Politica | Il caso

Il ratto delle sardine

Nel resto d’Italia il “popolo dei pesci” riempie le piazze all’insegna dell’unità, ma a Bolzano si divide. Un alone di mistero ha finora circondato il movimento. Perché?
Sardine Bolzano
Foto: Facebook

Bologna, Firenze, Napoli, Milano. Il richiamo delle “sardine” funziona, a quanto pare, a ogni latitudine, complice anche un’ossessiva attenzione mediatica. Il pesce silenzioso versus gli artifici della stucchevole retorica populista. Sono migliaia le persone che stanno partecipando alle varie manifestazioni del neonato movimento, “presidio contro la deriva leghista” e simbolo di una contemporaneità declinata eticamente, in discontinuità con lo status quo, guardato tuttavia a vista da chi, sottolineandone la vaghezza programmatica, ne aspetta il coming out politico tradizionale. Tutto ha avuto inizio il 14 novembre scorso quando il leader della Lega Matteo Salvini ha fatto tappa a Bologna per sostenere la candidata del centrodestra alle elezioni regionali in Emilia Romagna, Lucia Borgonzoni. Su Facebook era stato lanciato l’evento “6.000 persone contro Salvini” per dimostrare al segretario federale del Carroccio che in Piazza Maggiore si sarebbero ritrovati in 6.000 “stretti come sardine” per contrapporsi a lui. Una protesta di piazza che ne ha innescate, spontaneamente, altre in tante città italiane. L’entusiasmo ha contagiato anche Bolzano, ma qualcosa si è inceppato.

 

Romanzo bolzanino

 

I fatti: a metà novembre nasce la pagina Facebook “Sardine Bolzano Bozen” che in quindici giorni ottiene oltre 1.800 “mi piace”. Quello che caratterizza il movimento “ittico”, che ha come front man il 32enne Mattia Santori, è il suo essere popolo in carne e ossa, fuori dal reticolato dei social, mettendoci la faccia. A Bolzano l’anonimato, una volta sbarcati su Facebook, viene invece sventolato quasi con orgoglio: “Questa pagina - si legge sul profilo delle sardine locali - non ha un nome o un volto di amministratori perché è di tutte le sardine bolzanine, che si riconoscono nei nostri valori e scendono in piazza in maniera silenziosa e pacifica”. Via i lubrificanti per l’ego. Encomiabile. Se non fosse per un dettaglio: ad aprire la pagina social delle sardine in salsa bolzanina non è un ragazzo di belle speranze ma un esperto di comunicazione, Massimiliano Maglione, titolare dell’azienda “Max Maglione Marketing & Communication”, fondatore del gruppo social “Bolzano in Comune” (per un brevissimo lasso di tempo, prima del dietrofront, anche potenziale player alle elezioni comunali del 2020), già curatore della campagna elettorale prima nel campo del centrodestra per il sindaco di Laives Christian Bianchi e poi, sul fronte opposto, per il Pd in occasioni delle provinciali dell’ottobre 2018. Una scelta allora molto criticata da alcuni dem specie dopo il caso scoppiato intorno a una pubblicità giudicata sessista. La campagna fu commissionata dalla Top Tuning, azienda specializzata nella rimappatura delle centraline elettroniche dei veicoli, all’agenzia di Maglione, e il manifesto incriminato mostrava il “lato B” mezzo nudo di una ragazza. L’assessora comunale dei Verdi Marialaura Lorenzini annunciò di voler sporgere denuncia all’istituto di autodisciplina pubblicitaria chiedendo il pronto ritiro della pubblicità ma nel frattempo la campagna venne ritirata su richiesta del cliente. 

 

 

Torniamo a noi. Mentre il fenomeno delle sardine continua a fare proseliti nel circuito nazionale, fra gli altri anche il ventenne bolzanino, Diego Laratta, esponente dei Giovani democratici e alfiere dei Fridays for Future, si mette in contatto con la pagina Facebook e ne diventa “editor” per poter creare e pubblicare post. “L’amministratore non ha voluto svelare chi fosse all’inizio perché non voleva che il suo nome venisse reso pubblico, successivamente ho scoperto che si trattava di Maglione, era l’ultima persona che avrei pensato potesse avere a che fare con un progetto del genere - confessa Laratta -. Non dico che non fosse animato da buone intenzioni ma io non mi fidavo, ecco, il personaggio era ambiguo, aveva nominato amministratori della pagina due suoi conoscenti e ci è nato il sospetto che volesse in qualche modo manipolarci. E poi perché mai un esperto di comunicazione e pubblicità aveva interesse a spingere su questo movimento? Voleva trarne un qualche profitto personale visto il successo virale? In un momento storico in cui veniamo avvelenati da una politica che fa tutto per proprio tornaconto il livello di guardia non è mai abbastanza alto”. A questo punto gli editor della pagina, fra cui il giovane bolzanino, chiedono all’imprenditore, “per il bene delle sardine”, di fare un passo indietro e di affidare la gestione della pagina a uno dei tanti ragazzi che si sono appassionati alla causa. La decisione però sarà infine quella di lasciare il team Maglione per via delle continue procrastinazioni del diretto interessato, racconta Laratta.

 

 

“Una volta chiuso con lui - prosegue - ho proposto ad alcuni ragazzi dei Fridays for Future di creare una nuova pagina Facebook, ‘Sardine altoatesine Südtiroler Sardinen’, e così è stato. La gestione è in mano a due ragazzi, Nausicaa Mocellin e Giovanni Gottardo, io non c’entro più nulla, credo in questo movimento ma, anche per via del mio coinvolgimento politico con i Giovani democratici, voglio restare un ‘esterno’”. E dunque, mentre a Trento la prima manifestazione è già stata fissata per il prossimo 6 dicembre in piazza Duomo, a Bolzano le sardine, che ne stanno organizzando probabilmente già la prossima settimana in piazza della Vittoria, ci vedono doppio. Due riferimenti Facebook e confusione assicurata.

 

 

Da parte sua Maglione si difende dicendo di essere stato contattato in principio da uno degli attuali amministratori, Adriano Moruzzi, in qualità di “esperto di social, per creare il profilo Facebook Sardine Bolzano e dispensare qualche consiglio utile su come farla crescere in fretta. Ma - assicura - ho lasciato la pagina dopo i primi 4 giorni dalla sua nascita”. E puntualizza: “Sono felice della reputazione che mi sono creato a Bolzano, e rivendico anche le pubblicità più stravaganti che ho realizzato. Il fatto di voler mantenere il riserbo sul dietro le quinte della pagina delle sardine è stata una scelta comunicativa, nessun secondo fine”. Ipse dixit. 

 

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Massimo Mollica Mer, 12/04/2019 - 09:54

Commento breve: che tristezza infinita
Commento articolato: motivo in più per non usare Facebook (come felicemente faccio io da parecchi mesi.)
Comunque tutto deve partire dal senso di un manifestazione altrimenti che senso ha manifestare?
Io preferisco fare politica....

Mer, 12/04/2019 - 09:54 Collegamento permanente