklung der Nationalstaaten stark machen zu wollen, an geraden Tagen (siehe Deinen Kommentar 08.11.2018, 21:23) diese Abwicklung aber verächtlich als "Luftschlösser" zur Argumentation gegen andere bezeichnete. Vielleicht würde es wirklich Sinn machen, zum Schutz der eigenen Person für Klartextnamen ein Mindestalter einzuführen. Der sich dahinschleppende Prozess der Selbstfindung hat Anrecht auf Privacy.

Mer, 11/14/2018 - 08:07 Collegamento permanente
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Manfred Klotz Mer, 11/14/2018 - 11:28

Oliver, wenn du es als Problem erlebst, deine Meinung offen kundtun zu können, dann kann es an zwei Gründen liegen:
a) am Freundeskreis/beruflichen Umfeld
b) an der eigenen Meinung bzw. an der Form diese zu äußern
In beiden Fällen würde es an dir selbst liegen, das Problem zu beheben. Anonymität ist ein Mangel an Selbstbewusstsein.

Mer, 11/14/2018 - 11:28 Collegamento permanente
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Mensch Ärgerdi… Mer, 11/14/2018 - 11:41

Anonymität im Internet ist meist nur an der Oberfläche möglich: jeder Kommentar, jedes Profil, ja sogar jeder Click hinterlassen Spuren welche, im Falle von Ermittlungen, es der Polizei relativ einfach und schnell ermöglichen die Person welche sie getätigt hat zu finden. Wer also mit seinen Aussagen Straftaten begeht, braucht schon mehr als ein Pseudonym auf Salto um davon zu kommen. Darum geht es ja den meisten nicht. Nein, jene die gegen Anonymität im Internet sind, wollen einfach nur ein Gesicht haben auf welches sie mit dem Finger zeigen können, gebt es doch zu! Dieses Verlangen ensteht einfach weil man Sachen hört bzw. liest denen man wenig entgegenzusetzen hat und um nicht gar nichts zu erwidern reflexartig auf die Person eingeht. Was das der Diskussion bringt, hat man hier auf Salto im Kommentaraustausch zwischen einer Dame und einen Herren mitverfolgen können und das war für die Diskussion selbst mehr furchtbar als fruchtbar.
Mich würde aber auch interessieren, ob jene die gegen Anonymität im Netz sind, dann in der realen Welt auch den Mum haben nach einen Ausweis zu verlangen wenn sie in einer Kneipe rassistische Sprüche hören?

Mer, 11/14/2018 - 11:41 Collegamento permanente
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rotaderga Mer, 11/14/2018 - 13:04

Es ist richtig dass alle Handys, jeder PC und sogar Bancomat- und Kreditkarten auf unauffälliger Distanz auslesbar und manipulierbar sind. Somit ist kein Anwender dieser Techniken anonym. Die Technik ist nicht allen Institutionen erlaubt.
Ich glaube, dass nur die ( vermeintliche) Anonymität ein Gegengewicht zu Meinungslenkung, Influencern ,Testimonials wie den Platzhalter in den Kandidatenlisten uvm. sein kann.

Mer, 11/14/2018 - 13:04 Collegamento permanente
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Sylvia Rier Mer, 11/14/2018 - 13:47

Anonymität ist nicht grundsätzlich ein Problem, vielmehr Ausdruck einer unfreien Gesellschaft. Zum Problem wird sie, wenn sie missbraucht wird, wie es hier und andernorts - vor allem dort, wo sie unkontrolliert agiert - zu beobachten ist, mit Folgen.

Mer, 11/14/2018 - 13:47 Collegamento permanente
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Manfred Klotz Mer, 11/14/2018 - 18:04

Ich habe die Fragen beantwortet. Verstehst du die Antwort nicht? Brauchst du eine Zeichnung?
Dieser Tonfall ist mir eigentlich zuwider, aber offensichtlich verstehst du nur deine eigene Sprache.

Mer, 11/14/2018 - 18:04 Collegamento permanente
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Harald Knoflach Mer, 11/14/2018 - 18:19

"Dass du mich in ein Eck mit Neo-Nationalisten und Identitären gerückt hast, nachdem ich die Abwicklung der Nationalstaaten gefordert hatte, ist ein Fakt."

echt? hat er das getan? das wusste ich nicht. diesen vorwurf hab ich noch nie gehört.

Mer, 11/14/2018 - 18:19 Collegamento permanente