Ambiente | I risultati

La CO2 è nelle scuole

“Causa nausea, sonno, peggiora l’apprendimento”. La ricerca Unibz che può piacere a Greta Thunberg: la qualità dell’aria nelle classi bolzanine ha dei problemi. Che fare.
Scuola, Bolzano
Foto: Comune Bz

La qualità dell’aria nelle scuole? Generalmente inadeguata in svariati Paesi occidentali e diversi istituti del capoluogo non fanno eccezione, secondo quanto emerge dallo studio curato dagli esperti della Libera università di Bolzano: colpa della quantità di CO2, l’anidride carbonica, che se presente in misura eccessiva provoca nausea, mal di testa e in generale peggiora l’apprendimento. La qualità dell’aria - che fa bene a tutto il pianeta, come insistono i ragazzi dei Fridaysforfuture sull’esempio di Greta Thunberg - si lega quindi a quella della formazione. Ma per capire meglio occorre partire dall’analisi condotta dall’ateneo d’intesa con il Comune capoluogo.

 

Più anidride carbonica in classe che fuori

 

I ricercatori hanno illustrato i risultati del primo anno di monitoraggio, nell’ambito della ricerca “Indoor air quality and ventilation effectiveness in educational buildings”, ovvero “L’efficacia della qualità e della ventilazione dell’aria negli edifici scolastici”. Gli autori sono Giovanni Pernigotto, ricercatore di fisica tecnica ambientale della facoltà di Scienze e tecnologia, Ilaria Pittana, Simone Dugaria, entrambi assegnista di ricerca, e Andrea Gasparella, docente ordinario di fisica applicata.

Tre gli obiettivi preliminari: caratterizzare la qualità dell’aria negli istituti scolastici del Comune di Bolzano, valutare se la ventilazione è adeguata o meno, proporre eventuali interventi migliorativi con un’attenzione anche al risparmio energetico. I ricercatori partono da un elemento di contesto: “È fatto noto - scrivono - che la qualità dell’aria nelle scuole è generalmente inadeguata in svariati Paesi occidentali. Si registrano concentrazioni di CO2, che spesso superano i 1.000 ppm (parti per milione, ndr) - circa 2,5 volte la concentrazione media di anidride carbonica nell’ambiente esterno - in particolar modo durante il periodo invernale”. Quello in cui si riscalda e si tengono le finestre chiuse.

 

 

Il fenomeno dell’elevata concentrazione, proseguono gli autori nelle slide esplicative, “è rilevato in diverse tipologie di edificio e impianto, anche se dotate di sistema di ventilazione meccanica controllata”. “Pur non avendo effetti nocivi di lungo termine - proseguono - per la salute umana, se non a concentrazioni di oltre 40.000 ppm, la CO2 può causare sonnolenza, nausea, mal di testa e in generale un peggioramento dell’apprendimento”.

 

Bolzano, scuole promosse e bocciate

 

Ma quali sono stati i casi studio e che tipo di risultati hanno portato? Principalmente cinque: due scuole materne, “Positano” e “Firmian”, due elementari, “Langer” e “Longon” e la scuola media “Ada Negri”, ma non solo. Diverse tra loro le condizioni riscontrate. “La qualità dell’aria - si legge - è risultata adeguata solo in una frazione degli edifici monitorati”. 

 

 

I ricercatori danno luce verde per due tipi di situazioni: ci sono edifici storici, ad esempio “M. Knoller” e “Don Milani”, con alti tassi di infiltrazione ma carenti prestazioni energetiche, ed edifici nuovi (l’asilo “Casanova”) dotati di ventilazione meccanica e da sensoristica che rileva gli eccessi di CO2. 

Luce rossa per altre due situazioni: “Nei rimanenti edifici la qualità dell’aria si è rivelata insufficiente. Il fenomeno risulta trasversale e interessa sia gli edifici nuovi ma sprovvisti di ventilazione meccanica (ad esempio le scuole “Langer” e “Firmian”) e edifici meno recenti (scuole “Longon” e “Ada Negri”)”.

 

Pernigotto: “Ecco le contromisure”

 

L’università ha pronte delle contromisure, come spiega Pernigotto che sottolinea innanzitutto la valenza della ricerca. “Il progetto dell’università di Bolzano è stato condotto in collaborazione con il Comune che ci ha accompagnato nelle misurazioni. L’obiettivo primario era verificare quali tipi di problemi e criticità sono presenti riguardo alla ventilazione delle scuole locali. Adesso il prossimo passo è elaborare specifiche strategie per incrementare la qualità dell’aria nelle classi”.

Sensori che avvertono quando aprire le finestre o consigli agli insegnanti, ecco cosa faremo. Questa ricerca può dare benefici notevoli: fornire ai bambini un ambiente salubre dove apprendere e crescere

Si va dai consigli agli insegnanti, su quando e quanto frequentemente aprire le finestre per “arieggiare”, all’installazione di sensori che con una luce rossa possono avvertire della concentrazione elevata di anidride carbonica, invitando ad aprire. “Dedicheremo il secondo anno di monitoraggio proprio alle contromisure - conclude Pernigotto -. In generale, riteniamo che la ricerca possa dare benefici notevoli: permettere di dare ai bambini, ai nostri figli, soprattutto alle materne ed elementari, un ambiente il più salubre possibile dove apprendere e crescere”.